Anni di indagini, depistaggi, silenzi, di camorra e presenze inquietanti con pezzi deviati delle istituzioni. Anni spesi nella ricerca della verità e La verità negata è il titolo del secondo libro di Dario Vassallo scritto insieme al giornalista Iurillo (edito da Piper First). Un testo che ripercorre la storia del Sindaco pescatore, ma soprattutto racconta dieci anni di ostinata e difficile ricerca della verità da parte di Dario e Massimo, fratelli del sindaco di Pollica.
Abbiamo intervistato Dario Vassallo, fratello del Sindaco Angelo Vassallo, morto ammazzato il 5 settembre di 10 anni fa.
Chi ha ucciso suo fratello?
«Lo ha ammazzato lo Stato. Tutti quegli uomini delle istituzioni che in questi dieci anni dall'omicidio non hanno fatto il proprio dovere, non hanno fatto ciò che avrebbero dovuto fare dopo aver giurato fedeltà alla Repubblica.»
Attraverso la Fondazione Angelo Vassallo lei e suo fratello Massimo percorrete il paese in lungo e in largo, organizzando eventi con cittadini e studenti per raccontare e far conoscere la vicenda di Angelo Vassallo, una tragedia famigliare che si è trasformata in una vicenda che riguarda il paese intero. Ma in questa vostra ricerca per la verità c'è anche un messaggio forte: quello di non piegare mai la testa di fronte alla violenza delle mafie e alla collusione con esse di appartenenti delle istituzioni. Un copione, quello dei depistaggi e della politica deviata, che accomuna molte storie italiane. E' così, da una vicenda personale, che la morte di Angelo Vassallo è diventata una questione nazionale?
«Certo, la nostra testimonianza non è più una azione singola, mia e di mio fratello, ma sul "carro" della Fondazione sono salite in questi anni tantissime persone che chiedono verità e giustizia. Ogni messaggio, ogni articolo, ogni singola testimonianza che circola ancora dopo 10 anni conferma l’esistenza di una comunità che cammina insieme.»
Nel suo libro ricorre spesso l'espressione "la buona politica", quella che ha trasformato profondamente Pollica fino a farla diventare un modello: la cura del territorio, il rispetto delle regole, la lotta alla camorra e al traffico di droga, la tutela del mare. Questa "buona politica", tuttavia, oggi come allora, infastidisce chi invece gestisce i territori per il proprio tornaconto, danneggiando i luoghi e privando i cittadini di diritti e servizi. Pollica ha fatto tesoro della gestione Vassallo e se si, cosa ne resta oggi?
«Non ne rimane nulla. L' esempio principale è la gestione del porto: mio fratello avrebbe voluto veder sorgere quaranta botteghe artigianali, per valorizzare il territorio e i prodotti tipici. Oggi invece in gran parte si tratta di attività provenienti da fuori: si punta esclusivamente ad una economia commerciale che non porta ricchezza al luogo, ma al contrario impoverisce Pollica perché tutti i guadagni vengono portati altrove da proprietari che non sono nel posto. Ma la cosa più dolorosa è che i cittadini di Pollica si sono dimenticati del loro Sindaco e del suo sacrificio.»
Nell'inchiesta sull'omicidio di Angelo vengono fatti nomi di appartenenti alle istituzioni, alle forze dell'ordine nello specifico. Si parla del comandante dei Carabinieri Fabio Cagnazzo e del brigadiere Lazzaro Cioffi, quest'ultimo in carcere per altro reato e ora indagato per l'omicidio Vassallo. Alcuni camorristi avrebbero fatto il suo nome. Cosa vuole dirci a riguardo?
«Solo che non avrei mai pensato di dovermi difendere dalle istituzioni.»
Nel libro lei parla dei numerosi appelli rivolti ad esponenti politici, non solo del Partito Democratico, che era il partito di suo fratello, ma trasversalmente a tutti. Un appello per scoprire la verità lo avete rivolto anche al capo dello Stato Mattarella. Poche sono state le risposte e moltissimi i silenzi. Angelo Vassallo fa paura anche da morto?
«Mio fratello fa molta più paura da morto che da vivo: finché restava una questione locale, circoscritta, non avrebbe creato grossi problemi. Adesso invece milioni di persone ne parlano, vanno a studiare chi era e che cosa ha fatto il sindaco pescatore, desiderano giustizia. Basta pensare che dopo tanti anni il mio primo libro "Il sindaco Pescatore” è ancora uno fra i più venduti in Italia.E cosa significa questo? Che la questione Vassallo è diventata una questione che riguarda tutti. Quindi, tornando alla domanda: se il politico di turno non risponde alle nostre sollecitazioni non è un nostro problema, ma è un problema tutto suo.»
Chi vi è stato e vi è ancora accanto?
«Tanta gente comune, cittadini che hanno trasformato la storia di Angelo nella loro stessa storia personale, gli amministratori e qualche politico non solo quelli politicamente più vicini ad Angelo, ma anche di altri partiti. Ricordo sempre con piacere durante la presentazione del libro in piccoli paesi fra le montagne del nord, di aver trovato sulla scrivania del sindaco della Lega la foto di Angelo e di aver incontrato bambini che conoscevano perfettamente la vicenda del sindaco di Pollica. Inoltre voglio ricordare che il primo a chiedere una commissione di inchiesta sull'omicidio Vassallo è stato un esponente di Fratelli d'Italia. La richiesta di giustizia non ha colore politico.»
Il 16 ottobre le verrà consegnato il premio internazionale "Re Manfredi-Mare e Ambiente" che andrà alla memoria del sindaco Angelo Vassallo e alla attività della Fondazione. Un riconoscimento per la vostra attività fatta di manifestazioni e di incontri per raccontare il modello Pollica, anche per ciò che riguarda la pulizia dei fondali marini, una delle principali battaglie di Angelo Vassallo. Il suo modello, esportato ovunque, consente di recuperare i rifiuti (per lo più plastica e vetro) impigliati nelle reti dei pescatori, per poi essere differenziati nelle isole ecologiche. Un premio importante.
«Sì, è un premio importante che viene da un territorio, quello di Manfredonia, al quale sono molto legato; mi sento un po' pugliese. Proprio al porto di Manfredonia abbiamo piantato un albero di ulivo dedicato ad Angelo; sono stati anni di stretta collaborazione con la Puglia, c'è un forte rapporto di vicinanza ed di affetto. Posso dire che abbiamo stretto in questo lungo tempo tanti rapporti che danno l' immagine di una umanità splendida e questo ripaga della sofferenza e dei sacrifici vissuti.»
Dottor Vassallo, dopo 10 anni tra inchieste, incontri, dibattiti, due libri scritti, la realizzazione del film Il sindaco pescatore e di uno spettacolo teatrale, la verità sulla morte di suo fratello è più lontana o più vicina?
«La verità è più vicina. E questo perché si è ampliato tutto: non solo io e Massimo chiediamo giustizia, ma lo fanno milioni di cittadini italiani. Lo Stato deve fare pulizia seria al proprio interno: non si può più rimandare.»
Cosa le manca di Angelo?
«Con Angelo è andata via anche la mia vita, questa è un'altra vita, quella che non volevo e che non auguro a nessuno. Mi mancano le nostre chiacchierate, a dire la verità. Lui parlava, io ascoltavo ed ero felice di avere Angelo.»
È determinato e, nonostante tutto, sereno Dario Vassallo. Dopo anni di sofferenza e sacrifici, va avanti con la caparbietà di chi conosce la verità e trova la forza negli sguardi delle persone perbene che ogni giorno incontra.
Nel delitto Vassallo emergono gli elementi tipici da sempre dei delitti italiani: le mafie che tutto possono, i politici e gli appartenenti alle forze dell'ordine che si vendono alla malavita, i cittadini omertosi e la politica silente, che gira la testa dall'altra parte.
Il Partito Democratico, partito di Angelo Vassallo, si è limitato a qualche parola di conforto senza mai attivarsi seriamente per far luce sulla morte di un suo amministratore. Negli altri schieramenti la stessa cosa, tranne singoli casi di persone oneste e motivate.
La politica vorrebbe far dimenticare il sindaco pescatore perché farebbe comodo a tutti, ma in tanti non dimentichiamo e il mare del Cilento parla al mondo del suo sindaco coraggioso.
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APPROFONDIMENTI:
- Intervista a Massimo Vassallo, fratello del Sindaco Angelo
– Angelo Vassallo: alla ricerca della verità
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2020-10-13 11:19:25
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