“Non cerco carità, ma la possibilità di vivere con dignità”: la voce di un uomo che ha perso tutto ma continua a resistere con forza e umanità
Si chiama Raimondi Bennardo Mario, ha 47 anni di lavoro alle spalle, una famiglia alle prese con gravi problemi di salute ed economici, una pensione di invalidità modesta come unica fonte di reddito, e oggi è costretto a vendere non solo ciò che produce con le sue mani, ma anche gli oggetti più intimi della sua vita quotidiana.
Non chiede elemosina. Non tende la mano per pietà. Chiede di poter vendere, con la schiena dritta, ciò che ha, per affrontare le spese mediche che lui e la sua famiglia non riescono più a sostenere.
“Ho messo in vendita tutto: quello che produco con passione da 47 anni, gli oggetti della mia casa, perfino il mio tavolo da lavoro in marmo. È tutto quello che ho, tutto quello che mi è rimasto.”
Mario vive a Palermo, in silenzio, tra difficoltà quotidiane, rinunce e visite mediche saltate. Ha scelto di non farsi schiacciare dalla miseria, ma di reagire con ciò che ha: le sue mani, il suo mestiere, la sua dignità. Ha pubblicato un appello online, con il coraggio di chi non si arrende:
“Non voglio carità, voglio solo la possibilità di sopravvivere vendendo il frutto del mio lavoro. È umiliante scrivere queste parole, ma ho bisogno che qualcuno le legga”.
Mario ha anche altri oggetti e strumenti da vendere, che possono rappresentare un piccolo aiuto concreto per ripartire. Quando curarsi diventa un lusso, quando l’unica via rimane svendere i ricordi, allora non è solo povertà materiale: è una sconfitta collettiva.
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