Parliamo di alloggi assegnati dopo il post terremoto a famiglie disagiate. Assegnazioni che avrebbero dovuto seguire una graduatoria. Ma nel corso degli anni il parco Fiordaliso e il Parco del Sole sono diventati feudo dei clan di Camorra.
A detenere il primato sulla vendita del subentro è il clan De Bernardo, seguito dai Mazzarella e i Ioia, questi ultimi legati a clan di camorra egemoni nei quartieri Spagnoli.
Questi camorristi negli anni hanno deciso le assegnazioni, ovvero quali famiglie includere nonostante non avessero alcun diritto ad avere un alloggio poiché fuori dalla graduatoria. Dire "sono nel Parco" è un segno di riconoscimento.
Ma le regole, nel parco Fiordaliso e nel Parco del Sole, non si rispettano. Una zona definita franca, dove tutto è permesso. Dalle cappelle votive abusive con tanto di altarini che evocano ed incitano alla camorra, con quadri e foto di chi è stato ucciso in guerra di camorra, proprio nel parco, alle attività abusive ubicate nei sottoscala (barbiere, circoli ricreativi, piccoli spacci di alimentari e detersivi). Tutto totalmente abusivo, compresi i garage, creati dal nulla.
Per non parlare degli allacci abusivi per quanto riguarda le forniture di energia elettrica e acqua che, in molti casi, non sono nemmeno censiti. Un reato quello del furto di energia elettrica che viene perpetrato grazie anche alla complicità di qualche infedele dipendente del gestore in associazione con elettricisti compiacenti.
Il prezzo del subentro illegale degli alloggi ha raggiunto cifre che vanno dai 10 mila ai 20 mila euro, un business criminale che riempie le casse dei clan.
Inutile ribadire che la camorra gestisce il mercato delle occupazione abusive da anni: c'è chi paga e ringrazia. Una regola del commercio "offerta e richiesta". Ma la regola numero uno è l'omertà.
Mai i camorristi metterebbero nel Parco uno che parla o denuncia o che non sia un silente complice. Negli anni questo insediamento popolare è stato covo di latitanti, base di spaccio e nascondiglio di armi, anche i vani ascensore sono stati trasformati in deposito di armi e droga. Oggi è considerata la piazza di spaccio più grossa dell'hinterland Vesuviano.
Nel parco Fiordaliso realizzare una finestra abusiva, unire due alloggi o istallare inferriate di protezione da eventuali blitz delle forze dell'ordine con impianti di telecamere a circuito chiuso non è un problema. Addirittura ci sono camorristi che dispongono di apparati jammer utili a disturbare le attività di intercettazioni da parte delle forze di polizia.
Ma perché accade questo?
Nell'indifferenza totale delle istituzioni (Comune di Napoli), e del Comune di Somma Vesuviana che ha competenze in termini di contrasto all'abusivismo e verifica delle risultanze anagrafiche.
Un vero e proprio censimento di chi, realmente vive nel parco Fiordaliso e parco del Sole, ad oggi non esiste, ma per magia ogni volta che bisogna andare alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale le residenze aumentano in maniera esponenziale.
Tanto che ci sono nuclei familiari composti anagraficamente da più di sette persone residenti nello stesso appartamento, un meccanismo utile non solo per usufruire di tutti i sostegni al reddito, dai bonus al Reddito di Cittadinanza, ma un sistema capace di alimentare il mercato illegale del fenomeno del voto di scambio, che vede i camorristi attivarsi ad ogni tornata elettorale. Anche in questo caso c'è chi compra e chi vende, fenomeno che distrugge la democrazia ed il futuro della intera comunità.
I clan si dividono interi palazzi e se i clan iniziano a darsi battaglia la prima dimostrazione di potere criminale è quella di cacciare immediatamente la famiglia avversaria o loro sodali.
In poco tempo la famiglia criminale perdente scappa e nuovi affiliati del clan vincente occupano l'appartamento. Quelle case di proprietà del Comune di Napoli che in molti casi non incassa nemmeno la quota d'affitto, perché la regola precisa è non rispettare la legge. Chi la rispetta è un diverso.
Stiamo parlando di immobili che dall'esterno trasferiscono tutto il degrado dell'abbandono istituzionale e di uno stato di povertà, ma all'interno sono vere e proprie regge, arredati in maniera sfarzosa con il colore oro predominante, arredamenti modello Gomorra e tutti i confort di un appartamento lussuoso: dal climatizzatore alla televisione di ultima generazione per finire alla porta blindata con retro imbottito di pelle e borchie dorate, marmi e statue.
Bisogna comunque ribadire che in questi alloggi popolari ci sono anche delle famiglie di gente onesta che rispettano le leggi e le regole, che pagano il dovuto canone all'ente proprietario, che non sono sodali a nessun clan di camorra. I nuclei familiari estranei ai clan, però, sono pochi e, forse, la vera necessità li costringe a vivere in quel contesto fatto di malavita, illegalità e degrado sociale.
In molte zone della provincia di Napoli è iniziata una bonifica negli insediamenti popolari, il voler ripristinare il rispetto della legge, grazie all'impegno di alcuni uomini delle istituzioni. Grazie alla sinergia tra società civile e istituzioni sono state, da tempo avviate, delle operazioni di ripristino dello stato dei luoghi: sono state abbattuti gli altarini della camorra, molte opere abusive sono state abbattute e sono stati sgombrati gli alloggi occupati abusivamente per poi essere restituiti ai legittimi assegnatari in un secondo momento.
A Somma Vesuviana negli insediamenti popolari questo non accade e ci chiediamo perché nessun politico ponga all'attenzione delle istituzioni questo perdurare di illegalità.
Nessuno a Somma Vesuviana parla di camorra e di contrasto alle piazze di spaccio, di come in quei luoghi si vive contro ogni regola del vivere civile.
Un danno anche per le casse del Comune di Somma Vesuviana che non incassa i tributi e nemmeno riesce a notificare gli atti per il recupero delle somme non versate. Parliamo di migliaia di euro.
A Somma Vesuviana ci sono ben due consiglieri regionali e un deputato della Repubblica in quota 5 Stelle, un Sindaco maresciallo della GDF. A Somma Vesuviana sembra che nessuno voglia contrastare la criminalità.
Certo il compito di contrasto al crimine spetta alle forze di polizia, ma non bisogna dimenticare il modello Arzano-Caivano, dove un prete, un politico e la società civile hanno innescato una sorte di ribellione civile che sta portando a risultati in termini di contrasto alla camorra.
Dobbiamo pensare che l'indifferenza e il silenzio, siano alibi che durante una campagna elettorale fanno la differenza oppure c'è dell'altro?
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2022-05-01 14:34:37
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