- E se Curcio (ergastolano 'ndranghetista) non si fosse suicidato?
I social sono diventati un luogo dove si trova di tutto. Un vero e proprio sfogatotoio umano dove molti sentono l'esigenza di dire la loro. Sempre, in ogni circostanza. Il video che vedete in alto lo abbiamo trovato su Tik Tok, pubblicato da qualche presente al "festoso" funerale organizzato per un mafioso ergastolano. Poi, c'è anche qualcuno che se ne pente e cancella. Come la nipote di Rosario Curcio (il massacratore di Lea Garofalo) che pubblica una lettera (del presunto suicida) con il commento: "Qualcuno pagherà".
Le spiegazioni su quel commento non sono mai arrivate. Chi deve pagare cara nipotina? Cosa si deve pagare? Cosa si sta preparando sul territorio?
Ma lei, che è così attenta, cosa pensa del suicidio di Curcio? Voleva collaborare? E' stato indotto o è stato direttamente suicidato?
Noi lo abbiamo scritto. Per evitare distrazioni rimettiamo nuovamente il link del nostro articolo sulla sedicente morte di Rosario Curcio. Abbiamo posto delle domande. Ma oltre a sfogarsi contro qualcuno nessuno sente il dovere di rispondere.
- E se Curcio (ergastolano 'ndranghetista) non si fosse suicidato?
«Condivido questo post perché oltre a sentire un profondo dispiacere nell'apprendere che uno dei migliori assessori del comune di Petilia si dimette, trovo al quanto ingiusto questo accanimento mediatico che si sta diffondendo per una vicenda che meriterebbe solo silenzio, di fronte alla morte bisogna tacere».
Ecco, cominciamo ad analizzare il ragionamento di questi "leoni da tastiera". Tralasciando il concetto sul "migliore assessore di Petilia" (poco ci interessa la classificazione di coloro che continuano a difendere la realizzazione e l'affissione di un manifesto funebre per ricordare un mafioso ergastolano), vorremmo capire cosa significa "accanimento mediatico"?
Ma cosa pretendevate? Dopo quel funerale circense per un killer di 'ndrangheta pensavate che tutto poteva filare liscio?
E ancora, cosa vuol dire "di fronte alla morte bisogna tacere"? Dov'è scritto? Chi lo dice? I morti, al contrario di quello che sostiene il sindaco di Petilia, non sono tutti uguali. In questo caso c'è una vittima (Lea Garofalo) e un assassino (Rosario Curcio). I due morti non sono assolutamente uguali: la donna è l'esempio della lotta alla mafia, l'uomo (una bestia come i Cosco, con tutto il rispetto per gli animali) è l'antitesi dell'esempio. Rappresenta il male. Lo rappresentava da vivo e ora lo rappresenta, anche, da morto.
«Partecipare ad un funerale non significa essere dei mafiosi, dare le condoglianze ad una famiglia di onesti lavoratori che hanno perso un loro caro (che stava scontando la pena per il reato che secondo la giustizia aveva commesso) non significa essere dei criminali. Mi ero promessa che sarei stata zitta, ma di fronte a questa situazione che si sta creando sento il dovere di dire la mia, conosco bene la famiglia del defunto, so quanta onestà c'è in quella casa, radici di onesti ed umili lavoratori e so bene anche chi è l'assessore che si è dimessa per l'emblematica e insensata accusa che le è stata mossa solo per aver partecipato al funerale dello zio di sua nuora! Maria è una grande donna e instancabile lavoratrice come la famiglia da cui proviene. Spero che ora chi ha parlato e smosso tutta questa gogna mediatica possa tacere e non infangare più famiglie incensurate. Perché la legalità non la otterrete gettando fango su gente pulita.»
Questa ultima parte è davvero esilarante. Potete trarre voi stessi le considerazioni adeguate. Ma nella famiglia dell'assassino Curcio non ci sono altri parenti condannati per 'ndrangheta? Lo vorremmo sapere. Ci piacerebbe leggere la vostra risposta.
Un assessore che partecipa al funerale vuol essere fatto passare come un fatto normale. Mio Dio, la normalità.
Cara (per modo di dire) amica, un rappresentante delle Istituzioni non si può presentare al funerale di un mafioso. Non esiste. Non è ammissibile. Infatti si è dovuta dimettere. O qualcuno l'ha minacciata? E' stata costretta?
E quel funerale nemmeno si doveva svolgere. E' chiaro? O bisogna usare il cucchiaino per far entrare alcuni concetti elementari? I mafiosi non posso essere celebrati in quel modo. Il funerale deve essere privato, al chiuso. Se fosse stato fatto in modo privato tutto questo "accanimento mediatico" non si sarebbe registrato. Lo ha capito? E' tanto difficile capire un concetto così semplice?
Un funerale del genere deve essere fatto di nascosto, per la vergogna. E ci si dovrebbe vergognare di certe persone. In questo caso ci si dovrebbe vergognare di Rosario Curcio, il massacratore che ha distrutto il corpo di Lea Garofalo.
Tre cazzate in una: manifesto funebre dell'amministrazione e del sindaco, "festoso" funerale, partecipazione di un rappresentante delle Istituzioni. E scusate se è poco.
Ma la colpa, ovviamente, non è solo di chi ha organizzato e partecipato a un funerale che voleva essere, secondo il punto di vista di molti (tra cui Angela Napoli e Stefania Ascari) un segnale per l'intera popolazione del posto. Le responsabilità sono pure di certe Istituzioni che hanno permesso tutto questo. E, come Ponzio Pilato, continuano a rimanere in silenzio e al loro posto. Ma perchè la poltrona in questo Paese nessuno la vuole lasciare? Non bastano le dimissioni della sola assessora (la migliore di tutti, secondo noi di tutti gli assessori italiani. Ecco, se qualche amministrazione ha bisogno c'è una assessora libera. Fate presto, le richieste di assessorato fioccano in continuazione…).
In tutta questa brutta storia resta un altro dato molto emblematico: molti continuano a sostenere le proprie ragioni ma, pochi, stanno nominando il nome di Lea Garofalo. La vera vittima, uccisa due volte.
ECCO I NOSTRI ARTICOLI SUL CASO
- Funerali Curcio (assassino e sedicente suicida): è caduta la prima testa
- Petilia: la presenza dell'assessora al funerale del killer Curcio approda in consiglio comunale?
- Funerale “festoso” per il killer, parla Piera Aiello: «Vergognatevi e andatevene a casa»
- E se Curcio (ergastolano 'ndranghetista) non si fosse suicidato?
- Manifesti funebri per il massacratore di Lea Garofalo. Parla Angela Napoli: «Sono indignata»
- Il VIDEO del funerale di Curcio, l'ergastolano, condannato per la distruzione del cadavere di Lea
- OMICIDIO LEA GAROFALO: i «festosi» funerali per l'ergastolano Curcio
- OMICIDIO LEA GAROFALO, si è impiccato in carcere a Opera l'ergastolano Rosario Curcio
- Giornalismo italico. A cosa servono le «regole» e i corsi di formazione?
- Manifesto per il killer di Lea Garofalo, irrompe l'ex sindaco: «Solo sciacallaggio politico»
- Manifesto per il killer di Lea Garofalo, il risveglio dell'opposizione
Ora passiamo alla filosofia. Pubblichiamo, per la contentezza degli autori, un altro post. E partiamo dal titolo, di alta cultura, dato allo scritto:
«LA PEGGIOR FORMA DI INGIUSTIZIA È LA FINTA GIUSTIZIA»
Scusate, ma dov'è la Giustizia in questa storia? E' giusto che un'amministrazione metta il proprio nome sui manifesti funebri di un mafioso? E' giusto organizzare un funerale pacchiano e festoso come quello fatto per lo stesso mafioso? O intendete la Giustizia con la "G" maiuscola, quella dei Tribunali? Purtroppo quella Giustizia è lenta ma, state tranquilli, arriva sempre a destinazione. E' arrivata con il compianto Rosario Curcio (ergastolo definitivo). Arriverà anche per chi nella mente ha idee malsane che si discostano dalle regole e dalle leggi.
Ma andiamo avanti e continuiamo questa (poco edificante) lettura:
«Orgogliosa della mia FAMIGLIA, umile, ONESTA e di sani valori.VALORI che abbiamo mantenuto anche durante tutta questa disgustosa oppressione mediatica. E continueremo a farlo, perché le persone oneste come noi non hanno bisogno di difendersi dal NULLA, non abbiamo bisogno di difenderci dagli appellativi schifosi che ci hanno accostato ingiustamente. Il bene nessuno lo regala e se noi ne abbiamo ricevuto così tanto in questo tragico momento è perché nella vita ne abbiamo seminato altrettanto».
La retorica a noi non interessa. Ma vogliamo dire qualcosa sulla sedicente "oppressione" mediatica. Cosa è accaduto di tanto opprimente? L'informazione ha informato, ha fatto il suo dovere. Avete avuto telecamere sotto casa? Quale "oppressione" avete subito?
Il problema a Camellino (frazione di Petilia Policastro) non è la 'ndrangheta. Ma l'informazione. Almeno in quel luogo non hanno il problema del traffico. E' l'informazione quella che opprime le libertà individuali degli abitanti della frazione. Troppa informazione fa male. Potete sempre organizzare un referendum per chiederne l'abrogazione totale.
«Orgogliosa della famiglia Berardi che mi ha accolto da tantissimi anni come una figlia, più di una figlia. Una famiglia che ha servito il popolo per anni e anni facendo solo del bene a volte anche a proprio discapito. Orgogliosa di te, Maria Berardi che in questi 19 mesi hai ridato luce al tuo paesino, hai lottato per i tuoi bambini affinché continuassero a studiare nella loro piccola scuola, hai creato e tenuto in vita un gruppo di giovani che con te a fianco si sono sentiti invincibili. Grazie per tutto questo e altro, grazie per aver fatto la differenza.. inutile dire che non meritavi questo ma in questo mondo corrotto non c'è posto per gente onesta come te».
Scusate se interrompiamo questa poetica dedica all'assessora più brava d'Italia. Ma in questo "mondo corrotto" perchè, ogni tanto, non analizzate la figura del defunto omaggiato con quei festosi funerali? Perchè non nominate mai Lea Garofalo? Cosa c'entra il familismo (a)morale con i "manifesti" del Comune di Petilia Policastro e con i "festosi" funerali?
Nei vostri post perchè non parlate di Curcio, dei Cosco, della 'ndrangheta, delle condanne, degli affari dei petilini a Milano, della droga, degli appalti, dell'usura, delle minacce, degli omicidi, delle faide e delle vittime?
«Nonostante il dolore continueremo ad andare avanti lavorando, facendo sacrifici, guadagnandoci le cose onestamente come abbiamo sempre fatto e soprattutto sempre A TESTA ALTA. E se un giorno riuscirete ad usare belle parole per descrivere anche le vostre famiglie, allora e solo allora potrò sentirmi offesa dalle vostre calunnie».
Nella vita bisogna sempre andare avanti. Nonostante tutto. Magari posizionandosi dalla parte giusta. E siccome ci si sente così bravi ad analizzare le situazioni vorremmo un vostro parere sul cancro che attanaglia da secoli la vostra terra. Ma in tutti gli articoli che sono usciti (i nostri sono elencati nei link, quelli di colore blu) dove sono le calunnie?
E se calunnie ci sono state perchè non denunciate alle autorità costituite?
«Fino a quel momento continuate a vivere di ipocrisia, lecchinaggi, omertà e tanto altro… BUONA VITA E BUON ARTICOLI (pieni di falsità).»
Ma la scrivana conosce il significato dei termini utilizzati? Noi siamo qui anche per questo. Allora, utilizzando la Treccani (ovviamenrte non è un canile ma una Enciclopedia), offriamo la giusta spiegazione:
– IPOCRISIA: Simulazione di virtù, di devozione religiosa, e in genere di buoni sentimenti, di buone qualità e disposizioni, per guadagnarsi la simpatia o i favori di una o più persone, ingannandole.
– LECCHINAGGI: Il "lecchino" è un adulatore servile.
Questo termine lo abbiamo già riscontrato (già fatto notare nei nostri articoli precedenti) in un commento lasciato, sempre sui social, da un appartenente alle forze di polizia del posto. La cui moglie ha un incarico politico presso la Provincia di Crotone. Ovviamente non abbiamo registrato il punto di vista della politica. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: se quel termine (usato da un soggetto che rappresenta lo Stato) fosse stato utilizzato per descrivere questa vicenda sarebbe molto grave. Nessuno, per la verità, ha chiesto: "scusate ma chi è il militare commentatore"?
– OMERTA': ci rifiutiamo di coinvolgere l'Enciclopedia. Rispediamo con indignazione al mittente un termine che non appartiene certo a chi ha voluto portare alla ribalta una vicenda vergognosa. Però notiamo che la parolina sembra abbastanza conosciuta in certi territori.
Sui buoni articoli "pieni di falsità" ci tratteniamo per una questione di tatto e di educazione. Ma se volessimo utilizzare lo stesso metro dovremmo rispondere con un sonoro pernacchio.
Noi continuiamo a porre le nostre domande (anche se i nostri interlocutori se ne stracatafottono di rispondere):
– Chi ha autorizzato e non ha controllato il "festoso" funerale?
– Perchè nessuno, ancora oggi, si assume le proprie responsabilità dopo un messaggio devastante che è passato su quel territorio?
– Bastano le dimissioni della ex assessora che ha partecipato al "festoso" funerale?
- Curcio, il protagonista di tutto questo "circo" dell'antimafia, si è suicidato, come sostiene la versione ufficiale, o è stato indotto al suicidio?
- E se Curcio (ergastolano 'ndranghetista) non si fosse suicidato?
Tra poche ore pubblicheremo l'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell'Interno presentata dalla componente della commissione Antimafia, On. Stefania Ascari.
La storiaccia non finirà, certo, con un consiglio comunale.
«Con quel messaggio di vicinanza le istituzioni hanno, in realtà, espresso un segnale di positività, di deresponsabilizzazione, di quasi normalizzazione verso chi ha le mani sporche di sangue e verso chi, appunto, ha ucciso». Queste le parole utilizzate dall'On. Ascari nell'intervista realizzata da WordNews.it lo scorso 20 luglio.
DOMANI L'INTERVISTA ESCLUSIVA AL TESTIMONE DI GIUSTIZIA GENNARO CILIBERTO: «Un segnale di potenza della 'ndrangheta».
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OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre "moribonda". La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l'avvocato Guarnera: «Hanno preparato l'ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».
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- Premio Nazionale Lea Garofalo 2022
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2023-07-28 18:07:34
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