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Con quale coraggio dobbiamo chiedere agli italiani di andare al voto?
Solo dal primo gennaio di quest’anno sono decine e decine i casi “vergogna” da parte della nostra politica italiana. Dagli spari di capodanno, con i cari Pozzolo e Delmastro, a tutti gli scandali di corruzione e voti di scambio.
Le diverse inchieste colpiscono tutti, indistintamente. Dall’onorevole Dario Safina, in quota Pd in Sicilia, all‘ex vicegovernatore della Sicilia Luca Sammartino, ora in quota Lega ma in quota Pd ai tempi dei fatti contestatagli, adesso solo deputato perché la misura preventiva lo ha sospeso da vice-governatore e assessore (e non si è dimesso come vorrebbe far passare lui); dal consigliere di Palermo Mimmo Russo in quota FdI che si sedeva al tavolo con i boss a Maurizio Croce, ex commissario al dissesto idrogeologico con 3 governi siciliani diversi (da sinistra a destra), al sindaco di Maletto, ancora in carica, che confessa in tempi non sospetti come corrompeva lo stesso commissario; dal commissariamento del comune di Randazzo a quello di Tropea sciolti per infiltrazioni mafiose. Caso emblematico è quello a Bari con ormai l’ex sindaco Decaro e tutto il governo regionale, dove ancora no si è capito nulla e dove il Ministero degli Interni ha mandato i commissari in maniera abbastanza anomala. Poi abbiamo il caro Totò Cuffaro che dice di “controllare” 140 mila voti (ma come un condannato per favoreggiamento di mafia può permettersi, a livello morale, di parlare così? Ma alla fine siamo in Italia e quindi tutto è possibile) e che nessuno lo vuole pubblicamente ma che tutti corteggiano privatamente perché a chi non piacciono 140 mila voti?
Poi abbiamo il caro Baiardo, Salvatore Baiardo, condannato per essere stato fiancheggiatore dei fratelli Graviano e colui che ha fatto una “predizione” anomala, ma non così tanto, sull’arresto di Matteo Messina Denaro e quindi fa capire ancora che quei rapporti non sono recisi del tutto. Quindi il caro Baiardo si candida con il “Partito dei Poveri” a sindaco di Bagheria, che non sia una telenovela come quando lo è stato per le europee dove aveva “ufficializzato” la sua candidatura con la Dc alle europee? Ma poi, da notizia Ansa, non era ai domiciliari?
Quindi, dopo che deputati sparano, onorevoli che si siedono con boss mafiosi, chi confessa reati di corruzione e resta in carica ci chiediamo perché la gente non vota? E quale fiducia dovrebbe avere?
Ma adesso ci consoliamo con le elezioni europee di giugno dove, con un a campagna elettorale che costa dai 50 ai 200 mila euro, si vanno ad accaparrare un posto al Parlamento Europeo e che dovrebbe fare i nostri interessi. E, parlando di antimafia, chi li dovrebbe fare: Ultimo? Sì, è candidato nella lista Libertà con Cateno De Luca e si è tolto la maschera (perché per le regionali in Calabria, in cui è stato assessore no?). Lo stesso Ultimo che per 18 giorni non ha perquisito il covo di Totò Riina, lo stesso che avrebbe sentito il colpo di pistola con il quale si sarebbe suicidato il maresciallo Lombardo e lo stesso che avrebbe dovuto arrestare Santapaola ma che scappò e fu arrestato l’anno dopo.
Fino a che non capiamo che serve una politica pulita, al servizio dei cittadini e lontano da ogni ombra il partito più presente a tutte le votazioni sarà quello degli assenteisti, tranne che vengano comprati pure quelli (magari a 25 euro a voto come è saltato fuori da qualche ultima inchiesta).
E allora che si faccia una vera scelta da che parte stare.