Una storia vera i cui fatti si intrecciano con «con le tante storie di violenze raccolte e denunciate da Don Fortunato di Noto che ha fatto del web la frontiera del suo apostolato, lanciando la sua battaglia contro pedofilia e pedopornografia».
È il commento della deputata Carolina Varchi in occasione della presentazione del film “The Sound of Freedom” ad Atreju. Evento a cui hanno partecipato Federica Picchi Roncali, Managing Director della Dominus Production Group che porterà in Italia il film sulla storia vera di un agente impegnato per anni contro la pedocriminalità, e don Fortunato Di Noto, il fondatore e Presidente di Meter.
«Argomenti delicati che fanno male che a volte sono un vero e proprio ‘pugno allo stomaco’, ma di fronte ai quali non si può arretrare di un millimetro – prosegue Varchi (Fratelli d’Italia) – Reati come questi si combattono con le leggi e con la repressione, ma anche e soprattutto – conclude Varchi – con l’impegno culturale, come fa benissimo Federica Picchi e con l’attivismo straordinario di Don Fortunato».
Orribili crimini definisce pedofilia e pedopornografia Carolina Varchi, crimini che don Fortunato denuncia e combatte da oltre trent’anni lanciando grida disperate contro l’indifferenza e le complicità che aleggiano nella società italiana, nel ventre oscuro di quella società che da decenni occupa le vette della classifica mondiale del turismo pedofilo (il cd. “turismo sessuale”) e che è tra le più attive nell’hub mondiale di pedofilia e pedopornografia che esiste nel cuore dell’Europa. La cronaca costantemente ci riporta notizie di operazioni e inchieste contro abusi anche nelle famiglie e di reti pedocriminali denunciate dalla Polizia Postale.
L’ultima è delle scorse ore in Lombardia. Questo il comunicato stampa integrale della Polizia Postale.
Trasmettevano in diretta, dietro pagamento, video che ritraevano abusi sessuali nei confronti di minori. La polizia postale di Milano ha eseguito due misure cautelari nei confronti di un uomo e una donna, marito e moglie, che praticavano un fenomeno noto come “Live Streaming Child Abuse”.
L’indagine, condotta dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia Online (CNCPO) della Polizia di Stato e coordinata tribunale di Milano, è nata da una segnalazione della Banca d’Italia relativa ad operazioni finanziarie sospette pervenute dopo un’indagine di cooperazione internazionale di Polizia.
Gli indagati, di nazionalità filippina, ricevevano versamenti da account PayPal riconducibili a utenti europei, per trasmettere video in diretta di abusi sessuali su minori, commissionati sul momento da utenti interessati. Tra questi risulta anche un cittadino italiano che, tra il 2019 e il 2020, aveva effettuato pagamenti per acquistare filmati preregistrati e spettacoli live con protagonisti dei bambini e degli adolescenti.
Sulla base dei riscontri d’indagine, lo scorso mese, a Milano, gli investigatori su delega della Procura hanno effettuato una perquisizione domiciliare e informatica all’indagato e dall’analisi sui dispositivi sequestrati sono emersi gravi indizi nei suoi confronti e anche della moglie. Gli investigatori hanno dimostrato che la donna nel periodo in cui viveva all’estero, faceva parte del network criminale sopra citato e trasmetteva in diretta, dietro pagamento, video ritraenti abusi sessuali nei confronti dei suoi due figli minorenni.
L’uomo è finito in carcere mentre per la moglie sono stati disposti l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria e il divieto di espatrio. Le misure cautelari sono state eseguite dal personale del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia Online e della Sezione operativa per la sicurezza cibernetica di Varese.