Parziale e i boss dei clan di Afragola mandavano ordini col cellulare dal carcere e le condanne a morte per i rivali.
Dopo il blitz di carabinieri e polizia coordinati dalla DDA partenopea emergono altri fatti che rendono l’idea di come ormai i boss anche dalla galera continuano a comandare e ad inviare messaggi ai sodali sul territorio. Oltre ai video pubblicati sui social – di cui più volte abbiamo documentato – , i camorristi anche dalla cella hanno il controllo e vengono informati su cosa accade sul territorio.
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Una indagine quella che hanno condotto i carabinieri di Castello di Cisterna, supportati dalla locale stazione di Afragola in collaborazione con la squadra mobile della Polizia di Stato e il commissariato P.S di Afragola.
L'importante operazione ha portato a conoscenza degli inquirenti dell'esistenza del nuovo clan di camorra operante su Afragola, Casoria e l’intera aerea di Napoli Nord. Un gruppo criminale capace di intimidire un intero territorio, attraverso le estorsioni sulle piazze di spaccio non gestite direttamente dal clan Sasso-Parziale.
Questa estorsione, in gergo criminale, viene chiamata “sporca” poiché fatta ai danni di altri pregiudicati che mai denunceranno.
Comandavano dal carcere i vertici del gruppo camorristico Sasso-Parziale, articolazione del clan Moccia, operante ad Afragola, in provincia di Napoli e con base logistica nel rione “Salicelle”.
Il cellulare utilizzato dai mafiosi nelle celle di detenzione
Emerge dalle indagini dei carabinieri e della squadra mobile di Napoli. Dopo essere stati arrestati, infatti, sia Nicola Luongo, sia Giuseppe Sasso, entrambi ritenuti a capo del gruppo, avevano a disposizione un cellullare con il quale, dalla cella, impartivano le direttive a Vittorio Parziale.
Tutto è stato documentato dagli investigatori. Ed è accaduto fino alla fine di ottobre 2020.
Dal novembre del 2020, invece, la direzione del clan è passata nelle mani di Giuseppe Sasso (detenuto fino a giugno dello stesso anno) il quale eseguiva gli ordini (sempre impartiti dal carcere, di Mariano e Aniello Barbato). I destinatari delle misure cautelari sono stati tutti arrestati a Napoli, tranne uno che, invece, è stato rintracciato dalla squadra mobile ad Arezzo.
Al momento uno degli indagati manca all’appello ed è ricercato.
Le richieste estorsive agli imprenditori
Recentemente altri imprenditori di quella zona del napoletano hanno sporto denuncia riguardo a richieste estorsive subìte tra febbraio e marzo 2023. La polizia giudiziaria ha presentato una integrazione agli inquirenti della Dda di Napoli. Il gruppo camorristico era organizzato in batterie che avevano compiti specifici (droga, rapine, estorsioni).
Le attività illecite passate al setaccio riguardano il periodo tra ottobre 2018 e la fine di settembre 2022 e, complessivamente, sono 38 gli indagati.
Adesso i clan rivali partiranno alla conquista delle piazze di spaccio e al predominio sul territorio in un periodo dell’anno dove le estorsioni ai commercianti e imprenditori hanno una scadenza fissa. La cosiddetta rata di “Natale” che stritola il commercio legale.
Poi c'è il business dei fuochi di artificio illegali, vere e proprie bombe che da anni sono usate per attentati (e non solo) a fine anno. Producono ricchezza illegale per i clan ma anche un pericolo per l'incolumità dei cittadini. Il modus operandi è cambiato. Non attraverso le solite bancarelle per strada ma consegne a domicilio, con depositi presso le abitazioni di insospettabili che sono delle vere e proprie polveriere.
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2023-12-20 13:22:32
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