TERNI. A distanza di pochi giorni i cittadini umbri sono tornati a far sentire la propria voce. E lo hanno fatto per una giusta causa da anni al centro di mobilitazioni anche importanti da parte della cittadinanza, dei comitati e delle associazioni locali.
Il tema è quello dei rifiuti, al quale necessariamente sono collegate tematiche fondamentali come salute e tutela del territorio.
Il 26 gennaio sotto al Palazzo della Regione a Perugia, più di 50 associazioni umbre si erano date appuntamento per manifestare contro alcune decisioni assunte dalla giunta umbra guidata dalla presidente Donatella Tesei.
Secondo i rappresentanti delle associazioni, il governo regionale vorrebbe investire i fondi del Next Generation Europe in progetti obsoleti e dannosi per la salute pubblica in tema appunto di trattamento dei rifiuti. Denunciano i cittadini che, dopo anni in cui con fatica si è cercato di attuare in tema di rifiuti la buona pratica dell’economia circolare, che prevede la riduzione, il riciclo e il riuso dei rifiuti urbani, si tornerebbe adesso a parlare di inceneritori, cementifici e discariche.
In particolare l’idea sarebbe quella di tornare a bruciare i rifiuti, sotto forma di CSS (combustibile solido secondario) nei due cementifici di Gubbio e di creare un impianto nel ternano per i fanghi di depurazione. Ciò che più preoccupa i cittadini è sicuramente l’aspetto legato alla salute e alle ricadute di scelte scellerate su alcuni territori della regione in particolare; proprio l’alta Umbria e il ternano pagano un prezzo altissimo per la presenza di industria pesante, cementifici e inceneritori che per decenni hanno fatto ricadere sulla popolazione polveri e sostanze inquinanti di ogni genere.
Ecco allora che a distanza di pochi giorni, ieri anche Terni ha manifestato il proprio disappunto per questa cambio di rotta da parte della politica regionale in tema di trattamento dei rifiuti, con un sit-in che si è tenuto sotto al Palazzo comunale.
Purtroppo l’Umbria detiene un primato tutt’altro che invidiabile, come documentato dallo studio Sentieri (che evidenzia il nesso esistente tra fonti di esposizioni ambientali ed eccessi di mortalità) e soprattutto dal registro tumori nazionale: la regione è la seconda dopo il Friuli Venezia Giulia per incidenza di malattie oncologiche, con 688 casi per 100mila abitanti.
Questa informazione è stata resa nota dal dottor Giovanni Vantaggi, medico Isde (Associazione medici per l’ambiente) presente oggi al presidio. Il dottor Vantaggi denuncia che, da alcuni anni, in Umbria il prezioso strumento del registro tumori è stato sospeso, in vista di un affidamento dello stesso ad una società informatica anziché all’Università come avveniva nel passato. Il medico dice ancora che il “Coordinamento regionale umbro rifiuti zero” avrebbe presentato nel mese di aprile alla regione e all’Auri ( autorità umbra per i rifiuti), un piano rifiuti in 17 punti nel quale si parla di economia circolare e di rifiuti zero, ma che non vi sarebbe stata da parte delle istituzioni alcuna risposta.
Di “Terni capitale dei fanghi di fogna” parla il consigliere regionale dei 5 Stelle Thomas De Luca, contestando alla politica della giunta leghista di perseguire “un obiettivo di decrescita economica e una strategia di sottosviluppo”. Il Consigliere si dice sconcertato dalla modalità di scelte effettuate senza alcun percorso partecipativo con la cittadinanza, ma attraverso decisioni imposte dall’alto.
Il presidio, organizzato dal Comitato No Inceneritori, ha visto la presenza di cittadini provenienti da varie parti della regione; si è infatti sottolineata la necessità di portare avanti una battaglia unica contro scelte che tendono a premiare interessi privati nella gestione dei rifiuti, dei fanghi e delle discariche presenti su tutto il territorio.
Ribadisce Fabio Neri del Comitato No Inceneritori che il problema della gestione dei rifiuti è complessivo. Il piano alternativo presentato dalle varie associazioni non è stato al momento preso in considerazione; parlare di Css da bruciare nei cementifici – dice Neri – evidenzia il fatto che la politica affronta la questione rifiuti partendo dalla coda anziché privilegiare una visione complessiva che metta al centro la raccolta differenziata.
Negli ultimi anni, continua il portavoce del Comitato, Terni ha raggiunto livelli importanti di raccolta differenziata; dover garantire materiale da bruciare nei cementifici (che sono di proprietà dei privati) significa mandare all’aria tutto il lavoro fatto in questi anni senza garantire la chiusura delle discariche.
Una mobilitazione importante e motivata che, promettono gli organizzatori, continuerà attraverso una serie di iniziative allo scopo di fare pressioni sulla politica regionale e comunale, cercando di rendere i cittadini sempre più partecipi e informati.
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2021-01-31 12:30:30
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