Nei giorni in cui si assiste ad un nuovo tentativo di ostacolare i lavori della Commissione parlamentare sulla gestione della pandemia, con i partiti che si tirano fuori da quella che loro stessi definiscono una caccia alle streghe (il senatore del Pd Dario Franceschini ha invitato a disertare la commissione Covid in parlamento; Elena Bonetti di Azione ha confermato che il partito non parteciperà; Riccardo Magi, segretario di +Europa ha dichiarato che è giusto disertare), i familiari delle vittime del Covid19 dell’associazione #Sereniesempreuniti riportano l’attenzione a quello che stava accadendo 4 anni fa e che spiega perché ancora oggi uno strumento come quello della Commissione parlamentare spaventi tutte le forze politiche.
I primi giorni di marzo 2020 segnarono infatti irrimediabilmente le sorti della bergamasca e della Lombardia: furono i giorni in cui nessuna forza politica prese il coraggio di chiudere la Val Seriana, in particolare i comuni di Nembro ed Alzano Lombardo, focolaio già dal 22/23 febbraio.
In provincia di Bergamo non si agì come nella vicina provincia di Lodi, perché gli interessi politici ed economici erano troppo importanti per istituire una zona rossa.
Il 5 marzo, 4 anni fa come oggi, il Decreto che doveva chiudere quella zona (dove si registrarono tassi di mortalità anche del 1000% in più), venne firmato dall’allora Ministro della Salute Roberto Speranza ma restò senza la firma del premier Giuseppe Conte.
Perché l’8 venne chiusa l’intera Lombardia, si è sempre giustificato l’ex premier, ma quello che è emerso dalla perizia del consulente della procura di Bergamo, il professore Andrea Crisanti, è che una tempestiva chiusura avrebbe risparmiato dalle 2000 alle 4000 vite.
Vite per cui i familiari continuano a chiedere giustizia, nonostante le archiviazioni dei vari tribunali italiani e nonostante molto dei documenti siano ancora secretati.
Per questo i familiari rinnovano un appello al mondo politico: “Abbiamo sempre denunciato, tra le varie responsabilità sulle gestione della pandemia, quella della mancata istituzione della zona rossa in bergamasca per la quale sappiamo essere coinvolte sia le forze di centrodestra che di centrosinistra. Da subito erano emerse le pressioni degli industriali su Regione Lombardia e e recentemente, in un’inchiesta de La Verità, è emerso un fascicolo che parla del coinvolgimento delle forze di centrosinistra legate a Bergamo e al Governo. Nessuno, di fatto, fece nulla. Per questo non ci stupisce il fatto che una Commissione parlamentare spaventi, ma le forze di Governo e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, devono essere garanti di uno strumento legittimo, previsto dalla Costituzione, e più volte attuato. Un’analisi serve prima di tutto al sistema politico stesso, per cambiare e migliorare in materia di prevenzione e sanità”.
“Ci sono state centinaia di Commissioni parlamentari in Italia ma come mai nessuno vuole questa Commissione? Ricordiamo – sottolinea Consuelo Locati, avvocato del team dei legali che assiste i familiari – che già una Commissione doveva partire nel 2021 ma che venne di fatto esautorata da tutti i poteri da alcuni emendamenti di parlamentari bergamaschi. Se tutti hanno fatto bene, come dicono, non dovrebbero temere uno strumento d’analisi. In tutto ciò i cittadini non contano nulla, tutto è ridotto a una ripicca tra partiti senza che nessuno garantisca la trasparenza agli italiani. Ritengo questo comportamento vergognoso e indegno”.
Intanto si avvicina anche la data della Giornata nazionale in memoria delle Vittime del Covid19 che ricorre il 18 marzo, giorno in cui in camion militari portarono via le bare da Bergamo.
L’associazione #Sereniesempreuniti ha in programma l’evento “ATTRAVERSO E OLTRE – pensieri e note per ricordare” che si terrà ad Albino (Bg), domenica 17 marzo dalle 17:30: un’occasione per riflettere con le parole del dottor Enrico Cazzaniga, psicologo e psicoterapeuta e la partecipazione del pianista Andrea Tonoli. Tutti i dettagli qui https://www.familiarivittimecovid19.it/?p=1424
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