Il Governo ha deliberato le nuove norme regolamentari per la disciplina a scuola. Torna il voto in condotta nella scuola media e, nel complesso, viene introdotta una logica punitiva.
Le sanzioni aumentano progressivamente in caso di recidiva.
Qualche commentatore ha detto che occorre affermare l'autorità degli insegnanti.
Ovviamente sfugge la profonda differenza che esiste tra autorità e autorevolezza. L'autorità s'impone, l'autorevolezza si conquista. Percepisco una sorta di rinuncia educativa nei confronti di quegli alunni che vengono definiti "difficili", e che hanno più bisogno rispetto ad altri di un rapporto empatico con l'insegnante.
Don Milani accusava la scuola di fare parti uguali tra disuguali, e credo che le sue parole tornino attuali.
Maria Montessori introdusse il tema della libertà nel sistema educativo, che non significa solo libertà d'insegnamento ma capacità di conoscere ogni allievo e personalizzare il rapporto formativo.
Il docente che per mantenere la disciplina in classe deve ricordare che con un voto basso in condotta si può essere bocciati, abdica al proprio vero ruolo: da formatore si trasforma in vigilante. La scuola non è un carcere o una caserma, ma deve essere una "comunità educante". Altrimenti fallisce come istituzione e fallisce la classe docente.
Ho insegnato diritto ed educazione civica per 20 anni a ragazze e ragazzi adolescenti. Mai una espulsione dalla classe, mai una sospensione, mai una bocciatura. Ho amato i miei allievi e credo di essere stato ricambiato. L' esperienza più bella e gratificante della mia vita!
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2023-09-19 11:47:34
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