Le Indicazioni Nazionali per il curricolo, stabilite dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), nella finalità di definire gli obiettivi generali del sistema educativo nazionale, sono il testo di riferimento unico per tutte le scuole autonome che ha sostituito quelli che, tempo fa, si chiamavano “programmi ministeriali”.
Le Indicazioni Nazionali in vigore sono quelle contemplate nel decreto ministeriale n° 254 del 16 novembre 2012 (G.U. n° 30 del 5 Febbraio 2013). Nel febbraio 2018 il MIUR nel documento Indicazioni nazionali e nuovi scenari ha voluto ridefinire le Indicazioni nazionali alla luce degli obiettivi dell’Agenda 2030 e dei nuovi quadri di competenza, senza tuttavia modificare il documento del 2012.
Attualmente è in fase di discussione pubblica il documento “Nuove Indicazioni 2025 Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione Materiali per il dibattito pubblico”, rilasciato dal MIM il giorno 11 marzo 2025. La volontà espressa dal Ministero è quella di promulgarle in tempi molto brevi, affinché siano in vigore dall’anno scolastico 2026/27 per le classi primi dei diversi ordini scolastici (infanzia, primaria, secondaria di I grado).
Il documento introduce modifiche nei contenuti disciplinari, nelle metodologie didattiche e nell’organizzazione del curricolo, con particolare attenzione a temi come l’inclusione, le competenze digitali e la cittadinanza.
Nelle Nuove Indicazioni Nazionali 2025 si tornano a elencare nei diversi ambiti disciplinari le conoscenze attese (in alcuni casi, anno per anno) riesumando la logica vetusta dei programmi, più che dei profili di competenza attesi.
Il nuovo documento 2025 riporta nel testo numerose indicazioni di contenuti, metodologie didattiche e ibridazioni digitali possibili, che lasciano varchi a molte criticità.
Le Nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2025 introducono aggiornamenti nei contenuti disciplinari, nei campi di esperienza e nelle metodologie didattiche, in alcuni casi in continuità con il documento del 2012, in altri con l’aggiunta di elementi con l’obiettivo di portare avanti un modello di scuola, basato sulla disciplina, sulla ripresa del passato e delle tradizioni.
Le Nuove Indicazioni 2025 ingessano la prospettiva formativa in contenuti antistorici: il corpo dell’alunno/a, la sua sessualità, la sua affettività, le sue competenze socioemotive e relazionali, il suo benessere. Gli alunni/e sono visti con un misto di paternalismo, sfiducia e timore, e come loro la libertà di insegnamento e l’autonomia delle scuole. Che dire, poi, della complessità epistemologica dei saperi, così come il mondo globale nella sua complessità? l’altro da sé irrita l’identità nazionale e questo animus trabocca in modo evidente nell’approccio alla Storia.
Mossa dall’urgenza di animare un dibattito critico a livello nazionale attorno alle Nuove Indicazioni, prima della loro promulgazione, e dal suo ruolo di centro di ricerca attivo in ambito scolastico e sociale, docenti, professori universitari ed esperti in diversi ambiti educativi, hanno formulato le loro valutazioni anche perché con Nota ministeriale del 20 marzo u.s. (prot. n°11544), il Ministero dell’Istruzione ha avviato una consultazione tra le scuole del primo ciclo in merito alla bozza delle nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo. La realtà voluta dalla nota ministeriale è nei fatti ben altra.
Da quanto si può leggere emerge palesemente che la finalità della consultazione sta nel solo suo essere un mero atto dovuto prima della adozione definitiva del testo.
La Nota ministeriale fa riferimento alla consultazione come momento valutativo ma, se così fosse, allora sarebbe stato necessario stabilire un confronto tra il committente della valutazione e i “valutatori” (in questo caso le e gli insegnanti, le e i dirigenti), in modo rendere la valutazione non una petizione di principio ma un’analisi democraticamente condotta dalle parti in ossequio ai criteri di trasparenza e autonomia dei valutatori stessi e nella condivisione dei criteri di valutazione tra il Ministero e le Scuole: criteri di giudizio utili ad analizzare la bozza in termini di coesione e logicità interna, di validità rispetto ai quadri teorico-epistemologici e alle evidenze empirico-sperimentali fondate scientificamente, di chiarezza della terminologia, di sostenibilità per la sua attuazione dentro i contesti.
Una reale procedura valutativa (coerente con la Costituzione, le Raccomandazioni del Parlamento Europeo del 2006 e del 2018, il Regolamento sull’autonomia del 1999) ,nel coinvolgimento di insegnanti nel processo di valutazione, avrebbe consentito di comprendere i costrutti teorici e ideologici su cui la Commissione desidera ascoltare le voci dei diretti interessati, di apprezzare la la varietà e ampiezza delle posizioni teorico-valoriali che sono presenti nelle scuole.
In assenza di tali rilevanti accorgimenti e cautele qualsiasi valutazione che, come nel caso di specie, involge i rapporti di potere si trasforma nel consueto gioco tra burattinai e burattini dove il burattinaio che manovra i fili dei burattini può a suo arbitrio stabilire le regole del gioco. Guarattella della real politik.