Ci troviamo a Capo d’Orlando, una ridente cittadina siciliana, situata sul litorale tirrenico in provincia di Messina per intervistare Eleonora Gullo, artigiana e titolare di DadArt. Eleonora ha fatto della sua passione il proprio lavoro, ormai, apprezzato in tutta Italia e fuoti dai confini nazionali. La giovane siciliana ha fatto una scelta in controtendenza, riprendendo la tradizione dell'artigianato locale. E la sua scelta coraggiosa le ha permesso di vincere una difficile scommessa. Questo è un esempio per comprendere che il nostro Paese ha bisogno delle proprie tradizioni, negli ultimi anni andate perdute. Per questi motivi abbiamo deciso di ascoltare il suo punto di vista, per iniziare proprio con Eleonora un percorso che possa dare voce ai tanti giovani italiani alle prese con le loro passioni.
Eleonora quando e come nasce la tua attività?
«DadArt nasce circa tre anni fa, qui a Capo d’Orlando, la mia piccola cittadina. La passione per i bijoux, che coltivo da quando ero ragazzina, insieme alla mia creatività hanno fatto sì che questa mia passione si trasformasse in lavoro».
Siamo curiosi di conoscere il tuo lavoro e come nascono le tue creazioni. Cosa produce DadArt?
«DadArt produce bijoux realizzati interamente a mano, privi di nichel e altri materiali allergici per un comfort sicuro: alta bigiotteria, argento 925, ottone lavorato a mano, perle coltivate e di Maiorca, pietre dure e naturali. Lo stile realizzativo spazia dall’etnico al folk siciliano, dal classico al moderno, sempre con originalità e ricercatezza. Inoltre, DadArt offre una vasta collezione di accessori come borse e portafogli in vera pelle, pashmine e foulard. Sono continuamente alla ricerca di materiali particolari, nuove forme e colori da assemblare e lavorare».
Oggi, l’artigianato italiano è molto penalizzato dal peso fiscale, dalle importazioni e dalla burocrazia. Quali suggerimenti potrebbero essere adottati per agevolare le piccole realtà come la vostra?
«Occorre precisare che l’artigianato in Italia rappresenta una grande fonte di ricchezza per il Paese e le statistiche dei rapporti Nazionali sull’artigianato parlano chiaro: bisogna proteggere il Made in Italy con interventi concreti. A mio avviso si potrebbero introdurre dei limiti imponendo a livello comunitario delle quote alle importazioni per prodotti che entrano in diretta concorrenza con il nostro artigianato. Per quanto riguarda la burocrazia basterebbe creare uno sportello unico dove presentare tutte le istanze in maniera tale da colloquiare con un solo ufficio, come avviene in altri Stati europei. La pressione fiscale, infine, è talmente alta che ogni anno in Italia chiudono bottega migliaia di validi artigiani. Sarebbe necessario semplificare e ridurre la tassazione, considerando che le PMI in Italia trainano l’economia di un’intera Nazione».
In effetti è un grande problema comune a tutti gli artigiani. Qual è il vostro punto di forza?
«Il nostro punto di forza è esaudire i desideri dei nostri clienti realizzando qualcosa di unico ed esclusivo per ognuno di loro, come solo un vero artigiano sa fare».
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2020-02-25 07:07:33
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