Qualche giorno fa abbiamo pubblicato, in esclusiva, il video del funerale del massacratore di Lea Garofalo, la fimmina che sfidò la schifosa ‘ndrangheta. La donna venne ammazzata a Milano e bruciata in un bidone a San Fruttuoso, nel novembre del 2009.
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Questa storia non è mai terminata. L’estate scorsa, nel silenzio generale, abbiamo raccontato il ritorno della bestia Carlo Cosco. Rientrato con un permesso farlocco – lo stato di salute di sua madre Piera Bongera – e per quattro ore ha potuto riassaporare l’aria del suo paesello. La foto pubblicata, senza le manette ai polsi mentre saluta i suoi concittadini (ovviamente non tutti), non ha destato nessun interrogativo. Il silenzio ha accompagnato il ritorno della bestia ‘ndranghetista. Per questi articoli abbiamo ricevuto anche delle minacce dai familiari del mafioso. Ma chi ha incontrato a Pagliarelle? Nelle stesse ore, guarda caso, viene registrato anche il rientro di Vito Cosco (suo cugino, conosciuto per la strage di Razzà).
Ma andiamo avanti.
Il 29 giugno scorso Rosario Curcio, il massacratore di Lea Garofalo, decide di impiccarsi nella sua cella (è stato veramente un suicidio?). Dopo poche ore ha trovato la morte in una struttura sanitaria pubblica. Anche in questo caso abbiamo raccontato l’episodio.
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Dopo dieci giorni, precisamente martedì 11 luglio, a Petilia Policastro e nelle frazioni limitrofe (tra cui Camellino) vengono affissi i vari manifesti funebri, tra cui quelli del Comune.
Abbiamo intervistato il sindaco Simone Saporito e abbiamo riportato le diverse opinioni su questa vicenda, tra cui quelle della ex Onorevole Angela Napoli. La decisione dell’amministrazione ha creato “il caso”, ripreso, poi, da tutta la stampa nazionale e locale. Ma i manifesti di solidarietà (che per giorni sono stati lasciati nei luoghi dove sono stati affissi) sono stati accompagnati anche dal “festoso” funerale: fiori bianchi, palloncini, manifesti, slogan, parole vuote, applausi. Nel video si può vedere la bara roteante. Un chiaro messaggio da parte di chi sul territorio vuole imporre la propria forza.
Ma questi funerali scenografici e folcloristici, impregnati di una subcultura diffusa, da chi sono stati autorizzati?
Alla nostra domanda, purtroppo, ancora nessuno ha risposto. E, probabilmente, nessuno lo farà.
Però in questi giorni è emerso un altro dato, che si collega perfettamente alla spettacolarizzazione già registrata per i famosi funerali dei Casamonica a Roma. Papa Francesco, soprattutto dopo quell’eclatante episodio, ha ribadito più volte la scomunica ai mafiosi. “A partire da quell’episodio si è costituita – ci ha spiegato un esperto di Diritto Canonico – una commissione di studi per inserire nel Codice di Diritto Canonico la pena della scomunica per i mafiosi”. Ma non era già stato annunciata la scomunica? “Solo verbalmente, per adesso”.
Abbiamo contattato il parroco della Parrocchia Sant’Antonio di Padova di Camellino, don Pasquale Marrazzo, per capire anche il suo punto di vista. «Una semplice celebrazione eucaristica».
Il funerale è stato definito “festoso”. Lei è d’accordo?
«È stato un funerale normalissimo come tutti gli altri.»
Non proprio come tutti gli altri. Palloncini, fiori, bara roteante, striscioni…
«Guardi, io sono stato in chiesa. Ho celebrato solo in chiesa, tutte queste cose non lo so e non mi interessano. È arrivata la salma in chiesa, abbiamo celebrato messa. È uscita la salma e basta.»
Lei dice: “mi sono occupato soltanto della celebrazione”.
«Sì, sì…»
Lei, per questa celebrazione, ha sostituito il parroco?
«Sono io il parroco, sono l’amministratore…»
Della Parrocchia Sant’Antonio di Padova di Camellino?
«Sì, sì, sì…»
Il Papa ha parlato di scomunica nei confronti dei mafiosi.
«Sì, sì…»
Se esiste la scomunica nei confronti dei mafiosi e Rosario Curcio è stato condannato all'ergastolo per aver partecipato al massacro di una donna, stiamo parlando ovviamente di Lea Garofalo, compiuto insieme ad altri ‘ndranghetisti, come è stato possibile celebrare il suo funerale in chiesa?
«Il Santo Padre ha scomunicato ma non ha vietato le esequie. Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione…»
Può spiegare meglio?
«Non si possono accostare alla comunione, però i funerali non sono stati vietati. Quando il Papa vieterà i funerali allora, poi, la chiesa… Dopo il Concilio Vaticano II sia i suicidi che gli omicidi sono stati ammessi nella chiesa.»
Possiamo riornare al funerale?
«Guardi, ho fretta. Mi lasci stare perché ho fretta.»
Mi scusi, così però chi legge non riesce a comprendere.
«Cioè?»
Se una persona è scomunicata come può essere ammessa in chiesa per il suo funerale?
«La scomunica è rivolta alla singola persona, non è rivolta alla massa.»
Ma è la singola persona che entra, in questo caso che viene portata, nel luogo sacro.
«Questo non glielo so spiegare. Non abbiamo avuto nessun divieto.»
Quindi lei dice che è possibile fare il funerale anche a una persona scomunicata?
«Non ho detto questo, io non ho detto questo.»
Ma è stato fatto il funerale.
«Un funerale è stato fatto perché non c’è nessun divieto da parte della Diocesi.»
Lei se lo è posto il problema?
«No, non me lo sono posto proprio.»
Perché?
«È usanza della chiesa cattolica fare i funerali a tutti.»
Anche agli scomunicati?
«Su questo stia attento a quello che dice. Su questo della scomunica io non so nulla. Non sono aggiornato sulla scomunica del Papa.»
Mi scusi, a cosa devo stare attento? Sto facendo delle domande…
«Sì, ho capito. ma dal punto di vista della scomunica ci sono tanti di quegli articoli nel decreto che vanno letti. A me sembra che non rientri la situazione.»
Quindi il funerale andava fatto in chiesa?
«Certo, certo.»
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OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre "moribonda". La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l'avvocato Guarnera: «Hanno preparato l'ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».
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