Sto rileggendo alcuni autori dell'Illuminismo, e mi rammarico del fatto che, forse, siano pochi a farlo.
In particolare mi sto concentrando su Immanuel Kant.
Ritengo che abbia segnato tutta la filosofia degli ultimi due secoli.
Lo sviluppo delle scienze umane, dalla psicologia alle scienze cognitive e alle neuroscienze.
La riflessione sulla moralità all'interno del pensiero umano. Tutto questo, e anche altro, è da ricondursi a Kant. Ripensando all'assoluto degrado della classe politica del nostro Paese, mi viene da sottolineare la concezione kantiana della legge morale.
Kant reagiva all'idea che la morale possa essere determinata da interessi pratici.
Poiché se si introducono degli scopi, dei guadagni, dei vantaggi particolari, la morale poco alla volta si sfascia, si corrompe.
Un principio fondamentale di Kant è: "Opera in modo che la massima della tua volontà possa valere sempre come principio di una legislazione universale". In concreto, tutte le volte che facciamo qualcosa dobbiamo pensare che questo atto possa diventare una legge valida per tutti.
Vale a dire che tutti possano fare la stessa cosa.
Per eliminare gli interessi personali Kant universalizza l'azione morale.
Ho sintetizzato al massimo per arrivare al dunque. La classe politica, salvo rarissime eccezioni,
esprime una pseudo morale che punta esclusivamente a interessi concreti, particolari, personali. Una morale senza etica, senza valori saldi, senza principi. Una morale all'insegna dell'incoerenza e dell'opportunismo.
Una morale da mercenario.
Gli esempi si sprecano, sono quotidiani.
Che fare? Anche se arduo, coltivare la speranza.
E, come ripeto da tempo, ripartire dai bambini, dai ragazzi, dai giovani.
Aiutare le nuove generazioni a costruirsi un'etica, una identità, una "morale universale",
come direbbe Kant.
E studiare di più, tutti.
L'ignoranza è la madre di tutte le possibili aberrazioni umane!
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2024-02-11 16:00:43
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