Un altro capolavoro firmato Tadej Pogacar, quello realizzato nella “Classica delle foglie morte”.
Dopo una statica fase iniziale con la partenza da Bergamo, a 200 km dal traguardo comincia a movimentarsi la corsa con Tiberi che ci prova sul Selvino. Si susseguono gli scatti, ma il team UAE Emirates vanifica ogni tentativo. La fuga va in porto successivamente con Tiberi di nuovo protagonista e altri dieci corridori in cui spiccano i nomi di Mohoric, Martinez e Kelderman, inseguiti e raggiunti da un altro gruppetto. Man mano il vantaggio dei fuggitivi si è dilatato fino a raggiungere i 4’45” grazie ai cambi regolari davanti. Il gruppo dietro è sempre guidato dall’UAE, senza ricevere collaborazione da parte di nessuna squadra, come da previsione.
Quando a scandire il ritmo del gruppo è Majka, il gruppo progressivamente riduce il distacco di oltre un minuto prima dell’ascesa del Ghisallo, dove tra i fuggitivi qualcuno perde contatto con la testa della corsa. Tra il Ghisallo e la Colma di Sormano, il vantaggio si riduce ad un solo minuto grazie al lavoro di un altro compagno di Pogacar, Hirschi. Grandissimo lavoro del team dello sloveno, che ha saputo controllare e gestire la corsa conservando i due gregari più freschi: Yates e Sivakov. Durante la scalata della Colma, davanti il gruppo si sgretola e rimane il solo Meurisse, mentre nel gruppo dei migliori perdono contatto Jorgenson e Hindley, outsider di lusso alla vigilia.
Quando mancano 48 km all’arrivo, lo scatto fulminante e decisivo del campione del mondo. Raggiunti subito i fuggitivi, comincia a guadagnare secondi su secondi sui diretti concorrenti Evenepoel, Mas e Van Eetvelt, incapaci di reagire e seguire Pogacar.
Finita la salita, il vantaggio supera già il minuto nei confronti dei tre dietro mettendo più di una seria ipoteca sulla vittoria. In discesa ci prova Evenepoel che si stacca dai due rivali mantenendo il distacco invariato, ma in pianura perde un altro minuto portandosi a 2’30” di ritardo prima di San Fermo.
Pogacar trionfa sul velluto lasciando più di tre minuti a Evenepoel secondo e più di quattro minuti a Ciccone, arrivato terzo dopo aver rimontato nell’ultimo strappo su Sivakov, Mas e Van Eetvelt. Lo scenario visto sulla Colma di Sormano è lo stesso visto sulle Strade Bianche, nel Giro di Catalogna, Liegi, Giro, Tour, Montreal, Mondiale e Giro dell’Emilia: quando Pogacar parte, lascia distacchi abissali agli altri con una facilità disarmante.
La cosa più incredibile di questo 2024 è stata mantenere uno stato di forma così eccezionale per 7 mesi, coronando la migliore stagione della storia:
- Giro d’Italia
- Tour de France
- Campionato del Mondo
- Giro di Lombardia
- Liegi Bastogne Liegi
Due grandi giri, un Mondiale e due classiche monumento. Non sono i dati di una carriera, ma di una sola stagione ciclistica. Nel post gara il fuoriclasse sloveno ha dichiarato di volersi riposare adesso e di puntare ad altri ambiziosi obiettivi per il 2025 a partire dalla Milano-Sanremo.
Il ciclismo ha trovato il suo nuovo padrone, ci rivediamo in primavera.
immagine creata con IA da Gabriele Galvagno