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A Sonia Alfano
MENZIONE SPECIALE
Figlia del giornalista Giuseppe (Beppe) Alfano, ucciso da Cosa nostra l’8 gennaio del 1993 per il suo impegno giornalistico e culturale contro il crimine organizzato siciliano. Da anni è impegnata, soprattutto in politica, per fare Memoria e in difesa dei familiari delle Vittime delle schifose mafie.
Già europarlamentare e Presidente della commissione speciale antimafia, la corruzione e il riciclaggio di denaro. È stata la prima rappresentante delle Istituzioni a portare in Europa la questione delle mafie. Ha incontrato il boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano in carcere, prima della strana “caduta” del mafioso nella sua cella.”
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L’INTERVISTA. Due puntate per ascoltare il punto di vista di Sonia Alfano. Familiare di una vittima di mafia. Già europarlamentare (presidente della Commissione speciale antimafia dal 18 aprile 2012), l’unica a portare negli organismi europei la “questione mafie”, un argomento poco trattato anche nel nostro Paese.
La prima parte (giovedì 14 marzo 2024) dell’intervista (condotta insieme ad Antonino Schilirò) è interamente dedicata al collega Beppe Alfano, ucciso dalla mafia siciliana nel gennaio del 1993. Dopo 31 anni ancora mancano i responsabili di questo omicidio. Il “contentino” giudiziario, questo il termine utilizzato da Sonia Alfano, non ha soddisfatto, ovviamente, la famiglia. Hanno deciso – come in altre circostanze – che il silenzio doveva calare su questa uccisione studiata a tavolino. Le implicazioni sono troppo forti, i legami con i diversi livelli dello Stato sono molto spessi. Ma, anche per noi, non basta e non soddisfa questo compromesso al ribasso.
Abbiamo preso un impegno: cominceremo a martellare su questa “zona d’ombra” per tenere i riflettori accesi sulla morte di un giornalista che faceva – molto bene – il proprio dovere. Anche per ricordare che il mafioso Nitto Santapaola è vivo e vegeto e continua a muovere i fili dalla sua cella.
Nella seconda parte (venerdì 15 marzo 2024), invece, sono state affrontate altre tematiche: il ruolo dell’Europa nella lotta alle mafie, la “latitanza” dei vari governi italiani nel non affrontare questa piaga secolare, la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Fino ad un’ultima riflessione (contenuta nella nostra anticipazione) sui gravi fatti di Pisa. «Può essere che dietro c’era una strategia per delegittimare la Polizia di Stato».
Se così fosse sarebbe un fatto gravissimo.
ECCO L’ANTICIPAZIONE DELL’INTERVISTA. BUONA VISIONE
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