“Io sono ancora vivo, ma non sto vivendo”: l’Italia sorda davanti ai testimoni di giustizia
Ieri, lunedì 7 aprile 2025, alle ore 21:00, è andata in onda la seconda puntata di “A tu per tu con…”, format antimafia di WordNews.it, condotto da Paolo De Chiara, giornalista impegnato da anni nella denuncia dell’omertà istituzionale, con la collaborazione tecnica e redazionale di Antonino Schilirò, giovane giornalista siciliano.
Ospite: Gennaro Ciliberto, ex dirigente in aziende coinvolte negli appalti pubblici e oggi testimone di giustizia sotto protezione.
Il volto coperto non per scelta ma per obbligo. Ciliberto ha denunciato la camorra S.p.a., quella che si infila nei cantieri pubblici, nelle grandi opere, nelle strutture statali. Quella che ha preso parte alla costruzione – o meglio, alla falsificazione – di ponti, cavalcavia, barriere autostradali. Le sue parole sono sassi lanciati contro un muro di gomma.
“Ho salvato vite umane. Ma da 14 anni sono trattato come un criminale, come un peso. Non esisto.”
Chi è Gennaro Ciliberto: da dirigente a “fantasma” sotto protezione
Nato e cresciuto a Napoli, Ciliberto lavorava come dirigente nel settore degli appalti pubblici. Incarichi di responsabilità, viaggi, stipendio da 60mila euro l’anno. Ma nel 2010, mentre è responsabile della sicurezza in un cantiere sulla Statale 36 Milano–Sondrio, inizia a notare anomalie. Saldature difettose. Materiali scadenti. Subappalti opachi.
“Un operaio, forse dopo un bicchiere in più, mi dice: ‘Dottò, se qui se ne cade tutto’. Quella frase mi ha cambiato la vita.”
Incuriosito e preoccupato, inizia a indagare. Scopre che dietro le ditte subappaltatrici ci sono Pasquale Vuolo (alias “Capastorta”) e Mario Vuolo, legati al clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia. Camorra imprenditoriale, con contatti nel Ministero, in Autostrade per l’Italia, nei grandi nomi dell’edilizia italiana.
“Erano dentro Impregilo, ANAS, Autostrade. Ho fatto nomi e cognomi: gli stessi coinvolti nella strage di Acqualonga e nel crollo del Ponte Morandi.”
Denuncia tutto. Spontaneamente. Senza pressioni. Si presenta alla DIA di Milano il 4 febbraio 2011 e racconta tutto. Da quel momento, la sua vita finisce.
La camorra negli appalti pubblici: ribassi, truffe e stragi annunciate
I dettagli fanno rabbrividire. Ciliberto racconta i meccanismi con cui la camorra vinceva gli appalti: Sistema degli inviti pilotati: 5 ditte formalmente diverse, ma riconducibili tutte allo stesso gruppo criminale; Ribassi impossibili: 40-50% in meno sul prezzo base, che nessuna impresa onesta avrebbe mai potuto reggere; Materiali fallati: saldature a vuoto, cemento fragile, barriere fonoassorbenti difettose (come nel carcere di Larino); Intercettazioni shock: “Ma che vuoi che succeda se crolla un ponte? Qualche morto?”
“Ecco, quei morti sono arrivati. Acqualonga, Genova. L’Italia è il Paese dove le stragi vengono annunciate. E nessuno fa nulla.”
Il prezzo della verità: cambi d’identità, isolamento e segreti di Stato
Dopo la denuncia, viene inserito nel programma speciale di protezione del Ministero dell’Interno. Cambia tre volte nome, 11 volte località. Oggi è alla quarta identità. Niente lavoro. Niente contributi. Nessuna tutela.
“Lo Stato, quello che ti dice ‘denuncia e ci pensiamo noi’, dopo sparisce. O ti manda una PEC per dirti che non puoi andare al funerale di tuo padre.”
Anche le istituzioni che dovrebbero supportarlo, “come la Commissione Centrale ex art. 10, presieduta da Nicola Molteni (Lega), non rispondono neppure alle richieste di audizione”. Alcune istanze sono coperte dal Segreto di Stato.
“Non posso fare ricorso al TAR, non posso rivolgermi al Consiglio di Stato. Perché? Perché è tutto secretato. Il segreto non tutela me. Protegge loro.”
Lea Garofalo, Carmelina Prisco e gli altri dimenticati
Ciliberto lancia un appello: non solo per sé, ma per tutti i testimoni e denunciatari dimenticati. Come Carmelina Prisco, presente alla diretta, più volte spinta al suicidio. Come Luigi Coppola, Ignazio Cutrò, Piera Aiello. Tutti accomunati dallo stesso destino: coraggio isolato, vite annientate.
“Il nostro reato? Aver fatto il nostro dovere. Ma l’Italia non premia chi è onesto. Anzi: lo seppellisce.”
TikTok, mafiosi e la necessità di esserci. La puntata è andata in onda su TikTok per strategia. La redazione di “A tu per tu con…” ha deciso di invadere gli spazi digitali occupati dalla cultura mafiosa, per portare un messaggio alternativo.
“I criminali sono ovunque sui social. Festeggiano, ostentano, reclutano. Noi vogliamo stare lì. E ribaltare la narrazione.”
1° maggio a Roma: la mobilitazione dei testimoni di giustizia
La chiusura è un invito chiaro: manifestare. Il 1° maggio 2025, davanti a Palazzo Chigi, i testimoni di giustizia manifesteranno contro il silenzio delle istituzioni. A sostenerli anche l’associazione Diogenes APS.
“Sarà una manifestazione pacifica. Ma sarà un grido. Il nostro. Non per chiedere elemosina. Ma dignità.”
“Siamo un Paese che ricorda Falcone e Borsellino con le bandiere. Ma dimentica i vivi. Dimentica noi.”
Le parole di Gennaro Ciliberto sono un pugno allo stomaco. Ma sono anche un manifesto. Per chi crede ancora nella giustizia. Per chi pensa che denunciare non debba equivalere a morire socialmente.
E forse, per una volta, dovremmo ascoltarle davvero.
La prossima puntata (lunedì 14 aprile 2025, ore 21:00):
A TU PER TU CON…
3^ PUNTATA
Ospite:
Luigi de Magistris
già magistrato, europarlamentare e Sindaco di Napoli
Ideato e condotto da:
Paolo De Chiara, direttore WordNews.it
Live Streaming su:
TikTok
In differita su:
Facebook, Instagram, X, YouTube
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