Sotto l’ala di Concetto Marchesi, Norberto Bobbio ed Egidio Meneghetti, Franco Busetto si avvicina all’antifascismo, ma in questa fase è ancora iscritto ai GUF e partecipa ai littoriali. Sarà l’esperienza della guerra, che combatte sul fronte francese e jugoslavo, a segnare il definitivo passaggio all’opposizione del regime fascista e la scelta di iscriversi al Partito Comunista clandestino.
All’8 settembre 1943 si trova nel Lazio, ma riesce a rientrare a Padova e a unirsi alle brigate Garibaldi, operando come ufficiale di collegamento. La sua attività partigiana dura quasi un anno, fino a quando, nell’agosto ’44, viene tradito e denunciato: arrestato dalla polizia fascista, è tradotto alla sede cittadina del comando SS, dove è interrogato e ripetutamente torturato. Trasferito a Bolzano il 14/12 e da lì a Mauthausen il 19/12 (trasporto 111 matr. 113921), entra ben presto nell’organizzazione comunista clandestina che agisce all’interno del campo.
Alla liberazione del campo, sopravvissuto, riesce a rientrare in Italia e a terminare gli studi universitari. Per anni si divide fra il lavoro di insegnante e l’attività politica nel PCI (di cui sarà anche segretario provinciale), venendo eletto nel Consiglio comunale nel ‘52 e successivamente in Parlamento, nel quale resterà dal ’58 al ’76, dedicando molta attenzione a temi allora d’avanguardia come la tutela ambientale.
Terminata la carriera politica, dedica le sue energie all’ANED, di cui nel 1995 sarà Presidente Provinciale della Sezione di Padova e Consigliere Nazionale fino alla morte, e all’ANPI, di cui è eletto segretario regionale e membro del Comitato nazionale.
Muore nella sua Padova il 15 aprile 2015, all’età di 94 anni.
Per approfondire:
F. Busetto, Tracce di memoria: dall'università a Mauthausen, Il poligrafo, Padova, 1997.
fonte: ANED – Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti
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2022-01-06 16:00:02
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