Venti di guerra sempre più forti ci circondano.
Stranamente questi venti di guerra appaiono quasi derubricati dalla comunicazione a situazioni che dovremmo considerare routinarie.
La filosofia di fondo è non distrarre l'uomo produttore-consumatore dalle sue abitudini per non alterare i cicli economici e, quindi, è importante non stressarlo eccessivamente con notizie angoscianti.
Dobbiamo acquistare auto, computer, cibo, vestiti, divertimenti e non possiamo pensare che il mondo può venirci addosso da un momento all'altro.
Eppure tutti i segnali ci portano verso una instabilità spaventosa, contrasti difficilmente componibili in assenza di luoghi di decantazione.
Atmosfera molto simile, con le dovute differenze, a quella che precedette la prima guerra mondiale. All'improvviso scoppiò la guerra ed ancora oggi non si sa bene perché.
La terza guerra mondiale a pezzettini si può trasformare in un conflitto unico totalmente distruttivo.
Il genocidio di Gaza rischia di allargare il conflitto in Medioriente, la guerra Russo/Ucraina può andare incontro ad un innalzamento dello scontro. Ma essenzialmente la tensione tra USA e Cina, per un riassetto globale delle influenze mondiali, può determinare una deflagrazione improvvisa.
Occorrono luoghi dove poter far decantare le tensioni e trovare nuovi equilibri possibili.
Continuare sulla strada dell'uomo produttore/consumatore, indifferente a tutto ciò che sta per accadere, è la cosa peggiore che si possa avere.
Solo una presa di coscienza collettiva potrà impedire a questi governanti, attenti essenzialmente ad interessi lobbistici, di portarci verso la catastrofe.
L.P.
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2024-08-01 09:08:31
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