Ministro Eccellenza Prefetto, quando finirà “l’ergastolo” per un uomo onesto, leale e testimone di giustizia?
Ministro, tra pochi giorni finirà il 2024, ma per me e la mia famiglia non è cambiato nulla, anzi negli ultimi 14 anni ho visto il peggiorare del sistema protezione. La “punizione” inferta ai testimoni di giustizia e familiari e quel famoso Servizio Centrale di Protezione che costa oltre 80 milioni di euro che tutto fa tranne che difendere e assicurare una vita dignitosa ai tutelati.
Che ci trattassero male e non dessero la giusta applicazione della normativa è cosa nota a tutti: nelle varie commissioni parlamentari antimafia, ai vari comitati dei testimoni di giustizia. Comitati istituiti presso le varie commissioni antimafia, che hanno redatto migliaia di pagine di relazioni, rimaste poi nel nulla, per responsabilità di una politica assente e che discrimina la figura del testimone di giustizia.
Scartiamo l’ultima commissione parlamentare antimafia a guida presidente Colosimo la quale non solo non riceve in audizione i testimoni di giustizia ma addirittura non risponde alle varie pec. Abbiamo una sola certezza, Ministro Piantedosi, per la presidente Colosimo i testimoni di giustizia non sono degni di considerazioni da parte delle istituzioni.
Lo Stato non ha nessuna volontà di migliorare la vita dei testimoni di giustizia. Troppo facile partecipare alle commerazioni e gridare “siamo contro la mafia”. Nell’azione pratica c’è il nulla.
Chi le scrive è un testimone di giustizia attualmente inserito nello speciale programma di protezione, lo ribadisco inserito nello speciale programma di protezione, e mi permetta che quando citiamo la frase “programma di protezione” mi viene da pensare che tutto è tranne che un programma di protezione. Anni fa lo definirono di SPROTEZIONE.
Ma Lei, Ministro Piantedosi, cosa nè sa della vita dei testimoni di giustizia e dei familiari conviventi che soffrono un accanimento che distrugge e devasta la vita non solo di noi inseriti nel sistema protezione ma anche di chi è fuori uscito. Questi ultimi porteranno a vita i segni indelebili di un sistema che distrugge e non protegge.
Dalla mancanza dell’assistenza sanitaria al diritto allo studio ai documenti, ma anche cose semplici come ricevere la posta nei tempi giusti.
Ministro Piantedosi, forse, un detenuto ha più diritti di noi testimoni di giustizia.
Oggi il mio appello lo rivolgo anche al direttore del Servizio Centrale Protezione il quale, forse, è troppo distratto in questi ultimi anni. Tanto distratto da non sapere che nel Palazzo, ove lo stesso comanda, il servizio centrale di protezione ci sono operatori di polizia che non solo non applicano la normativa vigente in materia sullo speciale programma ma addirittura svolgono un’azione di “tortura” psicologica sui tutelati usando delle procedure interne che non hanno alcun valore giuridico se non quello di rendere impossibile la vita dei testimoni di giustizia.
Basti pensare che non rispondono alle istanze e quando rispondono il testo è così fuori contesto che nemmeno un avvocato riesce a comprendere cosa abbiano scritto. Logicamente è tutto voluto al fine di sfiancare ogni soggetto tutelato.
Per poi non dimenticare i servizi per gli impegni di giustizia ove non funziona nulla e addirittura i testimoni di giustizia vengono definiti, nero su bianco, collaboratori di giustizia in detenzione.
Dobbiamo chiederci il perché avvenga tutto questo. Ma a chi possiamo chiederlo?
Al Presidente della Repubblica Mattarella? Non risponde!
Al Presidente del Consiglio dei Ministri On Meloni? Non risponde!
Al Presidente della Commissione centrale ex art 10 On. Molteni? Non risponde!
Alla Presidente della Commissione antimafia On. Colosimo? Non risponde!
e poi c’è Lei, Eccellenza Prefetto Ministro dell’Interno dott. Piantedosi. Anche Lei non ha mai risposto.
Il servizio centrale di protezione è sotto il suo dicastero. In ogni pagina delle comunicazioni c’è scritto MINISTERO DELL’INTERO. Nella mia mente dopo 14 anni ripercorro cosa sono stato costretto a subìre, prima dalla camorra che ho denunciato in ogni sede opportuna ma anche da ciò che mi è stato fatto in questi anni dal Servizio Centrale di Protezione.
Ad oggi non saprei definire chi mi ha fatto più male se la camorra o il servizio centrale di protezione.
La camorra mi ha minacciato e sparato, costretto a fuggire dalla mia terra a perdere il lavoro e poi c’è il servizio centrale di protezione che mi ha allontanato dalla mia terra e non mi ha dato un lavoro. Non mi ha permesso un reinserimento socio lavorativo, non mi ha protetto. Non ha rispettato il programma di protezione, mi hanno fatto perdere le mie generalità con una procedura che ha dell’incredibile, che ci ha relegato ad un “inferno” in vita. Una non vita. Abbiamo perso tutto.
Ministro Eccellenza Piantedosi festeggi l’ultimo dell’anno con il calore della sua famiglia dei suoi parenti, attorniato dalla gioia dei suoi amici. A noi testimoni di giustizia e persone per bene tutto questo ci è negato. Dobbiamo restare in esilio in località protetta. Noi non abbiamo nessun diritto e per 14 anni non c’è stato concesso il diritto di trascorrere le festività di natale con i nostri parenti.
Buon anno Ministro Piantedosi.
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