Una azienda petrolifera canadese, la X-Site Energy, ha diffuso fra i propri dipendenti un adesivo che ritrae Greta Thunberg, l'attivista svedese di Fridays For Future, trattenuta per le trecce di spalle: l'immagine necessariamente fa pensare ad una violenza sessuale.
Il direttore della società, Dong Sparrow, dopo le inevitabili polemiche suscitate, non solo non avrebbe fatto marcia indietro ma, al contrario, sembrerebbe aver dichiarato che Greta non è una bambina ma una ragazza di 17 anni, come se l'età giustificasse la violenza.
Greta è diventata un riferimento per milioni di nuove generazioni nella lotta per la tutela ambientale, una giovane ed instancabile attivista: ma soprattutto è una donna.
Fra qualche giorno, probabilmente, questo adesivo resterà un ricordo sbiadito, una semplice caduta di stile, un banale errore: ma sappiamo tutti che non è così.
Le donne sono considerate, da troppi uomini, come individui di serie b: all'interno della famiglia, in ambito lavorativo, nella vita di tutti i giorni. Uomini che non riescono a gestire le donne soprattutto quando sono forti, impegnate, agguerrite, quando si fanno riferimento e simbolo di svolta.
E la società si adegua: ci si indigna al momento, ma poi tutto cade nel dimenticatoio. Non possiamo più accettarlo. Gli omicidi sempre più numerosi di donne per mano di mariti e compagni si stanno trasformando in mera cronaca nera, il giorno dopo il delitto un nuovo fatto di cronaca cancella il precedente e così si va avanti. Donne, madri calpestate e poi massacrate di fronte ad una società sempre più disinteressata alle tragedie quotidiane e che, di fronte all'adesivo in cui Greta Thunberg è raffigurata di spalle, trattenuta per i capelli, violentata, perché si vorrebbe così distruggere la sua battaglia è quanto di più grave e deprimente possa esistere.
Greta, a chi vorrebbe attaccare la sua immagine per difendere sporchi interessi economici, ha risposto in maniera egregia come solo lei poteva fare: “Stanno diventando sempre più disperati, questo dimostra che stiamo vincendo”. Disperati e vergognosi. Servirebbe una pena esemplare per istigazione alla violenza e all’odio. Non è solo pubblicità aziendale, ma è un reato contro l’umanità, contro tutte le donne del mondo, contro il nostro comune sentire.
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2020-03-03 11:55:52
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