Quella che in tanti hanno definito la saga degli errori difensivi, in realtà è stata una sfida molto intensa e piena di spunti. Partita che ha visto susseguirsi un’altalena di emozioni dal primo all’ultimo minuto.
Al 15’ si sblocca il match con Zielinski, freddo e implacabile dal dischetto, a causa dell’intervento in ritardo di un Danilo abbastanza opaco ai danni di Thuram. Immediato il pareggio bianconero al 20’ grazie a Vlahovic che deposita in rete un passaggio di Mckennie ben servito da uno spiovente di Cabal dalle retrovie. Al 26’ si ribalta il risultato: uno scatenato Conceicao parte sulla destra e dopo una serpentina furibonda serve in mezzo per l’accorrente Weah, tutto solo a firmare il vantaggio. Nonostante la rimonta subìta, l’Inter rimane in partita e a testa bassa si fionda all’attacco.
al 35’ splendida combinazione tra Thuram e Mkhitaryan con l’armeno che supera Di Gregorio con un bel mancino dal limite, pareggiando i conti. Passano due minuti e un intervento sciagurato di Kalulu su Dumfries permette all’Inter di conquistare un secondo rigore, trasformato nuovamente da Zielinski. Il primo tempo si conclude sul 3-2 per i padroni di casa.
Il secondo tempo segue la scia del primo e al 53’ l’Inter aumenta il vantaggio con Dumfries, bravo ad approfittare dell’ennesima sbavatura di Danilo e a portare il match sul 4-2. L’Inter prende il sopravvento e va vicino al quinto goal almeno in tre occasioni. Quando la partita sembra aver preso la sua piega, Thiago Motta non ci sta e mette nella mischia Yildiz.
Mossa vincente: al 71’ la Juve accorcia le distanze proprio con il turco, bravo ad insaccare con un mancino chirurgico, 10 minuti più tardi concede il bis su inserimento e battendo un Sommer poco attento.
La sfida si conclude così sul 4-4.
Chi ha tanto da recriminare dopo questo pareggio è sicuramente l’Inter, che in vantaggio di due goal ha sprecato più volte la possibilità di fare il quinto goal per chiudere la partita. Questa partita porta diverse considerazioni sul lato nerazzurro:
- Thuram e Mkhitaryan i migliori per costanza di rendimento e per stato di forma
- la catena sinistra Bastoni-Di Marco in balia delle accelerazioni e dei cambi di direzione di Conceicao, dominatore in quella zona di campo
- Lautaro parecchio arrugginito e ancora indietro di condizione, lontano parente dell’attaccante implacabile di un anno fa
- l’assenza di Chalanoglu è stata decisiva: sul doppio vantaggio bisognava abbassare i ritmi e far girare con i tempi giusti la palla, invece i nerazzurri hanno preferito dare sfogo ai vari capovolgimenti di fronte fino a quando le energie non si sono ridotte e la Juve grazie ai cambi freschi è riuscita a rimontare
- male pure la difesa come reparto, sostenuta pochissimo dalle mancate transizioni dei centrocampisti per limitare gli attacchi avversari.
Per quanto riguarda i bianconeri, punto guadagnato e meritato. Un punto che fa morale, visto come si era messa dopo il goal di Dumfries. La squadra come a Lipsia ha dimostrato di saper lottare e rialzarsi dopo ogni colpo subito, nonostante sia la seconda squadra più giovane del campionato. Alcuni momenti della partita non sono stati gestiti bene a causa della confusione e delle nevrosi in fase di possesso palla, questo perché a Motta mancano giocatori chiave per evitare di proseguire con ulteriori esperimenti. Questa Juve va rivista in certi aspetti:
- in difesa sta mancando come l’aria la leadership di Bremer, sostituito malamente da un Danilo spaesato e irriconoscibile come nella sfida contro lo Stoccarda
- a centrocampo Fagioli è rimasto incastrato nella forbice tesa dall’asse Zielinski-Mikhitaryan, i ritorni di Douglas Luiz e Koopmeiners devono far salire il livello tecnico.
- in attacco urge intervenire per dare una valida alternativa a Vlahovic
La freschezza dei giovani, un Conceicao smagliante, accelerazioni e buone trame di gioco, la personalità mostrata davanti ai 70.000 di San Siro, la Juve deve ripartire da questi ingredienti.
Chi se la ride è il Napoli di Antonio Conte, sempre più da solo al comando con due punti guadagnati su entrambe le inseguitrici e chiude perfettamente un ciclo di partite abbastanza favorevoli. Ora per gli azzurri è tempo di affrontare le prove più dure: Milan, Atalanta, Inter e Roma in successione.
Il campionato sta entrando nella sua fase più calda, ne vedremo delle belle.
immagine di copertina creata da Gabriele Galvagno