Egregio Presidente della Regione Puglia,
la sua amministrazione e AQP (l’Acquedotto Pugliese) hanno pomposamente annunciato la costruzione del più grande dissalatore ad osmosi dell’intera nazione presso il fiume Tara. Questo intento, prima di diventare una decisione definitiva, dovrebbe rispondere a diversi quesiti e chiarire molti dubbi, fra i quali:
1 – La dissalazione per osmosi inversa prevede, per ogni metro cubo di acqua dolce, circa 1,5 metri cubi di “salamoia”, una miscela di sale e sostanze chimiche tossiche che ha già allarmato l'Istituto per l'acqua, l'ambiente e la salute dell'università delle Nazioni Unite. Come AQP e Regione Puglia intendono smaltire questi scarti tossici di dissalazione, visto che riversarli nel mare Mediterraneo aumenterebbe la salinità dello stesso con gravissimo rischio per gli ecosistemi marini?
2 – E’ stata presentata una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)?
3 – La Diga Pappadai, in agro di Monteparano, che è già costata alla regione Puglia oltre 250 milioni di euro e che era tra le idee elettorali del candidato Michele Emiliano, nel 2015, con il titolo “Messa in funzione della Diga Pappadai”, è ancora in attesa di entrare in funzione, divenendo il più grande spreco di denaro pubblico della storia della Regione Puglia. Quanti dei 100 milioni previsti per il dissalatore potrebbero servirne per vedere finalmente in funzione tale invaso, capace di 20 milioni di metri cubi d’acqua?
4 – Che ruolo e quali vantaggi avrà da questo progetto Acciaierie d’Italia, già colpevole di gravissimi danni agli ecosistemi di mar Piccolo e Mar Grande, oltre a quelli all’ambiente e alla salute umana? E, in caso di eventuali “vantaggi” a favore dell’industria siderurgica, come intende la Regione Puglia gestire una situazione controversa che la vede da una parte intervenire ad adiuvandum presso il tribunale di Milano (e, quindi, presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea) per la chiusura della produzione a caldo e dall’altra favorire la continuazione di tale produzione?
5 – Il fiume Tara riveste importanza storica ed identitaria per la comunità tarantina. E’ il fiume della leggenda, il corso d’acqua che ha dato il nome alla polis fondata dagli Spartani, la città più importante della Magna Grecia. La Regione Puglia, con la costruzione dell’impianto di dissalazione nei pressi del fiume intende arrecare un’ulteriore offesa al territorio tarantino, calpestando l’art. 9 della Costituzione nel quale, tra l’altro, si legge che la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni”? O, siccome questo articolo “celebra l'identità del cittadino con la memoria e la bellezza”, dobbiamo forse pensare che la Costituzione sia “un’opera di fantasia” e che “ogni riferimento a diritti dei cittadini è usato in chiave fittizia”?
Taranto, già identificata dall’ONU come “zona di sacrificio”, ha diritto al massimo rispetto; la sua comunità ha pagato, e continua a pagare, un prezzo troppo alto, troppo salato. Ben più salato dell’acqua che si vuole rendere potabile. E non esiste un dissalatore capace di riportare giustizia in una provincia calpestata con tanta cattiveria e tanto menefreghismo da tutte le Istituzioni di tutti i livelli di questa repubblica democratica che si chiama Italia.
Chiediamo al Presidente della Regione Puglia un incontro su tale argomento, auspicando che esso avvenga nel più breve tempo possibile. In caso contrario sarà cura dei cittadini di Taranto organizzare una conferenza stampa davanti al Palazzo di Città del capoluogo jonico per evidenziare come, ancora una volta, l’arroganza dei politicanti che governano la nostra nazione trascura il benessere dell’intera comunità italiana, assumendo decisioni non ponderate che poi inevitabilmente danneggeranno gli interessi collettivi.
Associazione Genitori tarantini
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2023-04-08 16:42:36
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