Durante gli anni '70, poco dopo la crisi petrolifera, il Club di Roma, formato da famiglie ed imprenditori importanti che condizionavano l'economia mondiale, commissionarono all'MIT uno studio per vedere se il modello economico in continua espansione era compatibile con il futuro dell'umanità.
Il responso fu che detto sistema di continua crescita non era compatibile per la limitatezza delle risorse del sistema Terra.
Ci si aspettava un cambiamento di rotta radicale. Invece questo non avvenne.
Semplicemente furono disdetti gli accordi di Bretton Woods che avevano permesso con il keynesismo una espansione dei consumi con una distribuzione più equilibrata della ricchezza ed il conseguente sviluppo delle democrazie. Il dollaro, che era la moneta di riferimento ed aveva un rapporto fisso con l'oro, cominciò a fluttuare liberamente e i capitali ebbero libertà di movimento ed andarono, con la globalizzazione, a scegliersi i siti, per produrre, a più basso costo di manodopera e materie prime, per massimizzare i profitti. Per far espandere meglio l'economia si andò finanziarizzando la stessa producendo denaro dal denaro. Le banche non erano più semplicemente al servizio della produzione ma producevano ricchezza indipendentemente da prodotti reali.
In questo sistema non è stato più necessario distribuire ricchezza, che veniva sempre più concentrata in poche mani, ed anche le democrazie venivano progressivamente destrutturate non essendoci più la necessità keynesiana di distribuire ricchezza. Non è un caso che si è avuto l'assalto al Congresso USA, il centro della democrazia, e che sempre meno persone vadano a votare e si svolti a destra verso regimi sempre più autoritari. Nel neoliberismo decadente, dominato dal darwinismo sociale, aumentano sempre più le guerre e si rischia di arrivare all'ora zero con l'atomica.
Le guerre, che sembravano essere l'unico modo di sopravvivenza dei popoli, oggi potrebbero essere superate dalle conoscenze che abbiamo per regolare meglio i rapporti tra gli uomini, difendere le risorse ambientali e trovare un modo razionale di limitare l'espansione demografica.
In assenza di un diverso assetto valoriale, con cicli economici che mantengano l'equilibrio del sistema Terra con una più equa distribuzione delle ricchezze, ci avviamo verso la catastrofe.
Le guerre sono figlie di scelte economiche e sociali.
Se non si esce da questo pensiero unico neoliberista decadente, l'unica via possibile sarà la catastrofe.
L.P.
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2023-12-26 15:14:13
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