«Tutta la strategia della tensione che, in pratica, è iniziata nel ’65 con il convegno dell’Istituto Pollio e poi, probabilmente, sta proseguendo ancora adesso».
- Strage di Bologna, parla Bolognesi: «la strategia della tensione non è terminata», WordNews.it
Lo hanno scritto i giudici della Corte d’Appello di Bologna. Nella Strage di Stato di Bologna, del 2 agosto 1980, i legami istituzionali e deviati sono fortemente intrecciati: servizi segreti, massoneria, loggia P2. I «plurimi elementi indicano che Gilberto Cavallini aveva quantomeno una contiguità con contesti dei Servizi deviati e ambienti massonici, cui pure è riconducibile la strage».
In quel contesto «micidiale – secondo la Corte presieduta dal giudice Orazione Pescatore -, e si spera irripetibile, humus nel quale convergevano Servizi deviati, P2 e parte dell'eversione nera allo scopo, evidentemente comune anche se per motivi forse differenti, di destabilizzare ed infine distruggere l'assetto democratico e costituzionale dello Stato italiano".
Destabilizzare per stabilizzare, questo era il leit motiv di quegli anni. Una strategia della tensione pianificata per creare il caos nazionale. Non hanno pensato minimamente alle vittime civili. Anzi, hanno cercato il sangue innocente per i propri interessi personali. E la storia di questo Paese, dopo anni di attesa, ancora è avvolta nelle tenebre. La Corte d’Appello di Bologna ha confermato all'ex Nar la condanna all'ergastolo, per concorso nella strage del 1980.
Le «plurime e convergenti circostanze che è impossibile ritenere di tipo occasionale o frutto del caso e che consentono con tranquillante sicurezza di poter affermare la presenza di contatti plurimi e continuativi nel tempo tra destra eversiva, Nar, e lo stesso Cavallini con i Servizi e la P2 «sono state confermate in entrambi i gradi di giudizio. Circostanze che hanno un nome e un cognome: le vicende della società di copertura di Avanguardia nazionale Odal Prima e dei mancati controlli delle Forze dell'ordine nei covi dei Nar di via Gradoli a Roma e di via Washington a Milano, dove era presente la sede del Sid, (servizio segreto militare).
Sui legami con la loggia massonica P2, finiti sotto i riflettori nel processo sulla strage a carico di Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia (manca il giudizio d'appello, il procedimento è in corso), i giudici hanno confermato un dato particolarmente interessante: «ancorché manchino prove di passaggi diretti relativi alla dazione» di somme di denaro agli esecutori della strage, «può ritenersi che Licio Gelli, tramite i Servizi da lui dipendenti, che a lui rispondevano e che agivano nell'ottica della strategia della tensione, finanziò e attuò la strage».
Il finanziamento di Gelli (ai vertici della P2), conseguente al ritrovamento di prove documentali, conferma non solo i legami massoni. Nella famosa lista, che verrà ritrovata qualche anno dopo, si possono ancora leggere i nomi e i cognomi di tutti coloro che ne facevano parte: generali, esponenti dell’esercito, imprenditori (tra cui un futuro Presidente del Consiglio dei Ministri, giornalisti, professionisti, magistrati). La Strage di Bologna – come tutte le altre Stragi – rientra nella richiamata “strategia della tensione” ideata e realizzata dagli alti esponenti istituzionali di questo Paese. E come sempre accade in questi casi a pagare sono solo e sempre i “pesci piccoli”. Gli esecutori che si fanno sempre fregare dai mandati, dalle famose “menti raffinatissime”.
Sono gli stessi giudici a confermare una tesi scritta con il sangue degli innocenti: «(Gelli, nda) si servì, come esecutori, di esponenti della destra eversiva, trovando terreno fertile in quei 'ragazzini' che in quella fase avevano il convergente interesse, nella loro prospettiva ideologizzata, a 'disintegrare' in radice le basi dello Stato democratico, innestandosi in tale intento anche rapporti di tipo economico».
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".
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La puntata, condotta da Giuseppe Notaro (A proposito di Storia…), è del 2021. Con Tonino Braccia e Paolo De Chiara
La strage di Stato
Il più grave atto terroristico del secondo dopoguerra.
(85 morti e 200 feriti).
1. Antonella CECI , anni 19
2. Angela MARINO, anni 23
3. Leo Luca MARINO, anni 24
4. Domenica MARINO, anni 26
5. Errica FRIGERIO in DIOMEDE FRESA, anni 57
6. Vito DIOMEDE FRESA anni 62
7. Cesare Francesco DIOMEDE FRESA, anni 14
8. Anna Maria BOSIO in MAURI, anni 28
9. Carlo MAURI, anni 32
10. Luca MAURI, anni 6
11. Eckhardt MADER, anni 14
12. Margret ROHRS in MADER, anni 39
13. Kai MADER, anni 8
14. Sonia BURRI, anni 7
15. Patrizia MESSINEO, anni 18
16. Silvana SERRAVALLI in BARBERA, anni 34
17. Manuela GALLON, anni 11
18. Natalia AGOSTINI in GALLON, anni 40
19. Maria Antonella TROLESE, anni 16
20. Anna Maria SALVAGNINI in TROLESE, anni 51
21. Roberto DE MARCHI, anni 21
22. Elisabetta MANEA ved. DE MARCHI, anni 60
23. Eleonora GERACI IN VACCARO, anni 46
24. Vittorio VACCARO, anni 24
25. Velia CARLI IN LAURO, anni 50
26. Salvatore LAURO, anni 57
27. Paolo ZECCHI, anni 23
28. Viviana BUGAMELLI in ZECCHI, anni 23
29. Catherine HELEN MITCHELL, anni 22
30. John ANDREI KOLPINSKI, anni 22
31. Angela FRESU, anni 3
32. Maria FRESU, anni 24
33. loredana MOLINA in SACRATI, anni 44
34. Angelica TARSI, anni 72
35. Katia BERTASI, anni 34
36. Mirella FORNASARI, anni 36
37. Euridia BERGIANTI, anni 49
38. Nilla NATALI, anni 25
39. Franca DALL'OLIO, anni 20
40. Rita VERDE, anni 23
41. Flavia CASADEI, anni 18
42. Giuseppe PATRUNO, anni 18
43. Rossella MARCEDDU, anni 19
44. Davide CAPRIOLI, anni 20
45. Vito ALES, anni 20
46. Iwao SEKIGUCHI, anni 20
47. Brigitte DROUHARD, anni 21
48. Roberto PROCELLI, anni 21
49. Mauro ALGANON, anni 22
50. Maria Angela MARANGON, anni 22
51. Verdiana BIVONA, anni 22
52. Francesco GOMEZ MARTINEZ, anni 23
53. Mauro DI VITTORIO, anni 24
54. Sergio SECCI, anni 24
55. Roberto GAIOLA, anni 25
56. Angelo PRIORE, anni 26
57. Onofrio ZAPPALÀ, anni 27
58. Pio Carmine REMOLLINO, anni 31
59. Gaetano RODA, anni 31
60. Antonio DI PAOLA, anni 32
61. Mirco CASTELLARO, anni 33
62. Nazzareno BASSO, anni 33
63. Vincenzo PETTENI, anni 34
64. Salvatore SEMINARA, anni 34
65. Carla GOZZI, anni 36
66. Umberto LUGLI, anni 38
67. Fausto VENTURI, anni 38
68. Argeo BONORA, anni 42
69. Francesco BETTI, anni 44
70. Mario SICA, anni 44
71. Pier Francesco LAURENTI, anni 44
72. Paolino BIANCHI, anni 50
73. Vincenzina SALA in ZANETTI, anni 50
74. Berta EBNER, anni 50
75. Vincenzo LANCONELLI, anni 51
76. Lina FERRETTI in MANNOCCI, anni 53
77. Romeo RUOZI, anni 54
78. Amorveno MARZAGALLI, anni 54
79. Antonio Francesco LASCALA, anni 56
80. Rosina BARBARO in MONTANI, anni 58
81. Irene BRETON in BOUDOUBAN, anni 61
82. Pietro GALASSI, anni 66
83. Lidia OLLA in CARDILLO, anni 67
84. Maria IDRIA AVATI, anni 80
85. Antonio MONTANARI, anni 86
Per il Presidente della Repubblica, Mattarella: «La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi»
«Le immagini della stazione di Bologna, la mattina del 2 agosto 1980, ci hanno restituito un’umanità devastata da una ferocia inimmaginabile, da un terrore che ambiva a pretendersi apocalittico. Il ricordo di quelle vittime è scolpito nella coscienza del nostro popolo. Una ferita insanabile nutre la memoria dell’assassinio commesso.
Nel giorno dell’anniversario la Repubblica si stringe ai familiari e alla comunità cittadina con sentimenti di rinnovata solidarietà. Siamo con loro, con le vite innocenti che la barbarie del terrorismo ha voluto spezzare, con violenza cieca, per l’obiettivo eversivo e fallace di destabilizzare le istituzioni della democrazia.
L’Italia ha saputo respingere gli eversori assassini, i loro complici, i cinici registi occulti che coltivavano il disegno di far crescere tensione e paura.
E’ servita la mobilitazione dell’opinione pubblica. E’ servito l’impegno delle istituzioni. La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato. La ricerca della verità completa è un dovere che non si estingue, a prescindere dal tempo trascorso. E’ in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche.
La città di Bologna, sin dai primi minuti dopo l’attentato, ha mostrato i valori di civiltà che la animano.
E con Bologna e l’Emilia-Romagna, l’intera Repubblica avverte la responsabilità di difendere sempre e rafforzare i principi costituzionali di libertà e democrazia che hanno fatto dell’Italia un grande Paese».
Per approfondimenti:
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