A scanso di equivoci, voglio ricordare come quel reparto di carabinieri che fece irruzione nel covo di via Fracchia era "guidato" e capitanato dal col. Michele Riccio.
L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO
Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»
Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»
Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»
Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»
Non sto a ripetere quello che il colonnello Riccio ha fatto con il suo infiltrato Gino Ilardo. La cosa che deve essere chiara a tutti è quella che Michele Riccio ha denunciato i suoi superiori e colleghi Mori, De Donno, Ubinno, ecc… Che sebbene Ilardo condusse i ROS nel covo di Bernardo Provenzano a Mezzojuso, il latitante mafioso da ben 43 anni, non venne catturato con scuse a dir poco ridicole.
Si parlò di pecore e cani pastore e di un luogo illuminato che ne avrebbero impedito la cattura.
Fatto sta che, come più di un collaboratore di giustizia ha dichiarato, Provenzano rimase indisturbato per anni, nel suo covo di Mezzojuso dove non venne effettuato alcun intervento dai parte dei carabinieri di Mori.
Neanche la magistratura a cui Riccio si rapportava chiese mai contezza agli uomini di Mori del perché non si procedette alla cattura del latitante. Magistratura messa al corrente dei fatti perché riferiti nell'immediatezza della mancata irruzione a Mezzojuso, dallo stesso Michele Riccio.
Riccio, stila un rapporto giudiziario sui fatti e su tutto quello che era riuscito a fare con il suo infiltrato Gino Ilardo dopo che questo venne ucciso in un agguato mafioso a Catania, pochi giorni prima di entrare in un programma di protezione.
Che Ilardo avesse fatto delle dichiarazioni d'intenti prima di essere accettato come collaboratore ne erano a conoscenza Mario Mori, Tinebra, Caselli e il P.M. della Procura di Palermo dott.ssa Principato, che ascoltarono per circa quattro ore le dichiarazioni dell'Ilardo il quale, illecitamente, non venne né verbalizzato e né furono fatte delle registrazioni su quelle 4 ore di dichiarazioni.
Rimandato a Catania, in attesa di essere risentito dai giudici, Ilardo venne ucciso quattro giorni prima di entrare un programma di protezione, da appartenenti alla mafia catanese, affiliata al clan Santapaola.
Riccio, nello stesso giorno in cui consegna alla Procura di Catania il suo rapporto giudiziario sulle operazioni condotte con Ilardo e su tutte le notizie fornite da questi (compreso le collusioni di uomini politici legati a FI) viene arrestato per un'accusa fattagli anni prima, in merito a questioni non chiarite legate ad operazioni antidroga fatte dal Riccio a Genova.
Si deve ricordare come quell'arresto, come detto, avvenne nel momento in cui Riccio consegna le sue denunce verso i suoi superiori in merito alla mancata cattura di Provenzano a Mezzojuso.
Provenzano che poi si scoprì essere, verosimilmente, il "garante" degli accordi stato-mafia che fecero finire il periodo stragista e determinarono, evidentemente, degli accordi con la fazione mafiosa facente capo a Provenzano il quale, più che verosimilmente fece arrestare dallo Stato tutti i mafiosi stragisti avendo garantita l'impunita.
Riccio, oltre ad essere arrestato per fatti assurdi e con "richieste" da parte dei giudici genovesi che disposero l'arresto i quali per liberarlo dagli arresti chiesero a Riccio di consegnare le agende dove vi erano gli appunti di tutti i colloqui effettuati con Ilardo. Cosa c'entrassero quelle agende con i fatti per cui arrestarono Riccio, lo si dovrebbe chiedere ai Giudici Genovesi.
Si tentò anche di infangare Riccio con l'accusa che oltre ad essere un criminale, come affermato da un alto funzionario della DIA, per i fatti per cui venne arrestato e poi assolto di quasi tutte le accuse, si disse che aveva giustiziato nel sonno degli inermi terroristi durante l'irruzione nel suddetto covo di via Fracchia.
Oggi, ancora, non bastando quanto male hanno fatto per tutelare i loro complici Istituzionali e i loro sporchi interessi si ripropongono i fatti di via Fracchia e si accusa Riccio che effettuò l'irruzione insieme ai suoi uomini, tutti appartenenti alla squadra operativa del generale Dalla Chiesa, che nel covo delle BR Riccio avrebbe ucciso deliberatamente il capo della colonna genovese delle BR.
Non si dice però che in quell'irruzione dove morirono i terroristi, a sparare per primi furono proprio le BR che ferirono alla testa un maresciallo che perse un'occhio. Dopo, Riccio e i suoi uomini risposero al fuoco uccidendo tutti i presenti appartenenti alle BR all'interno del covo di via Fracchia…
Infinita vergogna, e c'è ancora chi difende gli "infami di stato" rendendosi così loro complici!
L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO
Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»
Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»
Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»
Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»
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2024-01-20 12:16:07
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