L’immagine che pubblichiamo con quest’articolo si è diffusa in maniera virale nei giorni scorsi su facebook, probabilmente sarà comparsa nelle stesse modalità anche su altri diffusi social network. Scatenando ilarità e benevoli reazioni. Non può essere così e da tale coro ci dissociamo nettamente.
È un’immagine che riteniamo offensiva per vari motivi. Considera normale, accettabile, persino apprezzabile violare e sfregiare la convivenza civile, che ci sia il trionfo della legge del più forte, dell’arroganza, della prevaricazione e della violenza sociale.
E offende un luogo come Villa Del Fuoco, conosciuta appunto come Rancitelli, a Pescara dando per scontato quel che scontato non è. Ovvero che sia una zona della città dove spadroneggiano e sono presenti solo delinquenti, criminali, personaggi arroganti e a cui non va riconosciuta nessuna dignità. Non è così e chi sostiene e perpetra tale messaggio è un fiancheggiatore di fatto di tali squallidi personaggi. Non lo è perché, come tante volte abbiamo scritto e testimoniato anche noi, a Villa del Fuoco vivono tantissimi cittadini onesti, tantissime persone che meritano rispetto ed ammirazione.
È la zona di Pescara della parrocchia di don Max, un prete coraggioso e generoso, del comitato di quartiere «Per una nuova Rancitelli» di cui è portavoce Francesca Di Credico, è la più viva ed attiva con un tessuto sociale che non ha eguali in città e non solo.
Non possiamo e non dobbiamo arrenderci ai tentativi di avanzare ed egemonizzare dei sistemi criminali, di mafiosi e mafiosetti, all’ineluttabilità di costoro, al loro tentare di sporcare ed insinuarsi in ogni piega della società. I sistemi criminali vanno documentati e denunciati, combattuti senza dar loro tregua. E per farlo la vera società civile, l’esistenza di cittadini onesti non va taciuta, costoro sono e devono essere i primi alleati di chi non vuol arrendersi e combattere gli indegni, schifosi e squallidi mali della società. E non possiamo considerare normali, accettabili, addirittura accogliere in maniera benevola quel che anche in questi giorni ha attraversato i social network come facebook.
Lo scorso 31 dicembre abbiamo ricordato, ancora una volta, quanto date come il trapasso da un anno all’altro è prateria per criminali e delinquenti, per i sistemi criminali e mafiosi. Quanto abbiamo riportato ha trovato drammatica e vergognosa conferma in fatti avvenuti in vari territori come abbiamo già denunciato.
A tali dinamiche l’Abruzzo dei parenti dei Casamonica e degli Spada, dei Di Silvio e di altre famiglie, della forte presenza di camorra, ‘ndrangheta e mafie pugliesi, non è estranea.
Anche in Abruzzo sono state emanate ordinanze contro i fuochi d’artificio. Una pratica inquinante e pericolosa per «esseri umani» (che la notizia di quest’anno sia stata lo zero alla casella delle vittime dovrebbe far riflettere) ed animali. I primi dati diffusi nel primo pomeriggio del 1° Gennaio dall’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente denunciano che sono almeno 400 i morti per i botti tra cani e gatti e centinaia quelli fuggiti di cui non si conosce la sorte, un dato peggiore rispetto all’anno scorso ha sottolineato l’associazione.
Il 20 dicembre l’amministrazione comunale di Pescara ha reso noto che il 28 dicembre (testuale, gli archivi online della stampa locale ci sono testimoni) era stata firmata l’ordinanza anti botti, a Vasto l’ordinanza è arrivata la mattina del 31 resa nota sulla pagina facebook istituzionale con un post firmato dal sindaco Menna e dall’assessore Cianci.
Le testimonianze giunte anche alla nostra redazione, le notizie delle ore successive alla mezzanotte, tantissimi post pubblicati sui social network documentano quanto queste ordinanze anche quest’anno sono state violate da migliaia di cittadini, quanto siano rimaste sulla carta (controlli previsti ed effettuati quanti? Ci sono stati?) e gli scenari quasi da teatro di guerra consumatisi. Da Pescara, lì dove l’anno scorso l’ordinanza è stata violata persino nelle vicinanze dei palazzi comunale e della provinciale, ci sono giunte segnalazioni di botti violenti in torrenziale qualità da Zanni, Rancitelli e San Donato. Tanti su facebook hanno testimoniato la situazione praticamente in tutta la città.
Sotto il post pubblicato sulla pagina facebook del Comune di Vasto lo scetticismo delle prime ore sull’efficacia dell’ordinanza è diventata successivamente testimonianza di quanto stava accadendo. Tra i commenti sono comparsi persino video che paiono provenire dal quartiere San Paolo. Ora chi non ha mai rispettato le regole della convivenza civile, chi è una sfida continua alla legalità democratica e alla civiltà, chi sono i delinquenti e gli indegni che persino nelle settimane del lockdown di due anni fa hanno commesso determinati reati, violenze e sfregi pretendendo impunità e omertà (che a volte vengono perpetrate) è carta conosciuta. Sotto elezioni e passerelle, in occasioni sfruttabili e non solo, quando accadono determinati fatti e non solo, fino a quando si vuol continuare a far finta? Fino a quando si vuol continuare con il «non è successo niente» di contessa memoria?
L’ordinanza anti botti della mattina del 31 dicembre è stata definita in un post sulla pagina facebook della rivista Vasto Domani, diretta dall’ottimo Giorgio Di Domenico, «dal sapore di presa in giro». «Il sapore piuttosto di far vedere che qualcosa è stata fatta, ricorrendo per la pubblicità ai soliti circuiti social». La condivisibile sintesi di quanto accaduto non necessità di ulteriori commenti, descrive già la situazione nella sua interezza: «i risultati si sono visti, anzi si sono sentiti anche a diversi chilometri di distanza da Vasto, con buona pace dei nostri amici a quattro zampe! Chi ha elevato le multe? Quanti cittadini sono stati "beccati" in flagranza? Chi ha effettuato i controlli? Tutte domande che resteranno senza alcuna risposta. Ed allora, per piacere, almeno non prendiamoci in giro».
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2022-01-04 16:04:46
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