“Letto l'articolo 605 cod. proc. pen. Dichiara di non doversi procedere, per difetto di querela, in relazione ai capo 5B.10 nei confronti di Domenico Lucano. Assolve Lucano Domenico dai reati di cui ai capi 1, 2, 5A, 5B.1, 5B.2, 5B.3, 5B.4, 5B.5, 5B.6, 5B.9, 6 – ad eccezione della condotta relativa alla determina n. 57 del 19 settembre 2017 per le quali viene esclusa l'aggravante di cui all'articolo 61, n. 2 codice penale- 9.1, 9.2, 9.3, 9.4, 15, 19 e 20, perché il fatto non sussiste; per l'effetto, previa concessione delle circostanze attenuanti di cui all'art. 62 bis cod. pen. in regime di equivalenza con le contestate aggravanti.
Ridetermina la pena finale nei confronti di Lucano Domenico, per il reato di cui al capo 6, limitatamente alla determina n. 57 del 19 settembre 2017, in anni 1 e mesi 6 di reclusione, condizionalmente sospesa. Dichiara inoltre, non doversi procedere, per intervenuta prescrizione, nei confronti di Lucano Domenico, per i reati di cui ai capi 11 e 16.
Revoca le statuizioni civili emesse in favore del Ministero dell'interno. Conferma nel resto, condannando Lucano Domenico a rifondere alla S.I.A.E. le spese processuali del grado, liquidate in euro 1.400,00 ed accessori come per legge. Dispone trasmettersi gli atti alla procura regionale presso la Corte dei conti di Catanzaro. Indica in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione. Reggio Calabria, 11/10/2023”
(questa è la parte che riguarda solo Mimmo Lucano e non gli altri imputati, peraltro tutti assolti.)
Sono queste le parole parole della Corte d'appello di Reggio Calabria, presieduta da Elisabetta Palumbo.
foto presa dal web
“È la fine di un incubo che in questi anni mi ha abbattuto tanto, umiliato, offeso. È la fine di un incubo che per anni, ingiustamente, mi ha reso agli occhi della gente come un delinquente.
Lucano è stato attaccato, denigrato e accusato, anche a livello politico e non solo, quindi, giudiziario, per distruggere il modello Riace, la straordinaria opportunità creata per accogliere centinaia di persone che avevano bisogno e per ridare vita e ripopolare i centri della Calabria.
A questo punto spero che pure la Rai si ricreda e mandi in onda la famosa fiction girata con Fiorello a Riace.”
– afferma così Mimmo Lucano dopo la sentenza d'appello.
Per chi era presente è stato impossibile non sentire le sue urla di gioia e commuoversi insieme a lui.
Ma adesso, dopo 7 anni di calvario giudiziario, chi deve chiedere scusa a Mimmo Lucano? L'allora prefetto di Locri, che nel 2016 aveva rilevato anomalie nel funzionamento del sistema facendo bloccare i fondi al comune da parte del Ministero dell'Interno; o chi nell'ottobre del 2017 lo ha indagato per truffa ai danni dello Stato? O, peggio ancora, chi nel corso di questi anni lo ha messo “in croce” basandoci anche una grande parte della propria campagna elettorale?
Nel frattempo che aspettiamo le risposte, Mimmo Lucano torna a parlare e lo fa tramite il suo profilo facebook. Lunedì 1 ottobre pubblica un post dove, da grandissima persona con senso del dovere e concentrato ad aiutare sempre il prossimo, fa un appello per chi scappa dalle guerre, vedasi l'ultima scoppiata tra Palestina e Israele:
“ …ancora l'eco della solidarietà non si è spento.
…è come un fuoco che continua a bruciare, forse non si spegnerà mai
Vorrei fare un appello a tutti che poi rilanceremo il giorno della grande manifestazione a Riace il prossimo 29 ottobre: siamo pronti ad accogliere nelle case del villaggio globale di Riace bambini, donne, uomini vittime innocenti della guerra in medio oriente e di tutte le guerre del mondo
Il villaggio globale è diventato il simbolo della resistenza alle ingiustizie (come la striscia di Gaza) inaugurati alcuni anni fa con un digiuno di giustizia dal missionario comboniano padre Alex Zanotelli
Siamo per una accoglienza incondizionata per le vittime delle guerre, delle oppressioni,, fame, povertà, discriminazioni, fascismi, disumanità
Facciamo sentire il nostro grido le nostre voci di pace, rabbia e speranza.
Dal villaggio globale
Lunedì 16 ottobre 2023
Domenico Lucano”
in copertina Domenico Lucano, foto presa da Ansa.it
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