Alla mia nazione
Pier Paolo Pasolini
Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.
Siamo un Paese poco serio. Era tutto prevedibile. La santificazione – da notare la letterina inviata anche da Papa Francesco alla famiglia – era già iniziata da qualche mese. Nel Paese senza memoria l'uomo delinquente (condannato anche in via definitiva) viene trasformato in uno statista, in una brava persona. Un imprenditore capace di costruire un Impero. Ma con quali denari?
Dove ha preso i soldini – montagne di soldi – il milanese Silvio B.?
Nei mesi scorsi abbiamo registrato gli sfoghi dei Graviano (boss di mafia) sul tesoro del loro nonno investito proprio a Milano. Ma questo non basta a una massa che rimane sempre con la bocca aperta davanti all'ovvio e ai fatti conclamati.
Non vogliamo toccare il tasto "olgettine", le cene di Arcore, le minorenni, Noemi, la nipote di Mubarak (parentela sancita - addirittura - nel nostro Parlamento, occupato da molti personaggi indegni e senza alcuna dignità). Mettiamo da parte tutti i processi, le archiviazioni, le imputazioni, le assoluzioni, le prescrizioni, Mills, le mazzette, la guardia di finanza, le scatole cinesi, il rapporto con Craxi, i Pretori e le sue televisioni. A noi interessa prendere posizione. Chiara e netta.
«La Trattativa continuò anche con il Governo Berlusconi. Dell’Utri, lo spiegano i giudici nella sentenza, rappresentò a Berlusconi le richieste di Cosa nostra. E dicono i giudici che quel Governo tentò di adoperarsi, non riuscendoci per motivi che non dipendevano dalla volontà del premier, per accontentare alcune delle richieste di Riina. Dice quella sentenza che un presidente del consiglio del Governo italiano, nello stesso momento in cui era presidente del consiglio, continuava a pagare, come aveva fatto nel 1974, cospicue somme di denaro a Cosa nostra».
Nino Di Matteo
Oggi è morto un delinquente. Un personaggio che pagava – secondo una sentenza di questo Stato – gli uomini di Cosa nostra. Oggi è morto un delinquente che non ha mai spiegato le sue fortune. Oggi muore un delinquente amico di mafiosi. Oggi muore un delinquente che ha rappresentato questo Paese con un partito fondato da un soggetto (Marcello Dell'Utri) condannato definitivamente per concorso esterno.
Per 18 anni (dal 1974 al 1992) dicono i giudici: “Marcello Dell’Utri è stato garante dell'accordo tra Silvio Berlusconi e Cosa nostra; in quel lasso di tempo siamo in presenza di un reato permanente”.
Oggi muore un delinquente. Ma il Paese ancora non è libero. Morto un delinquente ne restano sempre tanti altri.
E questo è un Paese di delinquenti.
«Nonostante un gravissimo silenzio e una gravissima ignoranza indotta nell'opinione pubblica, sull'argomento noi magistrati avevamo già una sentenza che aveva condannato definitivamente il senatore Dell'Utri per concorso in associazione mafiosa. Questa stabiliva e statuiva che l’allora imprenditore Silvio Berlusconi nel 1974 con l'intermediazione di Marcello Dell'Utri avesse stipulato un patto con esponenti apicali, esponenti di vertice della Cosa Nostra palermitana. Patto di reciproca protezione e sostegno. E che quel patto era stato rispettato dal 1974 almeno fino al 1992».
Nino Di Matteo
Anche il Calcio lo ricorderà, con un minuto di silenzio su tutti i campi.
Ma non solo. Il lutto nazionale va a sancire la retorica e l'ipocrisia nazional-poplare di un Paese alla deriva.
Viva l'Italia. In culo ai comunisti (il nemico inesistente di Mister B.).
«Questa è la peggiore delle Italie che io ho mai visto… La volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l’avevo vista né sentita mai.
Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo… Io non avevo mai preso parte alla campagna di demonizzazione: tutt’al più lo avevo definito un pagliaccio, un burattino. Però tutte queste storie su Berlusconi uomo della mafia mi lasciavano molto incerto. Adesso invece qualsiasi cosa è possibile…
Io voglio che vinca, faccio voti e faccio fioretti alla Madonna perché lui vinca, in modo che gli italiani vedano chi è questo signore. Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L’immunità che si ottiene col vaccino”.»
Indro Montanelli
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IL PAESE SENZA MEMORIA e SENZA VERGOGNA. Il Caimano torna di moda. Nel Paese orribilmente sporco arrivano proposte scellerate da parte di personaggi scellerati: non vedevano l’ora di riabilitare l’ex Cavaliere di Arcore. Una rovina per questo Paese, altro che statista. Quando ci libereremo politicamente di questi personaggi? Quando potremo chiudere una parentesi trentennale vergognosa? È un Paese alla rovescia: gli onesti diventano delinquenti e i delinquenti continuano a passare per martiri.
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