L'EVENTO
Era una giornata d'inverno, precisamente il ventuno dicembre 2020, mancavano quattro giorni al Natale, erano le 14 30 e molte delle famiglie di Contrada Termini di Casalbordino avevano finito di pranzare e si apprestavano ad uscire per le ultime compere natalizie. Lo spaccio aziendale della cantina sociale era aperto, faceva orario continuato, tre operai della Sabino esplodenti stavano terminando il turno, come al solito cercavano di completare i compiti loro assegnati.
Una esplosione improvvisa e violenta raggiunse tutti i dintorni alla contrada, subito dopo nel giro di alcuni minuti si sentirono le sirene di decine di automezzi: autoambulanze, vigili del fuoco, volanti della polizia, macchine dei carabinieri, polizia municipale e mezzi della protezione civile accorsero sul luogo.
Nei minuti successivi partirono attività frenetiche volte a evacuare gli edifici circostanti.
Fu fermato il traffico lungo la statale 16 e nelle strade limitrofe, venne sospeso persino il traffico ferroviario relativo alla tratta Vasto-Pescara.
Le attività commerciali furono invitate a chiudere velocemente e abbandonare i locali e il distributore posto a oltre 3 chilometri di distanza dal luogo dell’esplosione fu chiuso e completamente evacuato.
In un istante, una semplice azione di routine si era trasformata in tragedia.
LE VITTIME
Paolo Pepe di professione operaio a soli 45 anni lascia la giovane compagna Anna e il figlio Nicholas di 3 anni.
Carlo Spinelli di professione operaio a soli 54 anni lascia la giovane moglie Michela e i due figli Federica e Andrea.
Nicola Colameo di professione operaio a soli 46 anni lascia la giovane moglie Paola e i 2 figli Tommaso di 16 anni e Silvia di 14 anni.
IL dolore
Delle semplici azioni portarono ad un’esplosione, ma non una qualunque, ci fu un’ esplosione che portò ad un silenzio surreale, un silenzio che racchiuse l'inconsapevolezza dei figli degli operai che in un attimo si ritrovarono senza una parte di loro, della propria famiglia e di chi li aveva cresciuti.
In un momento che sarebbe dovuto essere uno dei periodi più belli e spensierati dell'anno si trasformò in un immenso vuoto interiore, impossibile da colmare.
Nel silenzio di quegli attimi si poteva percepire la rabbia dei figli, delle mogli, dei parenti e degli amici, rabbia scaturita dalla scomparsa di una persona a loro cara, con la consapevolezza di una morte
ingiusta dettata da delle misure inadeguate.
LE INDAGINI
A seguito delle successive indagini svolte dalle forze dell'ordine si è ricostruita la dinamica dell’incidente. I tre dipendenti della Sabino, Carlo Spinelli, Paolo Pepe e Nicola Colameo, come già detto in precedenza, poco prima di finire il turno stavano trasportando una cassa contenente razzi segnaletici per imbarcazioni, che andavano smaltiti nell’altoforno,
quando all’improvviso si verificò un’esplosione all’interno della casamatta che portò alla loro morte. Lo scoppio avvenne nel locale fortificato e questo evitò che l’esplosione si propagasse ad altri esplosivi presenti in quantità ingente all’interno dello stabilimento.
I PRECEDENTI
IL CONTESTO
Azienda: Esplodenti Sabino
Località: Casalbordino (CH), contrada Termini
Numero dipendenti: 200
Attività principale: demilitarizzazione delle munizioni
Tale azienda risulta tra una delle 3 aziende nazionali abilitate al DEMIL.
Queste aziende si occupano di trasformare manufatti esplosivi non più impiegabili,
tale trasformazione avviene attraverso diverse tecniche quali la detonazione a cielo aperto oppure la termodistruzione, tale recupero va fatto sempre in armonia con le legislazioni vigenti in materia di tutela ambientali e di sicurezza sul lavoro.
Sono oggetti di DEMIL munizioni ed esplosivi quali: cartucce di ogni calibro, granate a mani e da fucile, bombe da mortaio, razzi, mine navali, torpedini anticarro, motori per razzi di guerra, bombe da aerei ed altro.
Le tecnologie utilizzate in tale operazioni devono essere in grado di portare alla distruzione irreversibile della munizione e di tutti gli esplosivi in essa contenuti, rispettare il contesto territoriale, GARANTIRE SICUREZZA AGLI OPERATORI CON ADEGUATI SISTEMI DI GESTIONE DELLE SICUREZZA, produrre limitati quantitativi di rifiuti speciali.
LE CARENZE
Esaminando l'esposto della stazione ornitologica abruzzese in merito alla procedura di valutazione ambientale dell'impianto Sabino Esplodenti, abbiamo realizzato che la quantità di irregolarità presenti erano rilevanti nel numero e nel merito, evidenziamo di seguito gli aspetti che riteniamo meritevoli di attenzione perché individuano superficialità e incompetenze che fanno quasi pensare ad un atteggiamento sfrontato nei riguardi sia delle autorità che delle comunità.
Innanzitutto scopriamo che gli elaborati risultano pesantemente coperti da omissis, alcuni giustificati dalla tipologia di attività dell'impianto ma nella maggior parte assolutamente non giustificati,
l'entità della documentazione sottratta è talmente rilevante da impedire di fatto alle associazioni ed ai cittadini un confronto pubblico, questo pregiudica a tali soggetti la possibilità di intervenire su aspetti rilevanti. Inoltre, abbiamo scoperto che il piano di emergenza esterno pur essendo citato non è allegato agli atti ed esistono seri dubbi sulla sua esistenza (all'epoca).
L'impianto come dimostrano le foto aeree è cambiato nel corso degli anni ma possiamo affermare che non è mai stato sottoposto a procedure di V.I.A. (valutazione impianto ambientale) se non per un ampliamento del 2020 sulla quale molte associazioni nutrono dubbi.
Rileviamo anche che la procura di Vasto ha operato un sequestro inerente ad una possibile gestione incongrua dei materiali trattati. Questo comporta una descrizione dello stato del suolo per
escludere la presenza di contaminanti e una descrizione delle acque sottostanti al sito.
Un altro problema è rappresentato dalla tabella illustrata dall'azienda relativa alle autorizzazioni in possesso della stessa dove si parla di "istanza di rinnovo" del 2015 nonché di "domande di autorizzazioni" alle emissioni e non di autorizzazioni effettivamente rilasciate.
Manca all'appello un'analisi sull'effetto cumulo con altre fonti emissive presenti nell'area in merito ai limiti posti dall'OMS per PM10, PM 2,5 e NO2.
A tale scopo possiamo notare che non si doveva tener conto delle emissioni della singola azienda ma della sommatoria delle emissioni e si chiedeva a proposito, una verifica dell'aria per vedere se erano rispettati i limiti EU e OMS.
Un'altra difficoltà è rappresentata dalla vicinanza dello stabilimento alla riserva di punta Aderci situata a meno di cinque chilometri, che è anche una S.I.C/Z.S.C, infatti se si consultano le mappe si riesce ad osservare che nonostante le concentrazioni lievemente ridotte, la riserva viene investita dalla ricaduta dei vari contaminanti.
Ci stupiamo che non sia stato richiesto di assoggettare a V.Inc.A il procedimento (procedura di V.A. dell'impianto "Sabino Esplodenti") relativo allo stabilimento.
Sbalordisce inoltre che dalla documentazione depositata dall'azienda non appaia nulla in merito al coordinamento tra le attività istruttorie/autorizzatorie/e quelle di V.I.A di monitoraggio che prevedono un continuo interscambio di informazioni previsto dalla direttiva.
LEGENDA
Autori
ANTENUCCI MARIANNA
BARONE MICHELE
BRUNETTI FRANCESCO
CAROSELLA DANIELE
CHESSA CARMINE GIUSEPPE
COLASANTE GIUSEPPE
D’ADAMO ANDREA
D’ERCOLE GIOVANNI
DANIELE MATTEO GIORGIO
DI CHIACCHIO ANDREA
DI FRANCESCO AGOSTINO
DI GREGORIO MANUEL
FARCHIONE NICOLA
MARIANI MATTEO
MARINARO GIUSEPPE
NACCARELLA ANDREA
PERRINA LUCA
SCARDINO SIMONE
TOSUN ORHAN PASQUALE
TRAVAGLINI ALESSIO
VILLANI LUCA
Progetto grafico:DANIELE MATTEO GIORGIO
Coordinatrice: TIBERIO ROSA LUCIA
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2023-09-27 13:05:11
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