La storia della nostra amata Sicilia è intrisa da una forte tradizione, che fa rimanere viva la storia, ma anche da interessi ed ipocrisia.
Analizzando il recente passato non si può non pensare al ruolo strategico che gioca la nostra isola che si trova al centro del mar Mediterraneo. Ma con i tanti “agnelli sacrificati” che ci sono stati nel corso del tempo, realmente noi cittadini non riusciamo a cambiare la sorte della nostra terra?
Veramente dobbiamo continuare ad assistere e acconsentire all'ipocrisia e alla mancanza di memoria che ci travolge?
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in alcune foto sui vari social del “caro” ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro per gli amici Totò "Vasa Vasa", dove in un incontro di partito, penso si trattasse di questo, la sala era gremita di persone. Davvero non ricordiamo la condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra? Ma la cosa più strana è vedere qualche parente vittima di mafia che lo segue e fa il tifo per lui. Ma poi penso ai vari Rita Dalla Chiesa, Caterina Chinnici passati e, come nel primo caso, candidati con Forza Italia e allora mi convinco sempre di più che, in fondo, ci piace dimenticare il nostro recente passato.
Davvero l'arma dei Carabinieri fa aumentare di grado, fino al generale, un uomo come Arcangioli che è stato addirittura fotografato sul luogo della strage di via d'Amelio con in mano la borsa del giudice Borsellino che conteneva l'agenda rossa poi scomparsa e al centro di numerose indagini e depistaggi? Addirittura viene chiamato dalla pensione per riprendere servizio perché manca personale.
Perché continuiamo ad osannare un capitano dei carabinieri che ha arrestato Totò Riina e poi lo troviamo al centro sia nella mancata perquisizione del covo, ricordiamo che è stato assolto nel processo, sia, sembra, nel caso del mancato arresto a Catania di Santapaola, storia mai approfondita?
Poi vedo che nel 2017 si è candidato in Calabria sempre con Forza Italia e allora mi do la stessa risposta: forse, in fondo, ci piace e ci fa comodo tutto ciò.
Poi ci ritroviamo un procuratore "mischiato" nel Sistema Montante, un sostituto procuratore che ha fatto carriera quando si è tirato fuori da un processo perché non era d'accordo con i rinvii a giudizio mentre il resto dei magistrati, che hanno portato a compimento lo stesso processo, sono stati obbligati a ricoprire ruoli marginali nelle istituzioni o, addirittura, costretti a dimettersi dalla magistratura.
Continuiamo a votare politici che sono vicini a mafiosi o appoggiati da persone che sono state condannate per mafia e dentro, ancora una volta, il “Sistema Montante”. Vediamo che la maggior parte dei carabinieri che hanno assistito al “suicidio?” del maresciallo Lombardo sono stati promossi, che questori e poliziotti che si erano avvicinati in passato a Matteo Messina Denaro sono stati “promossi” e destinati ad altra sede grazie alla mano di Antonino D'Alì, ai tempi di sottosegretario all'interno.
E, alla fine mi chiedo, è realmente cambiato qualcosa da 50 anni ad oggi? È solamente cambiato il metodo delle mafie, che non sparano più frequentemente come prima, ma la mentalità è rimasta la stessa?
Primo Levi diceva: “Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo”.
E allora s
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2023-09-19 18:40:20
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