"Era terribile, pezzi d'auto dappertutto, resti umani, fumo, confusione, urla, disperazione. Cercavamo di avere la certezza della morte dei nostri colleghi, prima tre, poi quattro, infine cinque, e la certezza che si trattava del giudice Paolo Borsellino. Eravamo scioccati, ma dovevamo mantenere la calma e operare come ci avevano insegnato…"
…capisce subito cosa sia successo perché fino a poco tempo prima era anche lui alle scorte. "I colleghi sono tutti a terra, sfracellati, tranne uno: Vullo.”
Sul video una mano carbonizzata trovata dietro un edificio di via D'Amelio, dopo aver "saltato" i dodici piani del palazzo. Un' altra mano ed un piede vengono recuperati ad oltre cento metri di distanza dal luogo dell'esplosione. Un braccio su una finestra al primo piano di un altro edificio.
…vengono mostrati i resti di altri cadaveri: quello del giudice Paolo Borsellino, dilaniato dall'esplosione, viene trovato all' interno di un giardinetto antistante l'edificio dove abitano i suoi familiari. "Quelli che vedete sulle pareti del palazzo – spiega Margherita Pluchino – sono i brandelli del corpo carbonizzato dell' agente Claudio Traina, proiettati dall' onda d' urto su vari piani dell' edificio".
Queste sono solo alcune delle dichiarazioni rese da chi giunse in via D’Amelio quel 19 luglio del 1992 subito dopo la strage. Sono trascorsi quasi 30 anni, attendiamo ancora la verità e attendono giustizia i parenti delle vittime ai quali sono stati riconsegnati solo corpi dilaniati. Una strage di mafia e di Stato nella quale hanno perso la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
Ma dopo trent’anni, anziché cercare finalmente la verità sulle stragi, c'è chi si preoccupa principalmente della condizione carceraria di violenti e sanguinari appartenenti alle organizzazioni criminali per questo sottoposti al 41 bis, il carcere duro.
La Corte costituzionale rinvia al Parlamento modifiche all'ergastolo ostativo, quel sistema carcerario che esclude benefici penitenziari in assenza di collaborazione.
Il carcere deve rieducare e rispettare la dignità umana, su questo non ci sono dubbi. Ma cosa accadrebbe nel caso di boss che non collaborano con la giustizia e benché meno mostrano la volontà di dissociarsi dalla malavita? Ci chiediamo: permettere benefici o permessi premio a questi soggetti, non significherebbe cedere definitivamente ai ricatti e alle richieste fatte dalla mafia allo Stato durante quella scellerata trattativa che, a quanto pare, non è mai terminata?
E ancora, non si rischia di agevolare un effettivo reinserimento di questi soggetti nel loro mondo criminale con un conseguente depotenziamento del lavoro portato avanti faticosamente da magistratura e forze dell’ordine?
Spesso questi criminali continuano dal carcere a gestire i propri loschi affari, a ordinare omicidi, come se nulla fosse grazie alla collaborazione di collusi e compiacenti aiutanti.
Parliamo di individui che hanno ucciso, torturato, sequestrato innocenti, che non hanno esitato di fronte a donne, bambine, servitori dello Stato ammazzati dal tritolo o a mani nude da bestie senza scrupoli che poi ne hanno fatto sparire il cadavere sciogliendolo nell'acido o dandolo in pasto ai maiali. Siamo così convinti che un permesso premio, anche in assenza di collaborazione o dissociazione, serva per tutelare la “dignità di soggetti tanto pericolosi?
Dopo la sentenza della Corte costituzionale la discussione è aperta. Ora il legislatore avrà un anno di tempo per valutare eventuali modifiche a questo istituto carcerario voluto anche dal giudice Giovanni Falcone e che venne applicato con forza e convinzione proprio dopo la sua uccisione il 23 maggio di quell’anno maledetto che ci ha portato via, per sempre, due fra i migliori italiani nella storia di questo paese smemorato modificando per sempre la storia della nazione.
La pena deve sempre mirare alla rieducazione del reo e che vietare ad un condannato di reinserirsi nella società lede il principio di dignità umana.
Ma per chi può essere considerato “umano”.
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2021-04-26 18:24:04
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