Non sarebbe la prima volta che una persona scomoda si faccia da parte perdendo la vita, chissà se il maresciallo dei Carabinieri Antonino Lombardo poteva dar fastidio. L’unica cosa certa è che in questa storia i punti oscuri sono diversi.
Partiamo dal suo impegno: Lombardo per ben 14 anni è stato comandante della stazione di Terrasini, un piccolo comune che si affaccia sul mare nella provincia di Palermo a pochi chilometri da Capaci. Lombardo non è un comandante qualsiasi. Partecipa ad importanti operazioni come la cattura del sanguinario boss di cosa nostra Totò Riina.
Poco prima di morire stava organizzando un importante trasferimento dagli Usa all’italia. Si trattava del rientro del boss Badalamenti che avrebbe testimoniato sull’omicidio Pecorelli. Ma nella storia di Lombardo entra il sindaco di Palermo Leoluca Orlando (Cascio) che il 23 febbraio 1995 attaccó in maniera vile proprio il maresciallo Antonino Lombardo tramite la trasmissione di Michele Santoro.
Orlando non fece mai il nome di Lombardo. Però il suo attacco era chiaro. Accusò Lombardo di collusione con la mafia (modalità già utilizzata il giudice Falcone). Un'accusa grave quanto infamante per un appartenente all’Arma dei carabinieri. Questa accusa gettò Lombardo nello sconforto e la sera stessa preparò la querela (che presenterà due giorni dopo). Nel frattempo Lombardo fu escluso dai suoi superiori dal viaggio che avrebbe riportato il boss Badalamenti in Italia. Una settimana dopo verrà trovato morto.
Ufficialmente un suicidio. I figli e chi lo conosceva bene nutrono, ancora oggi, fortissimi dubbi. Un suicidio che nasconde un omicidio?
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2021-10-02 19:25:02
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