Da segretaria dell'associazione Dioghenes aps, che si occupa di organizzare il premio, quanto lavoro c'è dietro l'organizzazione e la realizzazione della stessa manifestazione?
«Dietro c’è un gran lavoro e tanto impegno da parte di tutti i membri dell’Associazione. Con la prima edizione, che si è svolta in Calabria a Petilia Policastro, il lavoro è stato più faticoso perché abbiamo dovuto organizzare l’intera manifestazione in soli due mesi e senza nessuno aiuto né economico né morale da parte delle istituzioni. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta, siamo rimasti abbastanza soddisfatti. Quest’anno la seconda edizione del Premio si svolgerà a Casoli, in provincia di Chieti, presso l’Istituto “Algeri Marino”.
Ringrazio la dirigente scolastica Costanza Cavaliere per avere voluto fortemente ospitare questa seconda edizione. Ringrazio anche il sindaco di Casoli che ha patrocinato l’evento mettendo a disposizione il Teatro comunale dove si svolgeranno alcuni eventi tra il 21 e il 23 novembre e ha offerto due borse di studio per i ragazzi che hanno partecipato al bando. Un ringraziamento particolare va al consigliere Pino Cassata responsabile Scuola e Università, che ha fatto un gran lavoro con le scuole. L’anno scorso il bando era rivolto solo alle scuole calabresi per una questione di tempo. Quest’anno il bando è stato esteso a tutti i ragazzi e studenti italiani. La risposta è stata più che positiva».
IL PROGRAMMA UFFICIALE
2^ edizione
Casoli, 21/24 novembre 2023
PREMIO NAZIONALE
LEA GAROFALO
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Qual è la parte più gratificante di tutto questo lavoro?
«Quando decidi di far parte di un’Associazione, sai bene che oltre all’impegno ci vuole tanta passione altrimenti ciò che fai non ha senso, non ha valore. Quando si organizza un evento, lo scopo è sempre lo stesso cercare di dare a chi ci segue un quid in più per conoscere e quindi per pensare. Solo cosi, possiamo tutti insieme, ogni giorno, combattere quella sub-cultura che spesso uccide. La parte più gratificante è contribuire, nel mio piccolo, a questo cambiamento ricordando le donne coraggio che hanno avuto la forza di dire no come Lea Garofalo».
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In base alle opere che vengono consegnate, si riesce a capire se gli studenti “entrano” e capiscono la storia di Lea e l'importanza della cultura della legalità?
«Sono stati presentati 73 elaborati: 11 video, 8 testi, 9 fumetti, 45 disegni/opere pittoriche. Sono state coinvolte le scuole primarie, medie, superiori, università e centri di aggregazione giovanile di tutta Italia. 168 studenti, 14 docenti e 10 Province. La giuria composta da 27 membri presieduta da Marisa Garofalo, ha svolto un lavoro difficile perché le opere sono state davvero tutte emozionanti. La tematica della seconda edizione “Gli esempi delle donne che si ribellano alle mafie per salvare i propri figli dal percorso criminale” è stata compresa dai ragazzi. Ma, nello stesso tempo, hanno lanciato a noi adulti messaggi di cosa dobbiamo fare per non dimenticare il sacrificio di tante donne che hanno perso la vita per combatte la mentalità mafiosa. Sono stati dei grandi maestri».
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Come giudichi queste prime due edizioni del premio e cosa ti aspetti da quelle che verranno?
«La nostra Associazione vuole tenere viva la memoria nei confronti di Lea Garofalo, massacrata dalla mafia calabrese il 24 novembre 2009. Con il Premio Nazionale dedicato alla fimmina calabrese si intende valorizzare, attraverso le competenze delle scuole, i temi legati alla educazione alla legalità, alla inclusione sociale e culturale, con l’individuazione dei Testimoni del nostro tempo, uomini e donne che si sono distinti tramite la loro professione e il loro impegno, dando un serio contributo alla lotta alle mafie».
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OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre "moribonda". La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l'avvocato Guarnera: «Hanno preparato l'ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».
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2023-11-17 16:02:17
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