In un Paese strano, senza memoria, è fondamentale ricordare anche con un Premio, quindi ogni anno, una donna massacrata dalla schifosa ‘ndrangheta. Gli errori commessi in passato non devono essere più ripetuti. Questa fimmina calabrese è stata stritolata dalla violenza criminale della mafia calabrese ma è stata anche abbandonata da uno Stato poco attento a tutelare i suoi cittadini. E le scuse ancora non sono arrivate. La testimone di giustizia compare ancora negli elenchi dei collaboratori. Una vergogna di Stato. Lea Garofalo è stata abbandonata ed isolata da tutti. Solo dopo la morte ha ottenuto rispetto e credibilità. Nel Paese “orribilmente sporco” bisogna aspettare la morte per diventare credibili.
Paolo De Chiara, Presidente Dioghenes APS, Ass. ANTIMAFIE e ANTIUSURA
Lea Garofalo, donna calabrese, vittima della crudele barbarie della ‘ndrangheta, che ha pagato con la morte la sua coraggiosa volontà di riscatto, anche quest’anno sarà ricordata attraverso il Premio Nazionale. Il ricordo di questa donna, accanto a quello di tutte le vittime di mafia, è un dovere che ogni cittadino dovrebbe sentire non solo per onorarne la memoria ma anche per tramandare un ricordo in territori che quasi sempre tendono a dimenticare. Un dovere che non può lasciare nell’oblio una donna come Lea che ha combattuto per dire “NO” alla ‘ndrangheta e per garantire un futuro dignitoso alla propria figlia. Un dovere ricordare questa “fimmina coraggiosa” anche per far comprendere ai giovani l’importanza del saper vivere quotidianamente all’insegna del rispetto della legalità. “Legalità”, parola sposata sulla bocca di tutti ma che spesso viene svincolata dalle azioni quotidiane di molti, inducendo i giovani ad incamminarsi su strade pericolose.
Angela Napoli, già comp. Comm. Antimafia, Resp. Legalità Dioghenes APS
Lea Garofalo è una fimmina calabrese che non ha girato la testa dall’altra parte, che l’ha alzata davanti ai mafiosi vigliacchi. Nasce il 24 aprile del 1974 a Petilia Policastro (Kr) in un contesto di ‘ndrangheta. Ha la sventura di incontrare Carlo Cosco. Il guappo sfrutta l’amore di Lea mentre si dedica a conquistare la piazza di spaccio milanese. Comincia l’inferno, l’unica strada da seguire è quella della Giustizia e si affida allo Stato. Rompe l’antico codice della ‘ndrangheta. Il 24 novembre 2009 a Milano viene allontanata da sua figlia e uccisa brutalmente. Denise accusa suo padre e lo fa condannare in modo definitivo il 18 dicembre 2014. Lea è ricordata in molte piazze, città e scuole. È prossimo l’avvio dell’iter per dedicarle un plesso scolastico nel territorio di Rozzano (Mi).
Pino Cassata, Resp. Scuole e Università, Dioghenes APS
Lea ha saputo ribellarsi alla ‘ndrangheta pagando con la vita. È esempio di coraggio. Da Testimone di giustizia non posso non puntare il dito su chi avrebbe dovuto proteggerla e non ha fatto nulla. Lasciandola come un bersaglio di una vendetta già annunciata. Una donna, che dopo essersi ribellata, ha “collaborato” con la giustizia, senza essere mai stata una delinquente. Non ha barattato la sua “collaborazione”. Cosa che i collaboratori fanno, assicurandosi protezione e sconti di pena. Una protezione che non è mai stata data a Lea, rimasta abbandonata a sé stessa. Umiliata e offesa da chi avrebbe dovuto proteggerla. Ha trovato la morte. Uccisa da chi l’ha voluta punire e zittire. Se avesse trovato la giusta protezione, oggi, sarebbe tra di noi a gridare che la ‘ndrangheta fa schifo.
Gennaro Ciliberto, Presidente Onorario Dioghenes APS
L’Associazione Antimafie e Antiusura Dioghenes APS vuole tenere viva la memoria nei confronti di Lea Garofalo, la fimmina massacrata e bruciata in un bidone dalla mafia calabrese a Milano il 24 novembre del 2009, attraverso il coinvolgimento degli Studenti delle scuole italiane (di ogni ordine e grado) e con l’individuazione di personalità (“Testimoni” del nostro tempo) che si sono distinte tramite la loro professione e il loro impegno, dando un serio contributo alla lotta alle mafie e al contrasto della mentalità mafiosa.
Con il PREMIO NAZIONALE dedicato a Lea Garofalo si intende valorizzare, attraverso le competenze delle Scuole italiane, i temi legati alla educazione alla legalità, alla inclusione sociale e culturale. Senza dimenticare le azioni di donne e uomini che, nel silenzio generale, contribuiscono con azioni concrete ad una forma di Resistenza attiva. Il coraggio e la passione rendono ancora viva questa battaglia da vincere. A tutti i costi.
I “TESTIMONI” PREMIATI NELLA 1^ EDIZIONE
Petilia Policastro (Kr), 24/11/2022
Salvatore Borsellino, Angela Napoli, Luciano Traina, Pino Cassata, Renato Cortese, Sebastiano Ardita, Luana Ilardo, Rosario Conti, Mario Ravidà, Dario Vassallo, Giuseppe Antoci, Francesco Coco.
La II edizione del PREMIO, Casoli (Ch), 21/24 novembre 2023
La manifestazione, giunta alla seconda edizione, ideata ed organizzata da Dioghenes APS, con il contributo della testata giornalistica nazionale WordNews.it, in partnership con l’Ufficio Stampa Nazionale Lo Scriptorium e Romanzi Italiani ha come finalità la diffusione della storia di Lea Garofalo nelle Scuole e nei territori italiani.
Per non dimenticare le tante storie di donne e uomini che hanno avuto la forza e il coraggio di contrastare le mafie.
Scuola ospitante:
IISS “Algeri Marino” di Casoli
Patrocinio
Comune di Casoli (Ch)
MADRINA della 2^ edizione:
On. Angela Napoli
(già comp. commissione Parlamentare Antimafia, Resp. Legalità Dioghenes APS)
L’appuntamento in Abruzzo ha raccolto testimonianze, momenti di confronto, riflessioni su diversi temi: lotta al nazi-fascismo, testimoni di giustizia, legalità, lotta alle mafie. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Casoli, che ha messo a disposizione una Borsa di Studio di euro 500,00.
4 giorni di incontri con gli Studenti abruzzesi (Istituti scolastici di Casoli, Atessa e Guardiagrele), 3 convegni pomeridiani.
Gli EVENTI della 2^ edizione. Convegno storico “Resistenze: dalla lotta di liberazione al nazi-fascismo alla lotta alle mafie”, la presentazione dei libri “Una fimmina calabrese” e “Una vita contro la camorra”, l’incontro con Luigi De Magistris “Quale futuro per il sistema paese” e la presentazione del libro “Fuori dal Sistema”.
La Premiazione nell’Aula Magna dell’A. Marino di Casoli ha fatto da corollario: evento realizzato per premiare i lavori degli Studenti italiani che hanno partecipato al Bando e i “Testimoni del nostro tempo” individuati dalla Giuria.
I NUMERI della 2^ ed.
73 elaborati: 11 video; 8 testi, 9 fumetti, 45 disegni/opere pittoriche;
Scuole coinvolte: primarie, medie, superiori, università, centri di aggregazione giovanile; 168 Studenti, 14 docenti; 10 Province.
I VINCITORI DEL BANDO 2023:
Scuola primaria
1° classificato: elaborato n. 6 (video) “MADRI CORAGGIO” – 3° C.D. G. D’ANNUNZIO
TRANI (BT)
La ricerca oculata di immagini icastiche e parlanti, assemblate con cura e attenzione in un ordito fatto di parole, musica, icone della legalità, testimoniata con scelte coraggiose di vita, ti pone con delicatezza al fianco di madri ribelli, uscite finalmente da una lunga notte per vedere nuovi orizzonti, nuove luci e nuove unghie più forti per amore dei figli e, una volta rotta la gabbia, poter danzare con loro sull’arroganza.
2° classificato: elaborato n. 5 (fumetto) “LA MIA VITA” – 3° C.D. G. D’ANNUNZIO
TRANI (BT)
Analogie e differenze, parallelismi e diversità: la nascita di Lea nella famiglia Garofalo, da una parte, la nascita di Denise nella famiglia Cosco, dall’altra. Un medesimo fiocco rosa sulla porta di casa, che scriverà però storie diverse, destini differenti. I caldi colori tenui dell’amore, libero e liberante, fanno da contraltare al nero freddo delle armi e delle sbarre del carcere. A suggello dell’amore, che vince anche sulla morte, un aquilone-cuore alato, da cui trapela la spiccata sensibilità e la profondità d’animo di chi lo ha disegnato.
3° classificato: elaborato n. 3 (testo) “COME FARFALLE” – 3° C.D. G. D’ANNUNZIO
TRANI (BT)
Un vero e proprio testamento spirituale lasciato da una madre all’amata figlia: alla debolezza privilegiare la forza e l’energia, alla corruzione l’onestà, all’oppressione la libertà, alle mafie la legalità. Due farfalle si librano insieme in volo: sebbene il volo della più grande sarà brutalmente interrotto, la più piccola tuttavia lo continuerà, da sola, ma più forte, più consapevole, più pronta ad affrontare le turbolenze di un cielo carico di nembi. Un testo estremamente denso e ricco nella sua apparente semplicità e linearità.
Scuola secondaria di primo grado
1° classificato: elaborato n. 65 (video) “NO ALLA MAFIA. LA STORIA DI LEA GAROFALO” – ICS MONTE AMIATA – ROZZANO (MI)
Informarsi, documentarsi, reperire dati, ricercare: conoscere è il primo passo per comprendere la realtà e, quindi, agire in essa con consapevolezza e coscienza critica. L’approccio alla conoscenza della storia di Lea, facendo dialogare tra loro diversi canali – ricostruzione storica su base documentaria, testimonianze, fatti concreti e trasposizione cinematografica – conferma che crescere come cittadini attivi, responsabili e consapevoli, in una società complessa come la nostra, parta dallo studio meticoloso della stessa.
2° classificato: elaborato n. 28 (video) “CONOSCI LEA GAROFALO?” – ICS MONTE AMIATA – ROZZANO (MI)
Idea originale e intelligente: realizzare interviste in un luogo apparentemente lontano dalle origini della ‘ndrangheta calabrese, scevro dalle torture della criminalità organizzata del “profondo Sud”. Ed, invece, Rozzano è proprio a pochi passi da quel luogo, “la Milano illuminata”, la capitale economica e finanziaria d’Italia, che è stato il proscenio dell’orripilante morte di Lea. Conoscere bene per non confondere, studiare per non etichettare, approfondire per non accontentarsi dei saperi di seconda mano: questi gli imperativi categorici per chi ama la ricerca della Verità.
3° classificato: elaborato n. 33 (video) “LA STORIA DI LEA GAROFALO” – ICS MONTE AMIATA – ROZZANO (MI)
Il grigio e il nero, da un lato; i colori accesi, dall’altro: le tonalità cupe delle scritte di accompagnamento, nella ricostruzione dei punti nodali della storia di Lea, si alternano ai colori delle immagini che, come repentini flash, abbagliano, scuotono gli animi, destano dal torpore le coscienze assopite dei più. I ritmi incalzanti della musica di sottofondo risuonano come battiti di cuori ansimanti e desiderosi di Verità e Giustizia.
Scuola secondaria di secondo grado
1° classificato: elaborato n. 70 (video) “IL CORAGGIO DELLA PAURA” – IIS GIOVANNI FALCONE – PALAZZOLO SULL’OGLIO (BS)
Idea progettuale autentica nella sua singolare originalità: il rimando al ciclo della vita, la riflessione sulla morte, il riecheggiamento di una lezione didattica diventata lezione di vita. Quando testimoni credibili diventano modelli di riferimento, a questi si decide di improntare le proprie azioni quotidiane: la lezione di vita impartita dall’esempio di Lea Garofalo insegna il coraggio della paura. “Essere coraggiosi non è essere senza paura, ma essere più della tua paura!”: questo si ascolta, si apprende, si tramuta in gesti concreti. La parola si fa azione: trama e ordito di un racconto fluido e armonico ti conducono per mano tra i meandri della paura, invitandoti ad affrontarla con audace coraggio.
2° classificato: elaborato n. 9 (opera pittorica) “BISOGNA SPEZZARE QUESTA RAGNATELA CHE CI OPPRIME” – LICEO SCIENTIFICO “MICHELE GUERRISI” – CITTANOVA (RC)
Cercare una maglia rotta nella rete che ci stringe: l’incedere sicuro di Ciccio Vinci e Lea Garofalo spinge quotidianamente lo spettatore a questa ricerca, spezzando catene, ceppi, ragnatele che opprimono la nostra libertà. Occhi vividi – quelli di Ciccio e Lea – che ci interrogano, interpellano le nostre coscienze, ci invitano ad agire in nome della Legalità e della Giustizia. L’azzurro del cielo è un segno di speranza: il loro sacrificio non è stato vano se comprendiamo la necessità di una memoria viva, che si traduca ogni giorno in responsabilità e impegno. L’opera ci esorta a trasformare la memoria del passato in un’etica del presente!
3° classificato: elaborato n. 10 (fumetto) “VEDOVA BATTAGLIA” – LICEO ARTISTICO MELOTTI – LOMAZZO (CO)
Una sola nota di colore, il rosso del sangue, diventa, fin dalla copertina, la chiave di lettura dell’intero elaborato. Tratti netti, decisi, nitidi, definiti, nella loro semplice linearità, rappresentano significativamente i momenti pregnanti di una storia nella Storia: la storia esemplare della prima donna- madre che infrange il muro dell’omertà mafiosa. La particolare espressività dei volti, l’enfasi posta su alcuni specifici dettagli, i forti contrasti chiaroscurali, in una visione quasi manichea della dicotomia Bene-Male: tutto concorre a veicolare il messaggio di coraggio di Serafina, la “vedova della lupara”.
3° classificato: elaborato n. 69 (testo) “DIVERSAMENTE UNICA” – – IIS GIOVANNI FALCONE – PALAZZOLO SULL’OGLIO (BS)
Un testo che lascia trapelare una spiccata sensibilità, in grado di cogliere la complessità di una società ancora per molti versi patriarcale, che considera la donna un oggetto da possedere e di cui disporre a proprio piacimento. Ilea-Denise riconosce l’essere “diversamente unica” della madre, rilevandone il coraggio, la forza di ribellarsi al sistema proprio in nome dell’amore che la lega a lei. Una storia di ribellione alle forme di criminalità organizzata, che si interseca con tante storie di soprusi, angherie, violenze sulle donne, che sfociano poi nell’efferatezza dei femminicidi.
Una giovane donna, attraverso la scrittura, esprime tutta l’angoscia che l’attanaglia nel doversi affacciare al mondo che la attende. Con il volto rigato dalle lacrime, sente, tuttavia, di non essere sola a doverlo affrontare.
Menzioni speciali
Elaborato n. 7 (opera grafica) “UN GIORNO COME UN ALTRO: UN SORRISO” – UNIVERSITA STATALE – Andrea Riccardo Carlotti
I colori sono l’essenza della vita. La vita di Lea è stata per lunghi tratti tetra, cupa, buia. La nascita di Denise, però, ha illuminato il buio delle sue giornate. Il sorriso ritratto in quest’opera, in una corrispondenza d’amorosi sensi tra madre e figlia, assolve una importante funzione didascalica: il ricordo dei macabri misfatti non deve prevalere a su quello della luminosità delle persone.
Elaborato n. 68 (testo) “DENISE” – BENE CONFISCATO, MOLISE 5, ROZZANO (MI)
“Con gli occhi della sua bambina ha capito la rovina”: l’amore per una figlia fa prendere coscienza a Lea della necessità di un sovvertimento del sistema opprimente, che tarpa ali, annichilisce animi, soffoca libertà. L’amore per Denise le fa cambiare prospettive, le fa scorgere nuovi orizzonti, le fa intravedere nuovi cammini.
In uno scorrevole fluire di versi, tra rime e assonanze, si ripercorrono le tappe salienti di una storia di forza, coraggio e riscatto, nella consapevolezza che, pur se con un altro nome, la giustizia non sia comunque un’illusione.
I “TESTIMONI DEL NOSTRO TEMPO”, 2^ EDIZIONE 2023
- Piera Aiello
Testimone di Giustizia
– Motivazione:
Una donna coraggiosa, il suo “no” alla mafia ed alla cultura mafiosa, insieme al suo impegno, rappresentano un punto di riferimento per molte coscienze che vogliono affermare il fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale.
- Tonino Braccia
Superstite Strage di Stato di Bologna
– Motivazione:
Sopravvissuto alla strage commessa il 2 agosto del 1980. Agente della Polizia di Stato, in servizio presso la Questura di Bologna. Dopo lo scoppio della bomba è rimasto in coma per mesi, subendo negli anni successivi innumerevoli interventi chirurgici. La sua dignità, la sua passione e la sua tenacia lo hanno spinto, nel corso degli anni, a seguire da vicino i lunghi e tortuosi percorsi giudiziari che ancora non hanno fatto piena luce su una strage di Stato che rientra a pino titolo nella “strategia della tensione” che ha insanguinato questo Paese.
- Lina Calandra
Professoressa Università de L’Aquila
– Motivazione:
La ricerca universitaria da Lei coordinata, di cui su WordNews.it abbiamo pubblicato stralci e di cui abbiamo scritto in vari articoli, ha permesso di accendere i riflettori in una regione “camomilla” come l’Abruzzo sulle mafie dei pascoli.
- Luigi de Magistris
Già Magistrato, Europarlamentare e Sindaco di Napoli
– Motivazione:
Un Magistrato “allontanato” da un Sistema malato che non accetta le inchieste e l’accertamento della verità giudiziaria. Come Sindaco di Napoli, per due legislature, ha dovuto fronteggiare il “sistema” politico che non accetta l’indipendenza e l’onestà delle persone perbene. Al centro della sua azione politica ha inserito la Costituzione italiana, ultimo baluardo da difendere e da utilizzare per costruire un Paese migliore.
- Roberto Di Bella
Presidente del Tribunale per i Minori di Catania
- Motivazione:
Dal 2011 presidente del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria. Dal 2020 dirige l’omologo ufficio di Catania. Per venticinque anni si è occupato dei minori della provincia reggina, spesso coinvolti in reati di ’ndrangheta. Ha dato impulso al progetto “Liberi di Scegliere”, diventato un protocollo governativo. Con determinazione e sensibilità ha prospettato alle madri e ai loro figli una nuova realtà fatta di scelte consapevoli e autonome, capace di restituire ai minori una identità libera.
- Giuseppe Lombardo
Procuratore Aggiunto Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria
– Motivazione:
Per l’impegno profuso nella lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso ed in particolare perché ha condotto dal 2006 le principali attività d’indagine preliminare, e curato i successivi processi, finalizzate a ricostruire le dinamiche criminali, la composizione e l’attuale struttura di comando della ‘ndrangheta nel mondo, partendo dalle ramificazioni delle principali cosche operanti nella provincia di Reggio Calabria e territori limitrofi. Ha condotto le principali attività d’indagine preliminari finalizzate ad accertare i rapporti tra l’‘ndrangheta e settori della politica, della pubblica amministrazione e dell’imprenditoria.
- Brizio Montinaro
Fratello di Antonio Montinaro, vittima di mafia nella “Strage di Capaci” (23 maggio 1992)
– Motivazione:
Per il suo costante impegno sul fronte della legalità e della Cultura della legalità. Dopo la Strage siciliana – compiuta non solo da Cosa nostra – e dopo la morte di suo fratello, agente di scorta del giudice Giovanni Falcone, si è speso in tutti questi anni per tenere viva la Memoria, attraverso l’impegno e l’abnegazione. Nella Strage di Capaci morirono anche Francesca Morvillo, la moglie del giudice, e gli agenti della polizia di stato Vito Schifani e Rocco Dicillo.
- Raimondo Semprevivo
Luogotenente Arma dei Carabinieri – Comandante Stazione CC di Afragola
– Motivazione:
Da sempre in prima linea nel contrastare la criminalità organizzata. Un punto di riferimento per i cittadini che lo hanno visto comandare diverse stazioni dei carabinieri. Già appartenente al Nucleo investigativo di Castello di Cisterna dove si è distinto per le tante operazioni contro i clan di camorra egemoni nell’area vesuviana. Il luogotenente Raimondo Semprevivo si è anche prodigato nel risolvere alcune situazioni di disagio sociale: la sua grande sensibilità si è dimostrata determinante nel fortificare un rapporto di fiducia tra l’Arma dei Carabinieri e la cittadinanza.
- Fortunato Zinni
Superstite Strage (di Stato) di Piazza Fontana
– Motivazione:
Il 12 dicembre 1969, quando esplose la bomba di piazza Fontana nel centro di Milano, Fortunato Zinni era a pochi metri dall’ordigno. Aveva 29 anni ed era un funzionario della Banca Nazionale dell’Agricoltura. Si salvò perché, pochi minuti prima, era stato chiamato al piano superiore. Da quel momento la sua vita è cambiata. Non ha mai smesso di lottare per la Verità sulla Strage e di raccontare quello che vide con i suoi occhi. È autore del libro “Piazza Fontana. Nessuno è stato”.
Sonia Alfano
MENZIONE SPECIALE
– Motivazione:
Figlia del giornalista Giuseppe (Beppe) Alfano, ucciso da Cosa nostra l’8 gennaio del 1993 per il suo impegno giornalistico e culturale contro il crimine organizzato siciliano. Da anni è impegnata, soprattutto in politica, per fare Memoria e in difesa dei familiari delle Vittime delle schifose mafie. Già europarlamentare e Presidente della commissione speciale antimafia, la corruzione e il riciclaggio di denaro. È stata la prima rappresentante delle Istituzioni a portare in Europa la questione delle mafie. Ha incontrato il boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano in carcere, prima della strana “caduta” del mafioso nella sua cella.
Michelangelo Di Stefano
MENZIONE SPECIALE
– Motivazione:
Vice Commissario DIA di Reggio Calabria. Si interessa di tecnologie avanzate nelle intercettazioni audio video e localizzazioni, con approfondite ricerche nel settore della comunicazione in ambito investigativo e forense. Esperto di balistica a tiro curvo, di topografia e cartografia militare, analista e profiler, ha specializzazioni in campo nautico, subacqueo e nel settore delle operazioni investigative speciali sotto copertura. Autore di numerosi volumi tra cui: “Nativi Digitali”, “Aspetti Socio-comunicativi della ‘Ndrangheta”, “Moti di Reggio del ’70- Le due facce della medaglia” e “Il treno del Sole e i 5 anarchici, l’ombra di Gladio”.
Pino Finocchiaro
MENZIONE SPECIALE
– Motivazione:
Giornalista professionista. Redattore di Rai News 24. Si occupa principalmente di inchieste, cronaca giudiziaria, politica, ambiente e sicurezza globale. Tra i tanti servizi di approfondimento la vicenda legata alla strage di Ustica (27 giugno 1980, 81 vittime) e il fallito attentato all’Addaura nei confronti di Giovanni Falcone, tre anni prima della strage di Capaci. Ha realizzato reportage dal Kurdistan (Turchia e Iraq) e da Sarajevo. È stato uno dei fondatori di Articolo21, in difesa della libertà di stampa. Tra i riconoscimenti ricevuti durante la sua carriera il Premio della sezione Ilaria Alpi – “Penne Pulite”, 1995. Autore del libro “La mafia grigia. La cupola dei colletti bianchi”.
Gennaro Ciliberto
TESTIMONE DI GIUSTIZIA
Motivazione: Già carabiniere ausiliario. Negli ultimi 15 anni ha dimostrato il suo senso civico attraverso la denuncia. Dopo un’esperienza lavorativa ha cominciato ad accorgersi dei legami sporchi tra clan di camorra, vertici aziendali nazionali, delle istituzioni “deviate” e appartenenti alle forze dell’ordine. Non ha avuto remore a denunciare gli appalti pubblici dati in affidamento ai clan camorristici. La sua azione ha evitato diverse tragedie, in un Paese in cui le strutture pubbliche (ponti, viadotti, passerelle, caselli autostradali) continuano a crollare nell’indifferenza generale. Ha denunciato anche i trattamenti riservati ai testimoni di giustizia italiani.
Marisa Garofalo
SORELLA DI LEA, PRESIDENTE GIURIA PREMIO NAZIONALE
Motivazione: Dopo la morte dei Lea Garofalo ha iniziato la sua battaglia fatta di impegno e perseveranza per diffondere e non permettere che la storia di sua sorella potesse, come tante altre vicende dimenticate nel Paese senza memoria, finire nell’oblio.
MOSTRA ITINERANTE LEA GAROFALO.
Grazie al Responsabile Scuole e Università Dioghenes APS, Pino Cassata, sono state esposte le Opere degli Studenti che hanno partecipato alla 1^ e alla 2^ edizione del PREMIO NAZIONALE:
– dal 21 al 24 novembre presso il Cinema-Teatro di Casoli (Ch), piazza Brigata Maiella.
La Mostra continuerà ad essere presente nelle Scuole italiane.
Per contatti e informazioni è possibile inviare una mail a: premionazionaleleagarofalo@gmail.com
Ringraziamenti. L’Associazione Dioghenes APS ringrazia di cuore i componenti del Consiglio Direttivo (Veronica, Pino, Alessio, Gennaro) ed ogni singolo Socio (Antonino, Angela, Carmela, Silvana, Mara, Michelangelo) per la necessaria collaborazione offerta. Solo insieme è possibile immaginare una società diversa.
Tutti i VIDEO e le INTERVISTE della Rassegna sono stati realizzati da Antonino Schilirò e sono disponibili sul nostro canale youtube (WordNews – YouTube).
Per la III edizione del Premio Nazionale Lea GAROFALO l’Associazione sta già lavorando per la nuova sede e per il nuovo Bando.
I PREMIATI DELLA SECONDA EDIZIONE, 2023:
– Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Piera Aiello
-Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Brizio Montinaro
-Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Lina Calandra
– Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Luigi de Magistris
– Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Fortunato Zinni
– Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Tonino Braccia
– Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Michelangelo Di Stefano
– Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Gennaro Ciliberto
– Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Sonia Alfano
– Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Giuseppe Lombardo
– Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Roberto Di Bella
– Premio Nazionale Lea Garofalo 2023 a Raimondo Semprevivo
-Premio Nazionale Lea Garofalo, la mattina della quarta giornata
-Premio Nazionale Lea Garofalo, il pomeriggio della terza giornata con Luigi de Magistris
-Premio Nazionale Lea Garofalo, la mattina della terza giornata
-Premio Nazionale Lea Garofalo, il pomeriggio della seconda giornata
-Premio Nazionale Lea Garofalo, la mattina della seconda giornata
-Premio Nazionale Lea Garofalo: oggi la quarta giornata
-Premio Nazionale Lea Garofalo, il pomeriggio della prima giornata
-Premio Nazionale Lea Garofalo, la mattina della prima giornata
-Premio Nazionale Lea Garofalo: oggi la terza giornata
–Al via il Premio Nazionale Lea Garofalo: domani la prima giornata
–Premio Nazionale Lea Garofalo: domani la seconda giornata
-Premio Nazionale Lea Garofalo, i PREMIATI della 2^ edizione
– Premio Nazionale Lea Garofalo, ecco il PROGRAMMA ufficiale degli eventi
– Noi siamo liberi e non abbiamo Padroni
I NOSTRI ARTICOLI SULLA VICENDA DI PETILIA POLICASTRO
– La bestia Carlo Cosco, mafioso-assassino-ergastolano, è nuovamente rientrata al paesello
– Lea Garofalo, a Petilia non sanno da che parte stare?
– Il Governo che dice di lottare contro le mafie e non risponde nemmeno ad una interrogazione
– L’inutile scomunica lanciata contro i mafiosi
– Funerali del mafioso Curcio, la nota del Comitato: «Lo Stato deve intervenire»
– Funerali del mafioso Curcio, per la Prefettura: «I manifesti sono stati inopportuni»
– Funerali del mafioso Curcio, parla Traina: «Il Prefetto di Crotone deve intervenire per dare un segnale forte»
– Funerali del mafioso Curcio, parla Luana Ilardo: «Un gesto penoso»
– Mafiosi scomunicati ma non troppo, per Welby porte chiuse senza pietà
– Funerali del mafioso Curcio, parla il consigliere Fico: «chi ha partecipato deve dimettersi»
– Funerali del mafioso Curcio, parla il capogruppo della minoranza: «Hanno combinato un pasticcio»
– Funerali del mafioso Curcio, interviene Salvatore Borsellino: «C’è soltanto da vomitare»
– FUNERALI DEL MAFIOSO CURCIO: non potevano mancare le (inutili) MINACCE
– E’ la stampa, bellezza… fatevene una ragione
– CARTA CANTA. Il rap del vice-sindaco di Petilia Policastro: «Già sta sciacallando abbastanza…»
– Funerali del mafioso Curcio. Ma era presente anche il vice-sindaco di Petilia?
– Funerali del mafioso Curcio. Per Gennaro Ciliberto: «Un segnale di potenza»
– Funerali del mafioso Curcio. Ecco le reazioni (social) dopo le dimissioni dell’assessora Berardi
– Funerali Curcio (assassino e sedicente suicida): è caduta la prima testa
– Petilia: la presenza dell’assessora al funerale del killer Curcio approda in consiglio comunale?
– Funerale “festoso” per il killer, parla Piera Aiello: «Vergognatevi e andatevene a casa»
– E se Curcio (ergastolano ‘ndranghetista) non si fosse suicidato?
– Manifesti funebri per il massacratore di Lea Garofalo. Parla Angela Napoli: «Sono indignata»
– Il VIDEO del funerale di Curcio, l’ergastolano, condannato per la distruzione del cadavere di Lea
– OMICIDIO LEA GAROFALO: i «festosi» funerali per l’ergastolano Curcio
– OMICIDIO LEA GAROFALO, si è impiccato in carcere a Opera l’ergastolano Rosario Curcio
– Giornalismo italico. A cosa servono le «regole» e i corsi di formazione?
– Manifesto per il killer di Lea Garofalo, irrompe l’ex sindaco: «Solo sciacallaggio politico»
– Manifesto per il killer di Lea Garofalo, il risveglio dell’opposizione
– Lea Garofalo, 14 anni fa il tentato sequestro di Campobasso
– Scempio a Pagliarelle, colpita la pietra che ricorda Lea Garofalo
– Premio Nazionale Lea Garofalo, tutto pronto per la tre giorni di eventi in Calabria
– Carlo Cosco, l’ergastolano parlante: «Non fate demagogia pietosa»
– Il ritorno della bestia Carlo Cosco
OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre “moribonda”. La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l’avvocato Guarnera: «Hanno preparato l’ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».
– Carlo Cosco: la bestia si sta riorganizzando sul territorio?
– Una strada per Lea Garofalo a Pagliarelle (Crotone)
– Il Coraggio di Dire No a Taurianova
– Per non dimenticare la fimmina calabrese che sfidò la schifosa ‘ndrangheta
– Lea Garofalo. Il Coraggio di dire NO
– Lea Garofalo fa ancora paura
– LEA GAROFALO. 5 maggio 2009: il tentato sequestro di Campobasso
– LEA GAROFALO. Il tentato sequestro di Campobasso
– «Lea Garofalo è una testimone di giustizia»
– Il grido d’aiuto (inascoltato) di Lea Garofalo
– “Lea, in vita, non è stata mai creduta”
– «Con Lea Garofalo siamo stati tutti poco sensibili»
– Tutto pronto per la 2^ edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo