Osservo quanto accade in Italia, in Europa e nel mondo: la vera politica fatico a vederla. Essa è diventata violenza, inganno, affare, corruzione, mistificazione, devastazione delle coscienze, sia sul piano etico che culturale.
Trionfano il rampantismo, l'autoaffermazione e il successo personale ad ogni costo, la voglia di emergere comunque, il prestigio legato non alle idee ma alla ricerca ossessiva del potere e del denaro. Questo modo di essere e di pensare pervade i meandri della società, paralizza le menti e lo spirito critico, delegittima qualsiasi tentativo di praticare idee e valori diversi.
Ricordo un episodio personale accaduto negli anni '90 quando ero componente dell'ARS, l'Assemblea Regionale Siciliana.
Un parlamentare di lungo corso mi disse: "Se vuoi restare in politica per lungo tempo non devi avere principi e morale". Voleva essere un consiglio nei miei confronti, ritenendomi poco esperto, quasi sprovveduto.
Poi lo sprovveduto risultò lui che finì in carcere per corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa.
I mezzi di comunicazione, tranne pochissime eccezioni, sono in prima fila nel sostenere chi comanda, divulgandone il "verbo". In Italia molti giornalisti e intellettuali, disse Norberto Bobbio, "tradiscono quando subordinano i loro ideali ad una politica perversa".
Si rapportano al potere conoscendo un solo monosillabo: SI. "Ci sono persone la cui faccia è la cosa più indecente di tutto il corpo" (Francisco Goya).
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2023-11-19 16:57:59
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