Raccontami di te,
di quando mi cercavi oltre le dune
ignaro di come fosse il mio volto, raccontami delle sere che in sogno
udivi soltanto la mia voce
che le fessure delle tue ferite curava, raccontami dei viticci che disegnavano la forma della mia schiena
e del sibilo del vento che portava il mio nome,
di te raccontami
come il fuoco non ti abbia mai consumato, d'un buio così luminoso da poterti specchiare,
della costruzione astratta
e dell'avere tra le mani profumo di ginestra,
io sarò ancora lì,
in questo luogo sterminato ogni volta, e poi sarò qui,
in questo spazio dove tu,
poni le tue memorie e le mie.
Maria Cannito
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2023-04-03 08:29:59
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