foto di Giorgio Barbagallo
Onorevole il suo impegno è stato ed è tutt'oggi importante. Da ex componente della commissione parlamentare antimafia e da persona impegnata a girare nelle scuole, come riesce a spigare nelle scuole l'impegno della stessa commissione nella lotta alle mafie e nella cultura della legalità?
«La commissione parlamentare antimafia è un organismo parlamentare importante che ha compiti sia di inchiesta sia propositivi dal punto di vista legislativo. Nell'ambito delle scuole procedo semplicemente ad illustrare cosa è la commissione parlamentare antimafia, quali sono i suoi compiti che però sono prerogative, appunto, che esulano da quelle che interessano agli studenti.
La commissione parlamentare antimafia, però, a me è servita molto per intanto conoscere le mafie e per capire quali sono gli strumenti importanti per combatterle. Nelle scuole, insieme alla mia associazione “Risveglio ideale”, ho provveduto a creare un progetto denominato “'Ndranghetaoff”, attraverso il quale, progetto che si svolge con gli alunni e non con un solo incontro ma frutto di incontri che si svolgono in diversi mesi, faccio conoscere agli alunni, dopo aver illustrato quali sono le mafie che operano nel nostro territorio e dopo aver illustrato quali sono le attività illecite attraverso le quali le mafie ingrandiscono il loro potere, faccio anche degli incontri sia con familiari delle vittime innocenti di mafie sia con imprenditori che hanno saputo dire no alle mafie, imprenditori giornalisti e tutti coloro che hanno saputo opporsi.
Attraverso queste conoscenze faccio capire ai giovani studenti il significato della pratica della vera legalità, legalità della quale i ragazzi sentono sempre parlare ma di fatto poi non capiscono e non sanno il significato di come proseguire nell'attività quotidiana all'insegna della legalità».
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2^ edizione
Casoli, 21/24 novembre 2023
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Lei è stata minacciata di morte dalla 'ndrangheta. Come si è evoluta adesso la 'ndrangheta e quanto è pericolosa?
«Sì, io sono stata vittima di pesanti minacce da parte della 'ndrangheta al punto tale che sono stata costretta a camminare sotto scorta per ben 22 anni, cosa non da poco conto. La mafia oggi è completamente cambiata, si è “modernizzata”. Sicuramente, a mio avviso, è molto più pericolosa di prima, in particolare parlo della 'ndrangheta che poi è quella che ha ucciso Lea Garofalo.
Naturalmente è più pericolosa perché riesce a mimetizzarsi, ha assunto altri ruoli. Il mafioso, lo 'ndranghetista di oggi, non è più quello con la coppola e il fucile sulle spalle ma è una persona dotata anche da titolo di studio importanti, quindi inserito nell'ambito professionale, nell'ambito politico, nell'ambito imprenditoriale, nell'ambito massonico. Per cui non è facile, nemmeno per gli inquirenti, individuarlo. Le prove per colpirlo sono davvero estremamente difficili da individuare e questo, a mio avviso, anche il fatto stesso che la 'ndrangheta si sia inserita prepotentemente nel settore economico del nostro Paese, chiaramente la rende potente da una parte e, nello stesso tempo, potente nel senso che è difficile scovarla.
Ecco perché uccide non più, la 'ndrangheta, con il fucile ma uccide ledendo la libertà delle persone»,
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Lei è madrina di questa edizione del Premio e siamo arrivati alla seconda edizione. Come valuta l'impegno delle scuole e degli alunni nella presentazione delle proprie opere?
«Ho avuto l'onore di essere assegnata nel ruolo di madrina della seconda edizione del Premio nazionale Lea Garofalo, un premio che ho ricevuto lo scorso anno nella prima edizione, un premio che mi ha onorata e nello stesso tempo mi ha dato ulteriore incarico, naturalmente. Ma è un pregio e un lodevole grazie va a tutte le scuole che hanno inteso partecipare, con i loro lavori, alla seconda edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo.
Sono importanti lavori che usufruiscono della potenzialità per far conoscere e per divulgare la figura della donna coraggio Lea Garofalo. Devo dire che nell'ambito, avendo fatto parte della giuria di valutazione degli elaborati, sono sono rimasta un po' scoraggiata da un certo punto di vista perché le scuole calabresi hanno partecipato in pochi, mi sembra di ricordare solo una, il ché significa che ancora è necessario divulgare la figura di Lea Garofalo e soprattutto far capire il significato della vita condotta da Lea Garofalo all'insegna del no alla 'ndrangheta e anche il coraggio necessario per proseguire nella propria vita e saper dire di no alla 'ndrangheta. Spero che questa figura di Lea Garofalo continui ad essere divulgata soprattutto nelle scuole calabresi e non solo».
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La storia di Lea deve essere d'ispirazione per molti alunni. Come si riesce a far passare il suo messaggio e farlo capire?
«La figura di Lea Garofalo, come dicevo prima, è estremamente importante da essere conosciuta non solo perché rientra in un compito morale non dimenticare questa donna e il suo sacrificio ma anche perché credo necessario far capire ai giovani studenti di cosa è capace la 'ndrangheta, di quali vendette criminali la 'ndrangheta fa frutto delle sue azioni malvagie e far capire anche come ci si oppone alla 'ndrangheta, come ci si oppone a tutte le mafie e qual è il vero significato del concetto di legalità.
Il rispetto della legalità è anche indice di libertà e siccome in ognuno di noi c'è la necessità di essere uomini e donne liberi, capire che il rispetto della legalità rende l'uomo libero, credo sia questo l'insegnamento principale da dare ai nostri giovani».
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2023-11-13 18:04:54
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