L’anno 2023 è iniziato alla grande, per qualcuno:
il 16 gennaio, in pompa magna, è stato arrestato Matteo Messina Denaro. Tutto bello e, sicuramente, una vittoria visto che dopo 30 anni di latitanza è stato arrestato.
Ma il gioco è tutto lì: 30 anni.
Questi 30 che, ancora nel 2023 con tutti i passi in avanti, dovrebbero farci vergognare.
La domanda è: Chi è che realmente ha coperto la sua latitanza?
E non parliamo di semplici o illustri cittadini (lo confermano le indagini e gli arresti di tutti coloro che lo hanno aiutato e troviamo medici, maestre, massoni e tante altre persone).
La domanda è rivolta a quelle persone che istituzionalmente lo hanno protetto per questi lunghi 30 anni permettendogli di andare dove vuole, di acquisire potere, di arricchirsi e tanto altro.
Da lui sicuramente non lo potremo mai sapere visto che, ancora una volta casualmente, è morto dopo diversi mesi senza dire nulla (almeno così sappiamo noi).
Poi arriva il 23 maggio, tra alti e bassi, e quindi il 31 anniversario della strage di Capaci.
Per la prima volta da dopo le stragi un corteo in memoria di Giovanni Falcone e in richiesta di verità e giustizia è stato bloccato e manganellato da: polizia, carabinieri e guardia di finanza (tutti insieme appassionatamente).
Ma perché viene bloccato all’improvviso proprio questo corteo, nemmeno 24 ore prima, e sempre casualmente tutto questo accade dopo che ne viene presentato un altro da chi, nelle carte, dovrebbe fare memoria e poi prende pubblici finanziamenti per centinaia di migliaia di euro?
Ah ricordiamo che la persona in questione l’anno scorso attaccava certi politici e quest’anno li abbiamo ritrovati seduti sotto il palco in via Notarbartolo e noi li attaccavamo durante il corteo (forse sarà stata proprio l’unione di queste cose per arrivare a questa reazione?).
– Dopo le manganellate del 23 maggio il corteo del 19 luglio sarà un corteo di lotta
Sempre il 23 maggio, poi, viene eletto il Presidente della Commissione Nazionale Antimafia: viene scelta, niente popò di meno che, Chiara Colosimo.
Tutto bello fino a che non si scoprono i rapporti (comprovati da una bellissima fotografia) che la stessa Colosimo intrattenne con Luigi Ciavardini.
E allora? (si chiederebbe qualcuno).
Nulla di strano; solo che però questo Ciavardini, oltre ad essere un importante esponente del gruppo eversivo neofascista dei NAR (Nuclei Rivoluzionari Armati) è stato condannato a 30 anni di reclusione per la strage di Bologna.
Un altro caso di questa commissione sono state le dichiarazioni della Presidente riguardanti le ricerca delle verità sulle stragi mafiose:
e allora stracciamo pure la sentenza che afferma che una Trattativa c’è realmente stata e non ricordiamoli più questi morti, visto che danno così tanto fastidio.
Infine, sennò ci sarebbero moltissime altre cose da scrivere, troviamo
l’attacco del professore universitario Visconti al magistrato Nino Di Matteo e il giornalista Saverio Lodato.
Su questo c’è poco da commentare perché già semplicemente che questo attacco diretto, addirittura secondo Visconti Di Matteo e Lodato non dovrebbero nemmeno girare le scuole, venga fatto da un professore universitario fa già capire tutto. Comunque ne abbiamo parlato in maniera approfondita qui:
-Costantino Visconti continua ad attaccare Nino Di Matteo e Saverio Lodato/1
-Costantino Visconti continua ad attaccare Nino Di Matteo e Saverio Lodato/2
-Costantino Visconti continua ad attaccare Nino Di Matteo e Saverio Lodato/3
-Costantino Visconti continua ad attaccare Nino Di Matteo e Saverio Lodato/4
-Costantino Visconti continua ad attaccare Nino Di Matteo e Saverio Lodato/5
Ho posto la domanda del tentativo di riscrivere la storia a Luigi de Magistris, in questa intervista De Magistris: «Un Paese che non ha il coraggio di perseguire verità e giustizia è a democrazia molto fragile» , e lui mi ha risposto così:
“Fa parte della storia che esiste il tentativo di scrivere la storia da parte di chi vince. Quindi oggi dovremmo capire, se vogliamo dare una lettura inquietante a questa mia premessa, chi ha vinto.
E quello che sta accadendo negli ultimi tempi inquieta. Messina Denaro, vabbè abbiamo più o meno detto e aggiungerei che con il suo arresto viene catturato il simbolo di quella stagione stragista di cosa nostra che è stata poi superata da una stagione post-trattativa perché io sono uno di quelli, aldilà della sentenza di Cassazione di cui dobbiamo poi con attenzione vedere le motivazioni, che ritiene, così come ricostruito da valenti pubblici ministeri tra cui Nino Di Matteo, che la trattativa c’è stata.
Poi gli aspetti giudiziari vediamo fino a che punto avallano, aldilà delle responsabilità personali, ma che ci sia stata una trattativa par fuori dubbio e che Borsellino salti proprio perché si rende conto che pezzi di Stato stavano trattando con cosa nostra. Altro fatto è che la commissione antimafia è presieduta da una parlamentare di Fratelli d’Italia, che si chiama Colosimo, che non ha esitato a farsi fotografare con Stefano Ciavardini neofascista condannato per la strage di Bologna.
È un dato di fatto che la commissione parlamentare antimafia ai tempi del governo delle destre e della premier Meloni, abbia inteso a maggioranza non indagare sui buchi neri delle stragi.
È dato di fatto, ma non da adesso che ci sono le destre ma anche prima pur quando c’era il cosiddetto centro-sinistra, che i servitori dello Stato scomodi vengono adeguatamente contrastati. Io ne sono un testimone vivente ma non solo io. Se pensiamo che Nino Di Matteo contestualmente ha vissuto la tensione di aver saputo che Totò Riina aveva ordinato il tritolo per farlo saltare in aria e, nello stesso periodo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, poi sottoposto di fatto a un processo di beatificazione dopo la morte, abbia chiesto al procuratore generale della Cassazione di iniziare un procedimento disciplinare nei confronti di Nino Di Matteo; e sappiamo anche la volontà della presidenza della Repubblica, con il Presidente Giorgio Napolitano, di sollevare conflitto di attribuzioni con la procura di Palermo che ha portato poi alla decisione della Corte Costituzionale addirittura di distruggere intercettazioni di colloqui tra il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino, ma il paese non saprà mai che si sono detti, per inciso dico ma è una mera coincidenza che i due sono stati ai vertici di quel CSM che con una decisione assolutamente senza precedenti, completamente abnorme e fuori dai diritti costituzionali a tutela dell’autonomia e della magistratura, mi colpirono con la censura l’incompatibilità ambientale e funzionale.
Quindi che si sia una volontà in questi anni di contrastare duramente chi all’interno dello Stato persegue con ostinazione verità e giustizia mi pare un fatto assolutamente certo. E che oggi sia in atto anche una presunta azione riformatrice sulla giustizia da parte di questo Governo e questa maggioranza che vuole ulteriormente ridimensionare le prerogative della magistratura i poteri di indagine assegnati agli organi inquirenti, mi pare assolutamente fuori di dubbio.
Se solo pensiamo, potrei fare tanti esempi, al progetto di riforma delle intercettazioni telefoniche e ambientali, ma anche tutte le altre riforme che sono state iniziate e che sono pronte per essere approvate. Quindi che ci sia un disegno di conformismo, di abbassamento della tensione, di riscrittura della storia e di far passare per visionari se non peggio chi vuole semplicemente capire che cosa è accaduto nel ’92 ’93 quando cosa nostra mise bombe ovunque e fece stragi in tutta Italia?, che cosa è accaduto in quegli anni? È accaduto che è cambiato il corso della storia, sono cambiati i riferimenti politici, i punti di riferimento, i referenti e quindi queste persone con collusioni anche all’interno delle istituzioni, hanno cambiato semplicemente il corso della storia.
Quindi concludo dicendo che noi siamo sicuramente un paese più democratico di altri, in cui c’è una democrazia formale sicuramente forte, che abbiamo una Costituzione ottima forse la migliore del mondo ma siamo anche il Paese che non ha avuto finora coraggio, volontà e determinazione almeno ad alcuni livelli, di raggiungere verità e giustizia su fatti che hanno completamente mutato il corso della storia del nostro paese.
E un paese che non ha il coraggio di perseguire verità e giustizia o anche chi ostacolare chi all’interno dello stato perseguita verità e giustizia, io non ho difficoltà a ritenere che è un paese a democrazia molto fragile, molto debole e sicuramente ha una democrazia non compiuta.”
Lascio ai posteri l’ardua sentenza.
immagine di copertina presa dal web
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