Caro direttore,
sa bene che il 25 e 26 giugno, il popolo votante verrà chiamato alle urne per l'elezione del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale del Molise, sperando di riuscire a buttare letteralmente fuori e a “calci in culo”, l’attuale governatore, un incompetente, decisamente fuori dal suo contesto (un tendone), forse il peggiore dei rappresentanti di questa sventurata regione.
Delle sue (in)“capacità” rappresentative della regione ne abbiamo avuto prova sin da subito, quando in piena pandemia esordisce pubblicamente con una delle sue infelici citazioni: TUTTI DOBBIAMO MORIRE!
(D’altronde ognuno ha ciò che merita e che ha scelto volutamente votando il soggetto come Presidente di regione e questo, è la penitenza per i molisani).
La regione Molise si caratterizza per il suo paesaggio in prevalenza collinare, che a ovest è dominata dalle montagne del Matese e a nord da un breve tratto di costa che si affaccia sul Mar Adriatico. Nonostante il Molise sia posto in una posizione geografica strategica che l’avvantaggia nel trasporto e negli scambi commerciali, anche perchè è a poche ore di viaggio dalle principali città d’Italia e, benchè la posizione le conferisca un clima mite e, sebbene dalla sua posizione geografica possa beneficiarne per incrementare un turismo multidisciplinare (che potrebbe offrire ai visitatori l’opportunità di conoscere il territorio), la regione è ferma in uno stato di stagnazione dal quale nessun presidente e/o consiglio regionale è stato in grado di tirar fuori ed in più, come molte altre regioni italiane, negli ultimi anni è stata costretta ad affrontare problemi legati alla corruzione ed alla cattiva gestione delle finanze pubbliche.
La mancanza di investimenti atti alla promozione dello sviluppo economico, ha comportato una situazione generale di estrema criticità.
Ma il Molise è costretto a dover fare i conti anche con il crescente spopolamento degli ultimi tempi. La popolazione è diminuita pesantemente, passando dai 350.000 abitanti, censiti negli anni ‘50 a meno di 300.000 nel 2021.
Ma quali sono le cause che hanno determinato questo crescente fenomeno e quali potrebbero essere invece le soluzioni possibili per ottundere il sintomo d’abbandono del territorio?
Indubbiamente ciò che ha portato allo spopolamento della regione è la grave crisi economica. Un territorio la cui economia è fondamentalmente legata all’agricoltura, agli allevamenti e all’artigianato, fa difficoltà ad approfittare delle eventuali opportunità di crescita che, al contrario, altre regioni invece sfruttano.
L’abbandono dei lavori agricoli a favore di quelli industriali ed il calo degli investimenti pubblici, hanno portato i molisani ad allontanarsi dalle produzioni tradizionali con una conseguente riduzione delle opportunità di lavoro locale.
L’inadeguatezza dei servizi, rappresenta un altro fattore che ha influito sull'allontanamento volontario della popolazione dal territorio.
La carenza di infrastrutture, servizi sanitari, educativi e infrastrutture sociali, costringono intere famiglie molisane a cercare migliori opportunità altrove. Così come la mancanza di momenti di evasione e attività culturali ha portato alla impossibilità, per i giovani, di mettere qui le proprie radici, spingendoli a cercare alternative nelle grandi città.
Da qui a qualche decennio della nostra bella regione potrebbe restare non altro che il nome.
Ma allora, davvero il Molise non esiste?
La nostra è una regione piccola e sempre meno popolata, che fin troppo spesso viene trascurata o dimenticata persino dagli stessi molisani, soprattutto da chi avrebbe l’onere morale di impegnarsi a provvedere al suo benessere, la cosiddetta parte politica che, puntualmente o abitudinariamente, una volta raggiunto l’obiettivo di prendere il posto d’onore sulle ambite poltrone, dimentica di provvedere al rilancio del territorio. Anche ai loro occhi il Molise “non esiste”?
Ecco che la frase si propaga tanto da assumere la forma concreta di una idea generale. Potrebbe risultare ironica? Indubbiamente! Potrebbe essere persino uno stimolo per cercare di stuzzicare l’interesse di molti a scoprire la nostra regione, che, nonostante sia piccina, ha comunque una sua personalità e le sue bellezze, tutte ancora da mostrare e scoprire.
Eppure basterebbe così poco affinchè il Molise torni a splendere.
Per fronteggiare il fenomeno dello spopolamento, sarebbe sufficiente attuare soluzioni a medio e lungo termine, a sostegno delle attività produttive esistenti e promuovendone di nuove, con finanziamenti ed opportunità di crescita all’interno e fuori dal territorio.
Si potrebbe pensare a politiche sociali di supporto alle attività agricole e manifatturiere, attraverso la promozione di un turismo multidisciplinare; escursioni in natura, esperienze enogastronomiche, attività creative e artistiche, immersioni culturali con le comunità locali e anche il coinvolgimento attivo in attività di conservazione ambientale.
Ma è fondamentale, affinchè il Molise possa risorgere, creare nuove infrastrutture e servizi pubblici ed incentivare gli investimenti di nuove imprese sul territorio. Lo spopolamento del Molise è una questione complessa che necessita dell’intervento del governo regionale, che si impegni ad attuare politiche di sviluppo, che possano “sedurre” eventuali nuovi residenti, garantendo così una ripresa economica, culturale e tradizionale del territorio, valorizzando i beni locali.
La nostra bella regione ha affrontato e continua a fronteggiare problematiche relative alla mala gestione politica, alla corruzione ed alla pessima gestione del territorio e del sistema sanitario (secondo le ultime rilevazioni del "Rapporto sul Sistema Sanitario Nazionale 2021" della Fondazione Gimbe, il Molise è al penultimo posto nella graduatoria nazionale per la qualità dei servizi sanitari, e si posiziona all'ultimo posto per i tempi di attesa per interventi chirurgici, sia in regime di ricovero che in day hospital).
Troppe le criticità da superare per questa martoriata ed umiliata regione. Confidiamo nella prossima stagione politica?
C’è da dubitare!
Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, la nostra tanto auspicata e nuova primavera politica, sarà l’ennesimo inverno freddo.
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2023-05-08 17:03:21
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