Il giornalismo ha un compito fondamentale: informare, pubblicare notizie. È quello che vorremmo fare e cerchiamo di fare, con tutti i nostri limiti e possibili errori ogni giorno. Volevamo farlo anche oggi, su una delle principali problematiche che investono la cittadinanza ovvero l’emergenza idrica che ha segnato il 2024 in provincia di Chieti. Siamo invece, costretti, a pubblicare una non notizia, a render noto che abbiamo una non informazione.
Non è la prima volta che ci troviamo a dover non raccontare: in cinque anni praticamente ogni nostro accesso civico generalizzato in questo lembo d’Abruzzo è finito sulla scrivania del Difensore Civico Regionale. Oggi, nei minuti scorsi, è accaduto con l’accesso inviato – così come abbiamo riportato in un nostro articolo lo scorso 31 gennaio – alla Sasi SpA, società (i cui soci sono i Comuni) che gestisce il servizio idrico in provincia di Chieti.
Queste le richieste contenute nella nostra istanza, inviata lo scorso 22 gennaio dalla pec dell’associazione Dioghenes, editrice di questa testata, firmata dal presidente dell’Associazione Paolo De Chiara (direttore della nostra testata):
- Atti indicanti parametri oggettivi alla base delle decisioni di chiusure/riaperture programmate erogazione idrica
- Atti che riportano numero di segnalazioni al numero verde Pronto Intervento h24 800.99.51.01, numero interventi dei tecnici, quante segnalazioni a cui sono seguiti interventi e riparazioni/interventi di emergenza realizzati
- Atti indicanti acqua contenuta nei giorni del 2024 nei serbatoi siti nel comune di Casalbordino
- Atti indicanti risorsa idrica disponibile durante i dodici mesi del 2024 per il territorio del vastese
- Atti indicanti la disponibilità di risorsa idrica nelle sorgenti nei giorni del 2024
- Atti indicanti rotture e interventi di emergenza nei dodici mesi del 2024
- Atti indicanti numero autobotti, capacità totale e comuni serviti nel 2024
Il 21 febbraio scorso, ultimo giorno previsto dalla normativa vigente, il direttore tecnico della società Pio D’Ippolito ci ha “risposto” inviandoci una missiva di due pagine con indicati per punti alcuni dati.
Questa la nostra doverosa risposta due giorni dopo, oltre due settimane fa:
- Al punto 2) è indicato il numero di segnalazioni nel “periodo emergenziale” (non specificato esattamente il lasso temporale che dobbiamo quindi desumere) ma nella nostra istanza si faceva riferimento all’intero anno
- Al punto 6) è indicato il numero di “rotture ed interventi” ma nella nostra istanza si faceva riferimento alle segnalazioni ricevute dai cittadini al numero verde di pronto intervento h24
- Sempre al punto 6) non c’è nessuna specifica di quanti sono gli interventi su segnalazioni dei cittadini al numero verde di pronto intervento h24 e quanti avvenuti dopo segnalazione di altra provenienza
- Al punto 1) si fa genericamente riferimento a chiusure quando la quantità in entrata è minore di quella in uscita. Nel nostro accesso civico la richiesta era più dettagliabile e chiedeva atti indicanti parametri e situazione puntuale nei giorni
Al netto del merito di quanto riportato nella Vs. risposta non posso esimermi dal sottolineare che il 22 gennaio ho inoltrato richiesta di accesso civico che prevede visione ed estrazione atti (esattamente come l’accesso agli atti normato da precedente legge) mentre la Vs. e-mail del 21 febbraio riporta solo alcuni dati senza neanche far riferimento ad atti e documenti.
Nessuna risposta, nessun riscontro, nessun atto e documento da parte della società in questi oltre quattordici giorni. Poco più di un’ora fa abbiamo scritto al Difensore Civico Regionale abruzzese Umberto Di Primio. Non c’è altro da aggiungere, non aggiungiamo (oggi) nulla di più, i fatti crediamo parlino da soli.