A Palermo le prossime scadenze elettorali hanno scatenato gli appetiti degli infimi politicanti e dei soldati di ventura. Tutti contro tutti.
Nessun progetto chiaro per il bene dei cittadini, sia al Comune che alla Regione.
Solo la ricerca del potere fine a sé stesso. Il panorama politico è popolato da personaggi senza scrupoli, pronti a qualsiasi accordo, persino il più inimmaginabile. Anche a Catania non siamo messi bene. La città è disamministrata. Il sindaco, sospeso dalle funzioni, rifiuta le dimissioni in attesa di eventuali eventi salvifici.
Condannato a 4 anni e 3 mesi di reclusione per peculato spera nel processo d'appello che inizierà tra qualche settimana. Neppure lo sfiora l'idea che in ogni caso esiste quella che Paolo Borsellino chiamava "etica pubblica", prevalente su qualsivoglia calcolo di realismo politico.
La locale squadra di calcio dichiarata fallita ed estromessa dal campionato.
I tentativi di salvarla affidati a imprenditori farlocchi, simili a personaggi da avanspettacolo. A Catania sta per iniziare il processo denominato "università bandita", che vede imputati decine di professori universitari per i concorsi truccati nell'Ateneo.
A Palermo, giorni fa, hanno arrestato due sanitari ed indagato un'altra decina per corruzione e favoritismi nell'assegnazione degli incarichi. Queste sono alcune delle numerose emergenze della Sicilia.
Oltre alle cosche criminali che conosciamo, ciò che allarma è il diffondersi della cultura mafiosa, nelle varie istituzioni e tra i cittadini. La Sicilia è redimibile? Nel breve tempo non credo.
Impegnarsi nella formazione delle nuove generazioni è l'unica speranza di un possibile cambiamento.
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2022-04-12 16:10:18
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