Non ha avuto paura a sfidare la schifosa 'ndrangheta. E' stata ammazzata, bruciata in un bidone in provincia di Monza (San Fruttuoso, 24 novembre 2009), perchè ha rotto il maledetto codice secolare della criminalità calabrese. Stiamo parlando di Lea Garofalo, la testimone di giustizia che ha salvato sua figlia Denise.
Abbiamo già raccontato la sua storia (in basso i link per approfondire) e quella di sua sorella Marisa (oggi candidata in Calabria con Luigi De Magistris alle regionali).
Questa volta ci rivolgiamo a questi balordi che hanno bruciato la panchina rossa a lei dedicata. Siete dei vigliacchi, peggio di quei mafiosi che hanno ridotto il corpo della fimmina calabrese in piccoli frammenti ossei.
Per voi non ci sono parole. Purtrotto vivete in un Paese senza memoria e con esempi pessimi nella politica, nella pubblica amministrazione e in quasi tutti i settori. Ma tutto questo non può essere un alibi.
Fate pena.
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2021-09-29 16:41:52
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