La vicenda relativa alle nomine dei manager nella sanità siciliana è un copione che si ripete da tempo immemorabile. La logica è sempre la stessa, chiunque sia al governo: spartizione partitocratica.
Merito, competenza, capacità di gestione?
Per nulla!
Contano la fedeltà ai segretari di partito e ai capi delle varie correnti. Conta l'abilità nell'incrementare clientele di vario genere allo scopo di condizionare il consenso elettorale.
Interessa il potere, e interessano gli affari. Si, gli affari, perché il settore sanitario gestisce molti soldi, e un ceto politico ingordo e privo di qualsivoglia etica pubblica ai soldi non resta indifferente.
Questa non è una ricostruzione fantasiosa, è una realtà che conosco bene.
Dal 1991 al 2001 sono stato deputato all'ARS (Assemblea Regionale Siciliana) e ho cercato di contrastare le pratiche illegali, non solo nella sanità ma anche in altri settori.
Non è questa la sede per illustrare i casi specifici, ma qualche risultato venne raggiunto. Alcuni deputati regionali indagati e processati, qualcuno arrestato e condannato.
Arrestati e condannati un assessore regionale e due sindaci.
Ma il sistema della illegalità politica invece di cambiare si è perfezionato. Aggiungo, ma è del tutto pleonastico, che a molti non risultavo simpatico.
Ed uso un eufemismo!
Ma non bisogna arrendersi mai e impegnarsi sino alla fine per diffondere la cultura della legalità nelle nuove generazioni, con la speranza che un giorno la classe politica di questo Paese sia migliore.
Per quanto mi riguarda a gran parte di quella attuale solo una decisa "damnatio memoriae".
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2023-10-21 18:03:58
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