Patrizia Rodi Morabito, insieme ad altre 15 persone, è stata premiata come ‘Testimone del nostro Tempo‘ nella III Edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo con la seguente motivazione:
Simbolo della Calabria che non molla, che non cede alle intimidazioni mafiose, allo sporco ricatto di una criminalità sempre più strisciante e aggressiva. Imprenditrice agricola di Rosarno, riceve da tempo intimidazioni e pressioni per la cessione dei suoi terreni e la sua attività imprenditoriale. Ma Lei continua a resistere, chiedendo aiuto alle Istituzioni e alla Chiesa. Come Lea, Patrizia è una donna che pone gli ideali di Libertà e Onestà innanzi anche alla propria vita, seriamente messa a repentaglio dall’azione di criminali senza scrupoli, che da troppi decenni opprimono i nostri imprenditori onesti e laboriosi.
L’abbiamo contattata per chiederle alcune sue impressioni su questa III Edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo e sulle vicende che sta passando personalmente. Ci ha risposto così:
Non sappiamo per quale ragione ci sia questo accanimento contro una natura indifesa, un albero non può difendersi da una motosega, i rovi non trinciati per scelta ecosostenibile non possono opporre resistenza al calore del fuoco che avanza. Nessuno mi ha mai fatto richieste precise.
Quindi non so quale pensiero si annidi dietro gesti che danneggiano e tendono a screditare il luogo in cui vivo.
Nessuno è venuto a dirmi voglio la terra della quale sei custode.
Rosarno è descritto a tinte fosche, ma io sono tornata a vivere qui perché questo è il mio paese e questa è la terra delle mie radici, sto bene qui.
Conosco e vivo in mezzo a tante persone con le quali mi trovo benissimo.
Dobbiamo uscire dal cliché che ci è stato incollato addosso, anche perché la cronaca ci sta dimostrando che “il mare è tutto salato”.
Ovunque campeggia il malaffare.
Io ho chiesto aiuto e la comunità, lo Stato, colleghe/i, la stampa, Dioghenes, il mondo dei credenti, il mondo dei non credenti, tutti, ognuno secondo le proprie capacità e possibilità, mi aiutate.
Io vi ringrazio per avermi dato questo riconoscimento che desidero condividere con tutte quelle persone che non hanno voce.
Con i miei concittadini per bene, di ogni ceto sociale, che ogni giorno cercano di rendere questi luoghi migliori.
Voglio a tutti i costi che passi attraverso la mia personale esperienza un messaggio positivo, come deve essere per tutti quelli che “bazzicano” nell’ambito della Fede.A qualsiasi confessione si appartenga, se vogliamo crescere dobbiamo essere positivi e propositivi.
Ho ascoltato, nel corso delle giornate da voi magistralmente organizzate, storie terribili, macigni indigeribili, a partire dalla storia di Lea Garofalo che chiedo a tutti di approfondire attraverso i canali giusti.
Storie che hanno spinto tutti i colpiti in prima persona a raccontare e cercare di bonificare quella parte di società malata apparentemente irraggiungibile.Non basta parlare al mondo giovane, è necessario rivolgersi anche al mondo adulto cristallizzato su posizioni che spesso non favoriscono un miglioramento.
Vi ringrazio per il vostro impegno e per avermi riconosciuto uno sforzo, talvolta titanico, per mantenere la rotta.Ma non voglio che, per quanto mi riguarda, passi un messaggio funesto, voglio esserci per incoraggiare, per sollecitare a prendere in mano il proprio tempo e farne una ricchezza.