Un copione triste, non esiste definizione più attinente per descrivere ciò che sta accadendo in Francia, soprattutto nel tifo organizzato.
I tifosi marsigliesi, già abbastanza noti per episodi analoghi in passato, si scagliano contro la squadra del Lione e feriscono l'allenatore Fabio Grosso al volto e alla testa con dei frammenti di vetro, dopo che hanno volutamente colpito i finestrini del pullman.
Questa vicenda ha riaperto il cosiddetto "vaso di pandora" sulla gestione del tifo in Francia. Purtroppo non è stato un caso isolato, ma recentemente è accaduto spesso e volentieri.
foto tratta da Sardegna report 24
Un altro episodio simile è accaduto domenica 20 agosto nella seconda divisione francese tra Ajaccio e Bordeaux, in cui la partita è stata dominata da violenti scontri tra i tifosi delle due squadre all’interno dello stadio. Nonostante la trasferta fosse stata vietata dalle autorità, una sessantina di tifosi del Bordeaux sono riusciti a introdursi comunque all’interno dell’impianto e a inneggiare alla propria squadra: il preludio per scatenare una vera e propria guerra sugli spalti, con scale, panchine e seggiolini che piovevano da uno schieramento all'altro. L'arbitro della partita, è stato costretto a sospendere il match per quasi un’ora, in attesa dell’evacuazione dei tifosi ospiti così da ristabilire l'ordine.
La ridondanza di queste situazioni spiacevoli, con il tifo organizzato come protagonista, ha radici ben definite:
La prima frattura che ha creato tensione tra molti club e i gruppi organizzati risale ai tempi del Covid, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’incomunicabilità tra le due parti genera odio, con i primi che non appoggiano le azioni dei secondi e viceversa. L’essere ultras, infatti, significa essere un tifoso viscerale, pronto a tutto per difendere il proprio club, compreso l'uso della violenza verbale e pure fisica. La violenza è sia marginale che centrale tra i tifosi: è marginale perché non è il loro obiettivo principale, riguarda solo poche persone e si verifica raramente, ma è centrale perché la considerano un mezzo per risolvere i conflitti o farsi sentire. Troppa violenza screditerebbe il loro ruolo, per questo cercano di limitarla, ma non possono rifiutarla del tutto perché temono di perdere ogni senso di appartenenza.
I club, dal canto loro, hanno smesso di dare credito agli ultras.
Sono, ormai, considerati solamente un problema più che una risorsa. Ecco che, quindi, è in atto una politica repressiva nei loro confronti, in particolare per quanto riguarda le trasferte e la gestione degli eventi sportivi.
Si vietano le trasferte ai tifosi per cercare di evitare violenze e si ottiene l’effetto contrario.
La realtà è che il pallone francese, non è ritenuto un fenomeno sociale tale da dover essere interessato da soluzioni organizzative precise. L’insufficienza di uomini della polizia messi a disposizione per le partite, la mancanza di steward, il fallimento di Mediapro e la conseguente riduzione di ricavi dei club (un miiardo circa di perdita totale), l’assenza di un piano strutturato tra prefetture, federazione e club per organizzare le trasferte hanno fatto in modo che si procedesse a vietarle del tutto.
Si arriva, dunque, a fare di tutta l'erba un fascio e a proibire anche ciò che non ha motivo di essere proibito, con l’effetto di fomentare ancora di più i tifosi privati della libertà di movimento. Questa tolleranza zero, prevista dall'IAS, il nostro DASPO, ha ottenuto l’effetto contrario.
In Francia, dunque, manca la volontà: storicamente e socialmente, privare un tifoso di una trasferta non è sentito dalle autorità come un grosso problema, anzi.
Il girarsi dall’altra parte dell’autorità, inoltre, causa inoltre disastri d’immagine come in occasione della finale di Champions 2022 tra Liverpool e Real Madrid, nella quale l’organizzazione parigina ha dato prova della sua inadeguatezza. E occhio, che la prossima estate arrivano le Olimpiadi.
È giunto il momento di cambiare aprendo gli occhi, affrontando il problema ultras e rimodellando la gestione dell’evento partita e la concezione del calcio nella società francese.
Senza proibire e sottovalutare, ma cercare la via del dialogo e del confronto tra autorità, club e tifo organizzato, prima che questa bomba ad orologeria, esploda completamente.
in copertina Fabio Grosso, foto tratta da Il Corriere
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2023-11-05 08:37:22
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