Sotto la spinta del pensiero neoliberista, negli anni 80 si cominciò a far passare l'idea che pubblico era cattivo mentre privato era buono.
In quegli anni, con una semplice lettera scambiata tra Andreatta e Ciampi, si decise che il Tesoro non avrebbe più riassorbito i bot invenduti. Con questa decisione, presa senza passare da aule parlamentari, si misero le condizioni per far crescere il debito pubblico dal 60% di inizio anni 80 al 120% di inizio degli anni '90.
Con la scusa del debito pubblico, al fine di abbatterlo, si misero sul mercato un insieme di beni pubblici, come banche, industrie, infrastrutture. Furono in pratica svendite.
Il debito pubblico non fu abbattuto mentre ci ritrovammo, come popolo, più poveri e sempre più precari.
Ora Tajani, visti i brillanti risultati delle precedenti privatizzazioni, propone di continuare su questa strada. Le condizioni sono ideali grazie alla guerra russo-ucraina che sta favorendo lo sfaldamento delle economie europee. Cosa ci rimane come pubblico da mettere sul mercato? Sanità, scuola e altri servizi.
In quest'ottica permetteremo, a chi detiene capitali, di venire a fare shopping sul nostro territorio, senza migliorare, come è avvenuto in passato, i conti pubblici e favorendo la concentrazione di ricchezza in poche mani e l'aumento di povertà e precarietà.
Di questo abbiamo bisogno? Quali forze pensano di volersi opporre a questa deriva? Chi vorrà porre la necessità di rompere con una visione di economia globale per passare ad una rilocalizzazione dei mercati? Chi metterà al centro dell'agire la crisi ecologica e demografica ed una migliore distribuzione della ricchezza?
Mistero glorioso di un'epoca di passioni tristi!
uploads/images/image_750x422_652192fa54d2a.jpg
2023-10-07 19:19:34
13