La qualità delle acque marine e la balneazione a Vasto sono tornati, in questi giorni, temi di stretta attualità. Il 22 luglio è stata firmata dal sindaco Menna una ordinanza temporanea di divieto balneazione, revocata tre giorni dopo. Seconda volta in poco più di una settimana.
Intervistato dalla giornalista Anna Bontempo su Il Centro l’assessore D’Elisa ha annunciato lo stanziamento di due milioni di euro per Fosso Marino. La soluzione alla situazione di Fosso Marino, ha dichiarato il delegato della giunta comunale ai servizi manutentivi, «consiste in una grande opera idraulica il cui costo, però, si aggira sui due milioni di euro» riporta un articolo a firma Anna Bontempo su Il Centro del 17 luglio.
Si è tornato a parlare in queste settimane di robot per individuare scarichi abusivi inquinanti, potrebbero essere la fonte dello stato di Fosso Marino e tale è stata definita anche negli anni scorsi. Ma ad oggi nessuna certezza e nessuna individuazione di origine e localizzazione di questi scarichi, almeno per quanto di nostra conoscenza.
I due milioni di euro annunciati per quest’opera idraulica sono solo gli ultimi fondi stanziati per Fosso Marino negli anni. Un elenco in ordine cronologico l’abbiamo pubblicato tre anni fa.
2007, la Giunta Comunale fu annunciato progetto per “Risanamento igienico, sanitario ed ambientale in località Fosso Marino”, 200.000 euro (non abbiamo notizia di cosa fu effettivamente portato avanti).
24 agosto 2011, in consiglio comunale fu approvato emendamento che portò lo stanziamento di 4 anni prima a 900.000 euro. A cui si aggiunsero altri 800.000 per “Realizzazione di infrastrutture stradali, urbane e rurali, al fine di rendere funzionali le opere di risanamento igienico, sanitario ed ambientale di Fosso Marino”.
15 novembre 2011, Ufficio Tecnico predispose studio di fattibilità per 900.000 euro.
2012 nuova condotta per 570.000 euro (probabilmente presi dai 900.000 dell’anno prima ma non siamo riusciti a trovarne certezza documentale).
2012 fu annunciato progetti di bonifica per 1.5 milioni.
Estate 2019 la Regione stanziò 80.000 euro in previsione del Jova Beach Party. Soldi che quell’anno non arrivarono, spostata a Montesilvano la tappa abruzzese del tour, ed invece dovrebbero essere giunti l’anno scorso, quando invece il concerto su Fosso Marino si tenne.
In poco meno di vent’anni dovrebbero, quindi, essere stati stanziati 6 milioni e 180 mila euro. Per avere un metro di paragone con l’attualità nazionale, l’Inter quest’anno dovrebbe acquistare un nuovo portiere. Il costo del cartellino, su cui la squadra di calcio milanese sta cercando (secondo la stampa sportiva) di avere uno sconto è di 180.000 euro in meno circa.
Venerdì scorso Stazione Ornitologica Abruzzese e Gruppo Fratino Vasto hanno tenuto una conferenza stampa a Fosso Marino. Questo il testo integrale del comunicato diffuso al termine.
Fosso Marino a Vasto: serve più natura, non nascondere la polvere sotto al tappeto.
Gravissimi errori del Comune di Vasto nel recente passato, ora una parte dell’amministrazione vuole insistere peggiorando la situazione allontanandosi dalle politiche europee in materia ambientale?
Basta leggende metropolitane: Fosso Marino è un corso d’acqua naturale, la vegetazione autoctona non è “sporco” ma aiuta a mitigare l’inquinamento, i problemi sono gli scarichi abusivi e la tombatura.
Le criticità di Fosso Marino a Vasto vanno curate con più natura, non mettendo la polvere sotto al tappeto spostando un po’ più in là direttamente in mare l’inquinamento.
Attorno a Fosso Marino sono circolate fake news e vere e proprie leggende metropolitane. Ad esempio, l’ignorare pervicacemente che Fosso Marino è un corso d’acqua NATURALE, censito nella rete idrografica del nostro paese ufficiale, facilmente reperibile sul Portale Cartografico Nazionale. Nasce tra le colline retrostanti Vasto Marina e dopo un paio di chilometri sfocia in mare. Solo nell’ultimo tratto è stato purtroppo tombato e proprio qui riceve le acque cosiddette bianche raccolte artificialmente attraverso drenaggi di strade ecc.
Altra fake è quella della vegetazione denominata “infestante”: le cannucce di palude e decine di altre specie che erano presenti sono piante tipiche italiane e caratterizzanti proprio i corsi d’acqua. La cosiddetta “pulizia” della vegetazione altro non è che irresponsabile distruzione delle uniche caratteristiche di naturalità rimaste in anni di sfacelo e cementificazione della costa.
Biodiversità da preservare secondo le norme del Piano del Demanio marittimo regionale, del Piano del Demanio Marittimo Comunale e dal semplice buon senso, visto che davano una mano almeno a mitigare l’inquinamento viste la capacità di fitodepurazione di alcune di queste specie.
L’unico ”sporco” su cui intervenire è costituito da:
-scarichi abusivi che certamente esistono lungo il tracciato in considerazione delle elevatissime concentrazioni di inquinamento organico riscontrate nelle saltuarie analisi del mare di ARTA;
– rifiuti di origine umana spiaggiati oppure gettati direttamente nell’area.
Invece di affrontare in maniera efficace queste criticità finora il comune si è semplicemente accanito, spendendo quasi centomila euro,. su questi lembi di Natura rimasti, contraddicendo addirittura il proprio Piano demaniale che imporrebbe la rinaturalizzazione dell’area.
Un piano di cui il comune dovrebbe andar fiero, visto che ha di fatto anticipato di dieci anni le norme che oggi il Parlamento europeo ha approvato per la rinaturalizzazione di fiumi e territori, tra l’altro con i voti degli stessi partiti che oggi sostengono la Giunta Menna.
Eppure il sindaco pare determinato a proseguire con un approccio i cui risultati fallimentari sono purtroppo sotto gli occhi di tutti. Come l’ultimo dei giapponesi una parte dell’amministrazione propugna addirittura di tombare definitivamente Fosso Marino con un progetto milionario portandolo a sfociare in mare. Invece di risolvere il problema degli scarichi si preferisce mettere la polvere sotto al tappeto? Facciamo sommessamente notare che la tombatura dei corsi d’acqua naturali è vietata dalle leggi.
Cosa fare allora?
1) Attivare un monitoraggio molto più ravvicinato, anche giornaliero, direttamente sul corso d’acqua alla foce per comprendere meglio in quali occasioni si assiste al superamento dei limiti di legge, senza dover tenere conto delle variabilità dell’ambiente marino;
2) Perlustrare sia il tratto tombato sia quello a monte verso la collina, per individuare gli scarichi abusivi e perseguire duramente i responsabili;
3) Riaprire quanto più possibile il tratto tombato ridando un alveo quanto più naturale al corso d’acqua;
4) Rinaturalizzare la foce e le aree di spiaggia circostanti come previsto dal Piano del Demanio Marittimo lasciando crescere le cannucce di palude e le altre piante, anche con piantumazioni delle specie delle dune oppure lasciando all’evoluzione naturale (in dieci anni a Pescara si è formato il parco delle dune; oggi, senza costi, sono presenti specie rarissime che hanno ricolonizzato da sole l’area);
5) Pulire costantemente questo tratto di spiaggia dai rifiuti umani, utilizzando i mezzi meccanici il meno possibile;
6) Allestire panchine, passerelle, cartellonistica per far vivere il luogo.
Auspichiamo che la dura lezione dei coliformi porti a un ravvedimento operoso il Sindaco e quei rappresentanti della giunta che finora hanno appoggiato un approccio palesemente errato. Trarre insegnamento dagli errori, che tutti facciamo, è segno di maturità, cautela e lungimiranza. Dimostrare di saper rinaturalizzare e disinquinare Fosso Marino sarebbe un grande segnale anche oltre Vasto, al passo con i tempi delle nuove politiche europee costruite sulla base dell’esperienza di migliaia di scienziati ed enti pubblici attenti all’ambiente.
2023-07-31 16:16:09
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