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«La politica delle destre, ma non solo, sta progressivamente attuando il disegno eversivo della P2»

L'INTERVISTA all'ex magistrato e sindaco di Napoli Luigi de Magistris

by Antonino Schilirò
25 Agosto 2024
in Interviste
Reading Time: 4 mins read
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Negli ultimi anni ci sono stati diverse riforme sulla giustizia. Partiamo dall’inizio, dalla riforma Cartabia, riforma della quale stiamo iniziando a subire gli effetti. In che cosa consiste e che effetti ha riversato nel mondo giudiziario?

Non sono riforme che hanno reso la giustizia più giusta ed efficiente. Perché al di là di singoli interventi che possono essere anche talvolta condivisibili è il disegno complessivo che è pericoloso. Citerei Mastella prima, per passare poi alla Cartabia ed infine a Nordio.

Il filo conduttore, che unisce la politica più di quello che si può immaginare, è l’idea di realizzare una magistratura conformista, gerarchizzata, ossessionata da formalismo e burocrazia piuttosto che badare alla sostanza e alla forma della procedura.

Una magistratura attenta alla statistica, impaurita dai rilievi disciplinari, più reattiva a schivare procedimenti complessi e delicati che a ricercare verità e giustizia. E sempre di più una giustizia di classe, forte con i deboli e debole con i forti. Il contrario del magistrato costituzionalmente orientato, hanno fatto a pezzi il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e stanno picconando un poco alla volta l’autonomia e l’indipendenza della magistratura.

Il 29 maggio di quest’anno, invece, è stata approvata in CDM la riforma della giustizia. Si parla di separazione delle carriere; la nascita di un nuovo CSM, oltre a quello già esistente e dell’Alta Corte; sanzione dei magistrati. Addirittura si dice che è la fine della mala-magistratura. A cosa serve, concretamente, questa riforma? Anche perché è stato citato diverse volte Giovanni Falcone e si parla di realtà che volevano Berlusconi, Craxi e per ultimo Licio Gelli con la P2…

La politica delle destre, ma non solo, sta progressivamente attuando il disegno eversivo della P2. Separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri come passaggio prodromico per la sottomissione di questi ultimi al potere politico.

Prefigurare un CSM non libero dalla degenerazione delle correnti ma sempre più piegato alla politica e ai suoi referenti, come si evince da ultimo dalla gravità dei fatti che hanno riguardato la consigliera del CSM Natoli, in quota Fratelli d’Italia.

Vogliono abolire l’obbligatorietà dell’azione penale che unitamente all’indipendenza della magistratura garantisce l’attuazione del principio di uguaglianza di fronte alla legge. Tutte queste riforme non servono per rendere il servizio giustizia più efficace e quindi nell’interesse del popolo. Sono riforme che servono alla politica e ai poteri forti per non poter mai più incorrere in magistrati antropologicamente diversi che ancora si ostinano ad ubbidire alla Costituzione.

La politica anela ad un magistrato che sia loro compare di salotto, non certo alla magistratura come Falcone o Borsellino nella quale tantissimi italiani si sono riconosciuti.

Andiamo al DDL Nordio, approvato in Senato prima e alla Camera poi e partiamo proprio dall’abolizione dell’abuso d’ufficio. Abolendo l’abuso d’ufficio, per alcuni addirittura era la paura della firma per gli amministratori, che cosa succede?

Se un amministratore ha paura di firmare è meglio che cambi mestiere. La cancellazione dell’abuso d’ufficio certifica l’impunità del potere per legge. Una vergogna assoluta. Sono state cancellate migliaia di condanne definitive.

Se oggi un magistrato archivia una denuncia nei confronti del figlio non è reato.

Se un sindaco concede un permesso a costruire nei confronti della sorella non è reato.

Se un presidente di regione eroga un finanziamento alla moglie non è reato. Se chiunque abusa del potere con la finalità di arricchirsi o danneggiare altri non è reato. E questo abominio è voluto, anche se non lo dicono, da quasi tutti i politici e gli amministratori.

E poi l’abuso d’ufficio era il reato attraverso il quale cominciavano le indagini che poi conducevano a grandi truffe, corruzioni, concussioni, associazioni per delinquere.

Altro punto cardine è la limitazione delle intercettazioni…

E che dubbio c’è. Vogliono cancellare o ridimensionare uno strumento indispensabile per individuare i più pericolosi criminali ad ogni livello. E Nordio dice che la lotta alla mafia non si indebolisce perché i mafiosi non usano i telefoni. E pensare che prima di fare il ministro Nordio ha fatto anche il magistrato.

Senza intercettazioni sarà l’anno zero del contrasto alle forme più gravi di criminalità organizzata.

Andiamo alle misure cautelari. Verrà introdotto un organo collegiale, formato da 3 giudici, per l’adozione della custodia cautelare invece del giudice monocratico, al quale era affidato fino ad ora. Inoltre il giudice, prima di disporre una misura cautelare, dovrà interrogare l’indagato previo deposito degli atti, in modo da consentire la difesa preventiva. Non c’è il pericolo di fuga da parte dell’indagato, visto che verrà informato prima delle indagini, e un dispendio inutile di risorse e tempi che riguarda il nuovo organo?

Siamo alla schizofrenia politica. Un giudice monocratico può condannare anche per reati gravi e un giudice collegiale dovrà decidere sulla custodia cautelare. Senza contare che gli organici dei magistrati allo stato non lo consentono.

Poi si avvisa l’indagato che sarà dopo pochi giorni probabilmente arrestato. Con buona pace per il pericolo di inquinamento delle prove ed anche di fuga. Si chiama un mafioso e gli si dice: sig mafioso lei tra qualche giorno verrà arrestato che ha da dire ? Oppure pensate ad un corrotto che viene avvisato in modo tale che potrà far sparire le prove della corruzione. Oppure un narcotrafficante. Non siamo su scherzi a parte ma nella politica del nostro paese.

È giusto limitare di proporre l’appello al pm contro le sentenze assolutorie di primo grado?

A mio avviso no. Più gradi di giudizio servono all’accusa e alla difesa di provare le loro ragioni e ai giudici di decidere e di porre eventuale rimedio anche ad errori giudiziari.

Per cercare di salvarsi la faccia con il ddl carceri è stata reintrodotta la fattispecie di reato e cioè il “peculato per distrazione”. Ma può realmente andare a sostituire l’abuso d’ufficio?

Assolutamente no, sono due fattispecie completamente diverse e per come l’hanno costruita serve a poco o nulla, più nulla che poco.

 

LEGGI ANCHE:

– «Quello che volevano Berlusconi, Craxi e Gelli è una distorsione del sistema giustizia»

– «Non è una riforma della giustizia ma dei magistrati. Inutile e pericolosa.»

– «Ho le mie idee politiche, ma non sono mai stato collaterale a nessun partito, a nessuna corrente della magistratura, a centri di potere di qualsiasi tipo»

– Caselli: «È evidente che si vogliono intimidire i magistrati»

– Riforma della giustizia approvata in CDM

– La schiforma sulla Giustizia sta camminando

 

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Antonino Schilirò

Appassionato di politica e lotta alle mafie conduco, insieme al giornalista Giuseppe Notaro, la rubrica online sui social "Informazione Antimafia". Responsabile comunicazione dell'associazione Dioghenes Aps, con sede distaccata aperta a Maletto (CT). Inviato dell'emittente televisiva siciliana Telemistretta

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