Ad inizio luglio Vasto ha celebrato il centenario della nascita dell’auto proclamato re del clientelismo (sue parole in un’intervista a Il Messaggero) Remo Gaspari in pompa magna. In quei giorni di celebrazioni furono presentati nove volumi pubblicati in onore del loro «maestro e padre politico» come presentato dai celebranti padroni di casa e dagli illustri convenuti. Avessero letto il nostro articolo e il ricordo dei due chilometri e mezzo di lettere di raccomandazione avrebbero potuto fare sicuramente più bella figura: ristampandole facevano meno fatica, raccontavano nella maniera migliore possibile quegli anni e di volumi ne pubblicavano almeno il doppio.
Se si vogliono capire alcuni tra i peggiori mali di questo territorio (e non solo) basta osservare questa campagna elettorale. Dove si svelano, e il clientelismo primo tra tutti, come in ogni precedente. In alcuni comuni stiamo vedendo di tutto, probabilmente non basterebbero tomi e tomi per raccontare tutto. Gente che cerca posti al sole, corse ad accreditarsi presso valvassori e valvassini, cappelli dis-piegati come non ci fosse un domani a livelli che il Cappellaio Matto di Alice è ormai più che saggio.
«Ieri pomeriggio, mentre facevamo volantinaggio per la campagna elettorale, ci siamo imbattuti in un signore piuttosto particolare. Alla consegna del volantino, lui mi guarda e dice: “Io ti voto, ma tu me lo dai il lavoro?" Un po’ perplessa e un po’ divertita, gli rispondo che non siamo un ufficio di collocamento. Sempre più tenace, lui mi ripropone la stessa domanda, come una corda stonata: "Si vabbè, tu mi hai chiesto il voto e io ti chiedo il lavoro!"» così inizia la testimonianza su facebook di Maria Fanti, candidata consigliera comunale nelle elezioni amministrative del prossimo 3 e 4 ottobre nella lista del Movimento 5 Stelle con la candidata a sindaco Dina Carinci. «Quest’uomo mi sta facendo davvero intristire – prosegue Maria Fanti nel racconto – lo guardo, seria in volto e gli dico che quello che mi sta chiedendo si chiama voto di scambio ed è un reato, punito dalla legge. Lui senza scomporsi replica "Quindi non me lo dai il lavoro? Puoi riprenderti il volantino!" Mi riprendo il mio volantino, voltandomi di schiena a una realtà che non mi appartiene.È ignobile ricattare qualcuno per il voto. Sia da parte del votante sia da chi vorrebbe essere votato. Il voto deve essere un’espressione libera; una scelta fatta per passione, per condivisione di un progetto, per amore della propria città. Non c’è spazio per il ricatto, da qualsiasi parte arrivi. Non c’è spazio per qualcosa che deturpa e umilia; uno schiaffo in faccia a chi ha lottato per donarci questo diritto».
Anno Domini 2021, ventinovesimo anno Post Democrazia Cristiana, 5 lustri e quattro anni post regno gaspariano. Eppure siamo sempre lì, il clientelismo, lo schiacciare il bene comune, l’interesse collettivo e lo sviluppo di un territorio a meri interessi di bottega appare sempre egemone e addirittura ci sono potenziali elettori che lo pretendono. I danni delle clientele e di macchine burocratiche amministrative, che nulla o quasi amministrano, colme di raccomandati, l’aver trasformato il merito in un vizio e l’incapacità in un merito se ci si incasella nel «giro giusto», non aver mai concepito nulla concretamente che non vedesse questo territorio solo come mero serbatoio di voti e consensi e tanto altro è tutto sotto gli occhi di tutti, anche chi non vuole vedere è costretto a vederlo. Ecco perché la tristezza, l’indignazione, il rifiuto schifato non deve solo di chi testimonia un episodio da campagna elettorale – come ha fatto Maria Fanti – ma dovrebbe essere collettivo.
C’è un falso storico che i gaspariani fuori tempo massimo continuano a perpetrare: se non c’era lui facevamo la fame, lui ci ha portato posti di lavoro, le fabbriche sono qui grazie a lui. Non è così, è falso dall’inizio alla fine: se fosse stato per i capobastone DC, Gaspari in primis, in questo lembo d’Abruzzo sarebbe sorta negli anni settata la Sangro Chimica, antesignana per tanti versi del centro oli e di ombrina mare 2 che abbiamo combattuto e battuto dal 2007 al 2015. Furono solo l’opposizione popolare e la classe politica degli Angelo Staniscia e degli Enrico Graziani, che si ribellarono anche al loro partito (il PCI), se la Sangro Chimica fu evitata. E se Graziani, Staniscia e chi si oppose fu spronato da una visione del territorio, dalle preoccupazioni per il futuro, per lor signori tutto divenne solo occasione per serbatoi di voti e consensi, di ricatti sociali e un clientelismo degno successore del feudalesimo medioevale. Esempi storici da riportare alla verità e da ricordare di fronte al panorama odierno, a chi omaggia il re del feudalesimo clientelare e chi invece si indigna, rifiuta, si oppone e denuncia la permanenza di questa vergognosa piaga.
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2021-09-29 11:40:58
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